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POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO CON GLI ELASTICI

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Testo e disegni di Stelvio Beraldo

Nota:
– Per organizzare una scheda completa di allenamento (metodo ed esercizi) scegliere prima la metodologia più adatta alle proprie esigenze (Tono, Forza e Ipertrofia – Vedi: PARAMETRI GENERALI DI LAVORO PER L’ALLENAMENTO MUSCOLARE).
– Se l’obiettivo è semplicemente il miglioramento del tono muscolare (“rassodamento”) si può scegliere la modalità esecutiva a “CIRCUITO“. Questo permette un notevole risparmio di tempo senza che l’allenamento perda efficacia.

Caratteristiche degli elastici come mezzo di allenamento

– Sono facilmente reperibili e di bassissimo costo, inoltre permettono di eseguire esercizi per tutti i muscoli del corpo.
– Hanno un ingombro e peso quasi nulli e possono essere trasportati facilmente in una piccola borsa.
– L’applicazione pratica degli elastici è facilmente intuibile per quegli esercizi ove l’elastico può sostituire idealmente la fune di una macchina (esercizi con le ercoline, pulley e lat machine, ecc.). In genere è sufficiente bloccare un’estremità dell’elastico su un punto fisso opposto alla direzione del movimento.
– Il carico può essere graduato utilizzando elastici a resistenza diversa oppure aggiungendo in parallelo più elastici a quello di base.
– Creano una tensione progressiva che da una fase iniziale minima aumenta man mano che gli elastici si estendono (Figura).
Questo aspetto non rende gli elastici il mezzo idoneo a stimolare lo sviluppo della forza rapida dove la massima tensione muscolare si esprime proprio all’inizio del movimento (es.: lanci, balzi, ecc.).
– Possono svolgere anche un ruolo interessante nella prevenzione delle sindromi dolorose croniche legate alle ripetizioni delle azioni tecniche specifiche che tendono a creare squilibri muscolari (es.: azione ripetuta di abduzione ed extrarotazione dell’omero al disopra dei 90° nella pallavolo, pallanuoto, tennis, baseball, lancio del giavellotto, ecc.).
– I parametri di lavoro sono gli stessi esposti per i vari tipi di forza.

SCHEDE ESERCIZI PER TUTTI I MAGGIORI GRUPPI MUSCOLARI DEL CORPO

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

3° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

2° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

3° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Slanci della gamba avanti da stazione eretta

2° Esercizio – Slanci delle braccia da avanti in fuori da stazione eretta

3° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

5° Esercizio – Flessioni del bacino sul torace sul bacino

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

3° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

4° Esercizio – Slanci delle braccia da in fuori a avanti da stazione eretta

5° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

3° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

4° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Flessioni del bacino sul torace sul bacino

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

2° Esercizio – Slanci delle braccia da avanti in fuori da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

4° Esercizio – Slanci delle braccia da in fuori a avanti da stazione eretta

5° Esercizio – Estensioni del busto da seduto al suolo

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

2° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

3° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

4° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

2° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

3° Esercizio – Flessioni degli avambracci da stazione eretta

4° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci delle braccia in fuori da seduto su panca

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

2° Esercizio – Flessioni del torace sul bacino da supino

3° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

4° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

3° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

4° Esercizio – Estensioni degli avambracci da stazione eretta

5° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca


SCHEDA PER LE COSCE, GLUTEI E ADDOMINALI

(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio – Slanci della coscia indietro a gamba flessa da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Slanci della gamba indentro da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

4° Esercizio – Flessioni del torace sul bacino da supino

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

6° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca


SCHEDA PER LE BRACCIA, SPALLE, PETTO E DORSO

(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci delle braccia in fuori da seduto su panca

4° Esercizio – Flessioni degli avambracci da stazione eretta

5° Esercizio – Slanci del braccio avanti e in alto da stazione eretta

6° Esercizio – Estensioni degli avambracci da stazione eretta


COME MIGLIORARE IL TONO MUSCOLARE CON ESERCIZI IN CIRCUITO
(Miglioramento Estetico e “Rassodamento”)

  • Caratteristiche generali – Gli esercizi vengono eseguiti uno dopo l’altro per una sola serie in ogni stazione fino a terminare un giro. Poi si riprende fino a completare il numero di giri previsto.
  • Intensità del carico rispetto al massimale – Tale da permettere l’esecuzione di 25-30 ripetizioni quasi a “esaurimento” (*)
  • Numero di giri – 4-5
  • Numero di ripetizioni a stazione – Fino a quasi “esaurimento” (*)
  • Ritmo di esecuzione – Fluente e controllato
  • Tempo di recupero tra i giri – Nullo se i gruppi muscolari che si alternano nelle stazioni sono sempre diversi. Comunque tale da recuperare l’eventuale eccessivo affaticamento muscolare e organico.
  • Tempo di recupero tra i giri – Completo (mediamente 3-5 minuti)
  • Numero di allenamenti settimanali – Mediamente 3 (almeno 2)

(*) Per “esaurimento” si intende l’ultima ripetizione possibile nella singola serie eseguita però correttamente. Il recupero completo tra le serie, unito alle ripetizioni non portate a totale esaurimento, limita la formazione di acido lattico e tossine e favorisce il continuo metabolismo muscolare, quindi la prevenzione all’instaurarsi di inestetismi come la cellulite.


Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

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DANIELE SCARPA E “MISSION NAKED”

IL SOGNO … INTERROTTO …

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

 

Il sogno si è spento e il viaggio a Pechino non c’è stato … Però ci abbiamo provato e abbiamo comunque dimostrato che si possono ottenere risultati anche a 43 anni solo allenandosi bene.
L’unico cruccio è che non sarà possibile riprovarci ancora …

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Vivere per scoprire cosa la vita ti può offrire. Vivere per un’idea e a volte farsi male per difenderla.
Riempirsi il cuore di emozioni. Amare con la A maiuscola, piangere fino ad addormentarsi, ridere fino a perdere il respiro e SOGNARE senza smettere mai … E non perché “chi si ferma è perduto”, ma perché il domani senza sogni non avrebbe lo stesso sapore. E se poi il sogno non si avvera, ce ne sarà un altro, lì, pronto, per cui continuare a lottare … SEMPRE!

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Articolo pubblicato sul “Corriere del Veneto” – 28 Giugno 2007
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GARE COPPA DEL MONDO
(Croazia – Ungheria – Francia)

L’impatto con l’effetto “World Cup” è stato assai duro, oltre che emozionante.

Rivedere tanti amici “pagaiatori”, avversari di un tempo, ora affermati tecnici delle rispettive compagini federali mi ha fatto riflettere non poco: ergo, devo fare l’atleta o il tecnico?! …
Ma la risposta è stata “sicura” ed immediata: Atleta, atleta, almeno per ora!!!
Qualcuno di questi mi ha salutato con un bel sorriso di benvenuto nei quadri tecnici … io sono pure stato al gioco, poi quando mi hanno visto nella start list e gareggiare, si sono ricreduti sulle mie intenzioni e, con ammirazione, mi hanno fatto i loro complimenti.
Certo è che stata mia premura spiegare a tutti la motivazione di questo mio ritorno e le ragioni per cui si sta sviluppando il progetto www.missionnaked.com.
Eliminata la fase di perplessità, hanno tutti condiviso lo spirito e il concetto per il quale la ricerca applicata alle mie performance agonistiche poteva essere poi usata ed interpretata per avere maggiori riscontri su metodologie e strategie di allenamento prossime e future.
Il nuovo “esordio” di Daniele Scarpa in Coppa del Mondo è avvenuto in Croazia nel K2 1000 metri (composto da Scarpa-Malusà). La fase delle gare si è svolta in un week-end non molto favorevole dal punto di vista climatico.
Effettuata la prima fase eliminatoria delle batterie (con un buon tempo di qualificazione), il giorno successivo in semifinale ci siamo trovati a scontrarci anche con l’equipaggio di Facchin-Scaduto (poi vincitori della semifinale).
Il clima non favorevole e il suo influsso negativo si sono fatti sentire sulle nostre prestazioni: eccetto i primi due equipaggi qualificati per la finale … i rimanenti, stando ai tempi delle batterie, potevano essere alla nostra portata. A metà gara abbiamo pagato una mancata “ripartenza” nella fase centrale, perdendo così la possibilità di ritrovarci, come in batteria, a disputare il “finale” per cercare una qualificazione alla nostra portata.
Quando una gara non ha alla base una giusta programmazione della “distribuzione” del percorso, non avendo avuto modo di provare e costruire al meglio …, vengono meno le certezze sul tipo di tattica di gara da svolgere.
Abbiamo pagato, diciamo così, “l’inesperienza” (dovuta al poco tempo di allenamento) nell’esordio internazionale ad altissimo livello.
Ottime le prestazioni del K2 di Facchin e Scaduto che hanno ottenuto un primo posto sui 500 metri e un secondo posto nella finale dei 1000 metri.
Dopo la gara, prima di cominciare il blocco di lavoro post Zagabria, è stato effettuato un controllo medico [valori ematici (vedi TEST VALUTAZIONE), cuore e pressione arteriosa], avendo accusato un breve periodo di affaticamento fisico. Fortunatamente gli esami effettuati non hanno evidenziato nulla di importante, ma semplicemente un po’ di fatica …

 

ZAGREB 2007 - PASS Daniele Scarpa

Archiviata la prima prova di Coppa del Mondo, ho ritenuto più giusto e opportuno chiedere ai responsabili tecnici della Nazionale di permetterci di evitare la trasferta della gara in Ungheria (seconda prova Coppa del Mondo); è stato così possibile programmare correttamente il carico di lavoro per le settimane successive (e anche effettuare il controllo medico della spalla del capovoga L. Malusà … dolente già a Zagabria).
Ci siamo quindi presentati in buona forma al pre-raduno di Mantova per partire, con parte della squadra, alla volta di Gerardmer, per la terza ed ultima prova di Coppa del Mondo in Francia.
La nostra imbarcazione è migliorata nella fase del “passo”, con riscontri cronometrici molto interessanti. Non è avvenuto invece lo stesso per la parte iniziale (“start”), dove purtroppo paghiamo ancora un “gap” non indifferente nei confronti degli avversari.
Questa situazione non ci spaventava, ma eravamo consapevoli che una partenza non all’altezza della situazione, in una gara di Coppa del Mondo non ci avrebbe aiutato ad ottenere il risultato che inseguivamo.
Per questo abbiamo svolto la fase preliminare delle batterie “al risparmio”, perdendo la possibilità di accedere direttamente alla finale (cosa difficilissima … visto che l’equipaggio da battere era quello tedesco dei Vice Campioni del Mondo 2006 e secondo classificato nella gara di Coppa del Mondo 2007 in Ungheria), ma limitandoci ad ottenere la qualificazione alle semifinali con una discreta terza posizione. E la semifinale ci ha messo di fronte alla condizione “Dentro o Fuori”!
Ci contendevamo il posto di finale con l’equipaggio della Romania (finalista mondiale 2006), con il forte equipaggio australiano (con capovoga il mitico campione olimpico Clint Robinson) e con altri agguerriti team che avevano, sulla carta, tempi di notevole rispetto.
Dopo aver dato a Luca le ultime indicazioni su come predisporre partenza e percorso, eccoci al “cancelletto” (ora con i nuovi sistemi ci sentiamo come i cavalli in gabbia …): pochi secondi di attesa e “Via” (la descrizione tecnica della gara la trovate sulla pagina L’Allenamento che il metodologo/tecnico Andrea Bellipanni ha redatto per MissionNaked).
Dal punto di vista “umano”, la semifinale è stata un bel “crescendo” e mi rendo conto solo ora che potevamo anche osare di più per classificarci almeno al secondo posto (entravano i primi tre). Ciò ci avrebbe permesso di avere un numero di corsia per la finale, più congeniale e meno disturbato dell’UNO che ci è stato assegnato.
Faccio notare che con la formula di questa fase della World Cup, le gare dei 500 e dei 1000 metri, si sono svolte con fasi eliminatorie e finali nella stessa giornata. Questa formula ci ha obbligati a sopportare un carico di pressione/stress inusuale per i nostri programmi … e figuriamoci poi per chi ha “anche” una certa “età”… Così è la vita!
Da considerare che se a Zagabria ci eravamo lamentati delle condizioni meteo (pioveva ma la temperatura non era così bassa …), a Gerardmer ci siamo trovati sotto il vento e la pioggia, con al mattino 5 gradi di temperatura!!! Lascio a voi immaginare le nostre sensazioni.

Freddo e nuvoloni minacciosi …

Intuizione ha voluto che caricassi il DS Paddle Simulator sul pulmino federale: questo attrezzo ci ha permesso di riscaldarci al meglio sotto la tenda (tra l’acqua caduta ai bordi della tenda e che riempiva il suolo …) evitando infelici raffreddamenti post-uscita in kayak per il riscaldamento in acqua.

Il riscaldamento al “DS Paddle Simulator”

 

Anche gli altri componenti della squadra hanno approfittato del simulatore e (soprattutto le ragazze del k4, bronzo sui mille metri) mi hanno confermato la validità del riscaldamento specifico fatto al Paddle Simulator. Faremo tesoro di questa indicazione per le prossime gare in cui è necessario riscaldarsi, portare il cuore a soglia e … come dicevano i “vecchi”… “rompere il fiato”!!!
La finale ci ha poi visto protagonisti solo nella parte finale (visto anche il numero di corsia penalizzante). In questa fase abbiamo avuto alla nostra portata un piazzamento da 5° – 6° posto: ci siamo visti però “sfilare” davanti un paio di equipaggi che si sono “beati” della vicinanza di imbarcazioni che li hanno riportati davanti a noi (Australiani in primis).
L’ottavo posto non ci rende forse giustizia, ma ci ha dato ulteriore fiducia in questa imbarcazione, improvvisata nelle gare di selezione, e che in fin dei conti ha dimostrato di valere egregiamente una finale di Coppa del Mondo: Finale di Coppa del Mondo storica per il sottoscritto, che, salvo smentite di chi dovesse possedere dati diversi, rappresenta un “oltre il limite” per un kayaker maschio di 43 anni … e mezzo!!!
Durante le successive fasi della giornata, non poche sono state le “pacche” ricevute sulle spalle da vecchi e nuovi avversari: pensate che nella finale del K2 1000, il terzo posto è stato conquistato da Steve Ferguson, figlio del mitico Ian Ferguson (vincitore già nel 1984 di 3 medaglie d’oro: era la mia prima Olimpiade e avevo vent’anni quando mi classificai 6° nel K1 500 vinto da Ian). Ian Ferguson mi ha fatto i complimenti e mi ha augurato di battere il suo record di longevità olimpica (in Coppa del Mondo l’ho già superato con la finale di Gerardmer!): a Barcellona 1992, nella mia terza Olimpiade, si classificò 7° nella gara del K2 1000.
A Barcellona Ian Ferguson aveva 40 anni … e noi abbiamo iniziato questa avventura parafrasando lo slogan di un famoso marchio sportivo “Impossible … is Nothing”. E ora possiamo ben dire che il limite dell’impossibile è stato già portato oltre i 43 anni … e chissà che nel 2008, a 44 anni, non avvenga qualcosa che sposti ulteriormente questo limite.

L’arrivo della gara

Pettorale Francia

A 43 ANNI DANIELE SCARPA DI NUOVO IN NAZIONALE!

 

GARA INTERNAZIONALE DI VELOCITÀ
Mantova 28 – 29 Aprile 2007

29/04/07 (da www.federcanoa.it) – GIORNATA DI GARE A MANTOVA: SPETTACOLO IN ACQUA! – A Mantova gli equipaggi per la coppa del mondo a Zagabria.

Grande spettacolo per la due giorni di selezioni nazionali per i canoisti azzurri in vista della prima prova di coppa del mondo in programma dal 04 al 06 maggio a Zagabria.
Josefa Idem, in quella che sarà la sua prima gara stagionale, esordirà proprio a Zagabria. Torna in nazionale anche Daniele Scarpa. A Oreste Perri, nei prossimi giorni, il compito di comporre gli equipaggi.

K2 1000 metri Senior Uomini Finale

  • 1° FACCHIN ANDREA [1978] – ITALIA – 3’30″37
    SCADUTO ANTONIO [1977]
  • 2° NEAGU IONEL – ROMANIA – 03’31″71
    CIHAREAN NICU
  • 3° MALUSA’ LUCA [1976] – Mixed Crew – 03’32″87
    SCARPA DANIELE [1964]
  • 4° TOTIS LUCA [1985] – ITALIA – 03’35″91
    FAGIOLI MARCO [1983]
  • 5° PACCHIARINI STEFANO [1987] – ITALIA – 03’43″26
    BISCARO FABRIZIO [1988]
  • 6° LASCHI ANDREA [1986] – S. CANOTTIERI COMUN. FIRENZE – 03’43″54
    GALLIGANI MATTEO [1987]
  • 7° LIPOVAC MARCO – CROAZIA – 03’46″98
    KOVAC DAVOR
  • 8° BAGMAGA LUKA – CROAZIA – 03’47″20
    LAZARIC TOMISLAV
  • 9° VALDES JESUS – MESSICO – 03’58″45
    CORTINA MANUEL

Dalle selezioni di Mantova, ecco i nomi dei componenti della nazionale italiana che rappresenteranno la squadra azzurra alla prima prova di Coppa del Mondo tra cinque giorni:

CLUB OLIMPICO
– GR. N. FIAMME GIALLE: Andrea Facchin, Antonio Rossi, Antonio Scaduto
– CAN. ANIENE: Josefa Idem
KAYAK MASCHILE
– GR. N. FIAMME GIALLE: Franco Benedini, Alberto Ricchetti, Andrea Ramella, Giorgio Tessarin, Luca Totis.
– GR. SP. CORPO FORESTALE DELLO STATO: Luca Piemonte
– AS MASTER LINE: Jaka Jazbek
– SC AUSONIA: Mauro Pra Floriani
– AC SABAZIA: Alberto Regazzoni, Davide Parodi
– SC BALDESIO: Riccardo Gualazzi
– CANOA REPUBLIC OUTRIGGER: DANIELE SCARPA
– GS FIAMME ORO: Pier Paolo Tofani, Luca Malusà
KAYAK FEMMINILE
– MM CENTRO SP. REMIERO: Alessandra Galiotto
– ASD C.K. ACADEMY: Fabiana Sgroi
– GS FIAMME AZZURRE: Stefania Cicali, Francesca Zanirato
– GR. SP. CORPO FORESTALE DELLO STATO: Claudia Aquilanti
– AS MASTER LINE: Alice Fagioli
– CMM N. SAURO Anna Alberti
– SC BISSOLATI: Chiara Bigliardi
CANADESE
– MM CENTRO SP. REMIERO: Antonio Testa
– SC TICINO PAVIA: Enrico Calvi

CAMPIONATI ITALIANI FONDO
Sabaudia (Latina) 14 – 15 Aprile 2007

15/04/07 (da www.federcanoa.it): Volata entusiasmante nel K2 con Andrea Ramella e Luca Totis (Fiamme Gialle), già vincitori ieri nei 1000, che vincono il titolo italiano con 1 solo secondo e 20 centesimi di vantaggio su Daniele Scarpa e Alessio Cannizzo (Canoa Republic Outrigger). Terzo posto per la Canottieri Ausonia con Marco Varotto e Alberto Oltramonti.

K2 5000 metri

K2 1000 metri Senior Uomini Finale

  • 1° RAMELLA ANDREA [1986] – GRUPPO NAUTICO FIAMME GIALLE S – 03’25″20
    TOTIS LUCA [1985]
  • 2° PACCHIARINI STEFANO [1987] – GRUPPO NAUTICO FIAMME GIALLE S – 03’25″93
    BISCARO FABRIZIO [1988]
  • SCARPA DANIELE [1964] – CANOA REPUBLIC OUTRIGGER CLUB – 03’27″03
    CANNIZZO ALESSIO [1973]
  • 4° BALSAMO FRANCESCO [1987] – IDROSCALO CLUB ASD – 03’30″14
    DI MARIA RUGGERO ALESSA [1990]
  • 5° REGAZZONI ALBERTO [1986] – CANOTTIERI SABAZIA ASS. POLISP. – 03’31″64
    PARODI DAVIDE [1985]
  • 6° GALLIGANI MATTEO [1987] – S. CANOTTIERI COMUNALI FIRENZE – 03’36″04
    LASCHI ANDREA [1986]
  • 7° FACCHIN DANIELE [1986] – ASD CANOTTIERI PADOVA – 03’37″87
    FACCHIN ENRICO [1988]
  • 8° ZUFFI MATTEO [1986] – ASD CANOTTIERI TICINO PAVIA- 03’44″82
    RUSHAJ JULIAN [1980]
  • 9° OLTRAMONTI ALBERTO [1984] – SOCIETA’ CANOTTIERI AUSONIA SE – 03’49″79
    VAROTTO MARCO [1985]

K2 5000 metri Senior Uomini Finale

  • 1° RAMELLA ANDREA [1986] – GRUPPO NAUTICO FIAMME GIALLE S – 19’15″00
    TOTIS LUCA [1985]
  • SCARPA DANIELE [1964] – CANOA REPUBLIC OUTRIGGER CLUB – 19’16″20
    CANNIZZO ALESSIO [1973]
  • 3° VAROTTO MARCO [1985] – SOCIETA’ CANOTTIERI AUSONIA SE – 19’34″30
    OLTRAMONTI ALBERTO [1984]
  • 4° TOCCHETTI JOSEPH [1979] -C.K.C. LAGO PUSIANO – 20’07″30
    RIVA MARIO [1981]
  • 5° SCAPIN MARCO [1986] – ASD CIRCOLO SESTESE CANOA KAYAK – 20’33″30
    STORARI FABIO [1983]
  • 6° MACCIONI ALESSIO [1974] -CANOTTIERI ICHNUSA SEZ. CANOA – 20’48″10
    AMBU ALESSANDRO [1981]
  • 7° BELLIPANNI ANDREA [1960] – CANOTTIERI BUCINTORO SEZ. CANOA – 21’27″80
    MACCARI FRANCESCO [1974]
  • 8° LOLLI ALESSANDRO [1965] -CIRCOLO KAYAK CASTEL GANDOLFO – 21’59″10
    DESIDERI FILIBERTO [1969]
  • 9° CAMURATI RODOLFO [1956] – CAN. CANOA CLUB LAGO DI OSIGLI – 23’57″10
    CODINO DELIO [1973]
  • 10° SCHINCAGLIA SIMONE [1989] – POLISPORTIVA VERBANO SEZ.CANOA – 24’14″70
    CANETTA STEFANO [1975]

2° MEMORIAL KAROL WOJTYLA
Lago Albano di CastelGandolfo (Roma) 31 Marzo/1 Aprile 2007

01/04/07 (da www.federcanoa.it): Incredibile ritorno di Daniele Scarpa nel k2

Splendida giornata di sole per la seconda giornata di gare a Castelgandolfo.
Si è chiusa anche la seconda giornata del memorial “Karol Wojtyla”, prima prova indicativa per le Categorie Senior. Nei 500 Antonio Scaduto vince in rimonta di soli due centesimi su Franco Benedini. In terza posizione Alberto Ricchetti risultato poi il migliore nei 1000. Tra le donne Fabiana Sgroi vince di prepotenza la prova sui 500 davanti alla campionessa italiana Stefania Cicali. Il riscatto per la toscana arriverà nei 1000 con l’oro per la Cicali davanti alla friulana Anna Alberti e ad Anna Ricciotti. Dopo la brillante semifinale di ieri, solo nono invece Antonio Rossi che nei 1000 non riesce a trovare il ritmo penalizzato da un piccolo acciacco fisico.
Ottima Prestazione del K2 di Alessio Cannizzo e Daniele Scarpa (ASD CanoaRepublic) che hanno ottenuto due ottimi piazzamenti sul podio, terzi nei 500, alle spalle degli Ungheresi e Romeni, e terzi nei 1000 dietro Polacchi e Ungheresi , risultando il migliore equipaggio italiano della specialità.

 

VIDEO FINALE K2 1000 metri (CANNIZZO/SCARPA)

Video FINALE K2 1000 metri (High Definition – 23 MB)

Spettacolare la prova nel C1 con lo strapotere della Polonia interrotto dal ventiseienne Enrico Calvi, secondo al traguardo a 96 centesimi di secondo dall’oro conquistato da Wojciech Tysynski, quarto posto nel K4 al mondiale di Szeged 2006.


Arrivo del K2 500 di Cannizzo – Scarpa

Premiazione del K2 500 metri

Premiazione del K2 1000 metri

K2 1000 metri Senior Uomini Finale

  • 1° TWARDOWSKI MAREK – POLAND 03’28″25
    WYSOCKI ADAM
  • 2° ÁCS BENCE – HUNGARY 03’30″36
    DOMBI RUDOLF
  • SCARPA DANIELE – CANOA REPUBLIC OUTRIGGER CLUB 03’31″50
    CANNIZZO ALESSIO
  • 4° ANGHEL IONUT – ROMANIA 03’31″78
    SEVICI MARIAN
  • 5° GUALAZZI RICCARDO – CANOTTIERI BALDESIO ASD 03’33″19
    INZANI MATTEO
  • 6° REGAZZONI ALBERTO – CANOTTIERI SABAZIA ASS.POLISP. 03’34″05
    PARODI DAVIDE
  • 7° GALLIGANI MATTEO – S. CANOTTIERI COMUNALI FIRENZE 03’41″68
    LASCHI ANDREA
  • 8° BALSAMO FRANCESCO – IDROSCALO CLUB ASD 03’45″89
    CODEVILLA PIERO
  • 9° RUSHAJ JULIAN – ASD CANOTTIERI TICINO PAVIA 03’48″56
    ZUFFI MATTEO

K2 500 metri Senior Uomini Finale

  • 1° ÁCS BENCE – HUNGARY 01’37″78
    DOMBI RUDOLF
  • 2° ANGHEL IONUT – ROMANIA 01’39″39
    SEVICI MARIAN
  • SCARPA DANIELE – CANOA REPUBLIC OUTRIGGER CLUB 01’40″92
    CANNIZZO ALESSIO
  • 4° CALDOGNETTO EZIO – IDROSCALO CLUB ASD 01’45″82
    CODEVILLA PIERO
  • 5° TWARDOWSKI MAREK – POLAND 01’46″77
    WYSOCKI ADAM
  • 6° DE GREGORI STEFANO – CANOTTIERI SABAZIA ASS.POLISP. 01’50″84
    FRUMENTO DAVIDE
  • 7° SCHIERONI LORENZO – ASD CANOTTIERI TICINO PAVIA 01’54″53
    VESCOVI GIOVANNI
  • 8° TARELLA DANIELE – POLISPORTIVA VERBANO SEZ.CANOA 02’00″48
    PAIRAZZI EDOARDO
  • 9° MANCINI FLAVIO – CIRCOLO CANOA CASTELGANDOLFO 02’19″65
    FONTANA FEDERICO

IL LUNGO VIAGGIO VERSO “PECHINO 2008” INIZIA!
Australia, marzo 2007 – Gare di Selezione Campionati Open Australiani – 2° Posto nel k4 200

K2 SCARPA-CANNIZZO - Campionati Open Australia 2007

La partenza del K2 (Scarpa – Cannizzo)

K2 SCARPA-CANNIZZO Medaglia Argento - Campionati Open Australia 2007

La premiazione

Le prime soddisfazioni … Ma il dato più importante ed indicativo è stato che il ritardo che il k2 (Daniele Scarpa – Alessio Cannizzo) ed il k4 (“composto” con 2 amici australiani al momento …) hanno accusato nei 200, 500 e 1000 metri è stato “contenuto”, fornendo indicazioni positive e stimoli per le prime gare in Italia.

(Per il “resoconto” della trasferta e per tutti gli altri risultati leggi il “Diario“)

LA FOTO CON DEDICA DI DANIELE SCARPA

A tutti i miei Amici …
Io ci sono! E ci sono per Vincere!
“L’Impossibile? … Non Esiste!”

To all my Friends …
I’m in! I’m in to Win!
“Impossible? … Untrue!”

LOGO OLIMPIADI PECHINO 2008

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L'articolo IL SOGNO … INTERROTTO … sembra essere il primo su Sport e Medicina.

IMPOSSIBLE? … UNTRUE! E IL VIAGGIO CONTINUA …

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IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

IN ATTESA DELLA PROSSIMA SFIDA …

AllWave Cup 2012

29 Novembre 2012 – Leggo oggi sulla Gazzetta dello Sport della tragica notizia della morte del Dott. Marcello Faina.
Marcello è stato un caro amico e insieme al Prof. Antonio Dal Monte fu partecipe del mio impegno nello sviluppo delle metodologie che insieme al Prof. Colli, Dott. Faccini, Dott. Lupo, Dott. Marini, Dott. Bellipanni e altri colleghi che ora mi sfuggono, portarono ad una crescita progressiva fino alla conquista delle medaglie mondiali ed olimpiche.
In questo video del febbraio 2007, Marcello mi diede massima disponibilità per intraprendere un sogno che per tutti (o quasi) sembrava impossibile … Infatti dopo aver indossato la maglia azzurra nell’ultima esperienza della finale olimpica di Atlanta 1996 riconquistai la stessa maglia nelle selezioni di aprile 2007 … con solo 5 mesi di allenamento!

Quello che sembrava impossibile 5 mesi prima … avvenne anche grazie a Marcello.
Le mie più sentite condoglianze alla famiglia e amici/colleghi dell’Istituto Medicina e Scienza dello Sport di Roma.
Daniele Scarpa

MOLOKAI-HOE TEAM PARACANOE CONNECTION

Alcune foto della Molokai-hoe Team Paracanoe Connection.
La gara è stata molto dura, circa un’ora in più su quanto previsto. Infatti le condizioni “anomale” dell’oceano ci hanno richiesto uno sforzo maggiore del previsto. Il vento non era in poppa e non si son potute sfruttare le correnti e le onde del Kaiwi channel.
Il tratto più duro è stato tra Makapuu point e Diamond Head … i famosi ultimi 20 km sui 65 totali.
La partenza è stata emozionante come sempre e tutto si è svolto senza alcun problema. Tibaldo Zamengo (non vedente) e Greg Crouse (amputato ad una gamba) hanno dimostrato una tenacia e una perseveranza nell’azione a dir poco uniche.
Tutto il team ha apprezzato ed elogiato l’impresa di questi due atleti che hanno contributo a realizzare per la promozione delle attività Paracanoe in vista dei prossimi appuntamenti mondiali 2013-2014-2015 e in particolar modo della Paralimpiade di RIO 2016 dove le attività della paracanoa (Kayak e Canoa Outrigger V1) esordiranno nel programma paralimpico.
Il team italiano è composto da: Greg Crouse, Lee Beard, David Avila, George Puentes, Randy Naish, Shane E. Rye, Tibaldo Zamengo, Denis Ceschia e Daniele Scarpa. Assistenti video/foto, Alessandro Secchiati e Franco Roma. Il video/foto della gara verrà presentato alla www.adigematahon.it (Adigemarathon è stata partner in questa impresa insieme a Vidotto Sport, Unico 1, Arte & Forte, RSC Bucintoro 1882, VeriEroi, Cumini design & easy, CAF Challenged Athlets Foundation e CanoaRepublic).
L’impresa è stata dedicata a Silvia Memo, portando sulla prua della canoa oc “Il Sorriso di Silvia”.
Dopo le attraversate della Pirano – Venezia il team con gli atleti FICK della RSC Bucintoro 1882 (www.bucintoro.org) ha così onorato e festeggiato il 130° anniversario, dando il via a quelle iniziative di Sport & Arts che saranno il programma di questi ultimi mesi dell’anno celebrativo. Sul sito www.molokaihoe.com si possono vedere i video della gara e i commenti con i risultati finali.
Ora si torna in Italia (arrivo il 12) per essere poi presenti all’assemblea elettiva della Federcanoa dove sono candidato alla carica di Presidente.
Aloha & mahalo nui loa (arrivederci e grazie di cuore … in lingua hawaian)
Daniele Scarpa

LA PARTENZA

IN GARA

CAMBIO

TIBALDO ZAMENGO

DANIELE SCARPA

FEDERCANOA – DANIELE SCARPA SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA

http://canoaitalia.blogspot.it/2012/09/reclutamento-canoisti-australiani.html

Queste cose le predicavo fin dai primi anni 90 … poi nel mio mandato da Consigliere Federcanoa (tre anni … 2005-2007) ho cercato attraverso il CFSxT di far attecchire il desiderio di aprirsi ai paddle sport per dare massima creatività all’aspetto evolutivo del canoista (anche a quello di età avanzata … vedi ora i tanti master che dall’acqua piatta si cimentano anche nelle sfide sulle onde. Appuntamento a fine mese alla Ohana Mana ICF World Cup a Villasimius Cagliari!).

Questo che leggete pubblicato non è altro che l’evoluzione delle collaborazioni tra enti che sviluppano i paddle sports (Life Saving Australia) e la federazione nazionale di riferimento. Questo era uno dei settori ai quali il Presidente Federcanoa 2005 -2007 diede al sottoscritto responsabilità per la promozione/sviluppo/crescita. È stato un bel triennio di “creatività” del mondo federcanoa italiano … così come per il settore paracanoa (vedi lo sviluppo e inserimento della canoa polinesiana outrigger Va’a … chi non ricorda le battaglie per farla apprezzare e comprenderne la “valenza” per chi avrebbe desiderato praticare la monopala. Se ora questa specialità è inserita a pari rispetto al 50% nel programma Paracanoa ICF e Paralympico, le intuizioni di allora non erano così illogiche, come qualcuno le voleva far apparire), ma poi, tornando sempre ai paddle sport, abbiamo un paese ricchissimo di spiagge e con un mare che non aspetta altro che essere “domato” per poter cavalcarne le onde a bordo di qualsiasi mezzo che possa essere spinto da una pagaia … Australia docet, ma non credo che gli italiani siano meno intraprendenti … basta solo essere pronti a cavalcare l’onda giusta: girano voci che il 13 ottobre sulle coste laziali località Ostia Lido, ne dovrebbe arrivare più di qualcuna. Ecco, tenetevi pronti con la pagaia, che poi ci divertiremo tutti, qualunque sia/sarà l’altezza dell’onda che andremo a scegliere (presidente e consiglieri).

Aloha e buone pagaiate a tutti/e.
Daniele Scarpa

SURFIN’ VENICE – Domenica 16 Settembre 2012

 

PIRANO-VENEZIA 2012 – 100 Km di Prepotenza …

Non chiamatela lunga distanza … una gara per lunga che sia non ha i toni di una lunga distanza, almeno non per me. Partiti con un meteo sfavorevole certi delle nostre potenzialità, l’equipaggio, super gasato ed emozionato, aveva muscoli ed esperienza da vendere. Gli stimoli al fianco di atleti disabili (un non vedente e un amputato) erano al massimo; se poi pensate che nessuno di loro due, neanche per un attimo nelle lunghe 9 ore e 45, si è lamentato di nulla …
Se qualcuno se lo fosse chiesto, per tutto il tragitto la nostra canoa polinesiana non ha rallentato per un solo istante … e non parlo di secondi … parlo di istanti!
Il nostro capitano, il Grande Daniele Scarpa, non ci permetteva neanche di bere per più di 3 secondi … erano metri persi … ci ha fatto fare 100 km al ritmo dei suoi famosi 1000: ” mancano 150 metri …” lo sprint alla fine la dice lunga sulla testa di questo signore pelato: dopo 99 km ancora la forza e la grinta per uno sprint!
In 100 km di gara contro il tempo, il mare e i nostri avversari, ho imparato che la stanchezza la sofferenza e i dolori nascono nella nostra testa, ho pagaiato per ore senza bere (generalmente non ci riesco). Da amante delle onde e abituato a capitanare gli equipaggi su cui pagaio, ho temuto il mare e il ribaltamento per i 100 km … più di una volta Daniele mi ha fatto notare che non ero da solo in canoa e che c’erano altri 1000 kg di canoa e canoisti insieme a me: tutto vero, ma ho preferito i suoi rimproveri ad una canoa 6 posti rovesciata … E di fatto se mai ci fossimo rovesciati sulle onde, avrei comunque dovuto sentire le sue urla … tanto vale … Immagino: “.azzzz Gaudino tu le onde le conosci dovevi stare attento!!!”.
L’equipaggio era fortissimo, ma non super affiatato, molti di noi si sono conosciuti per l’occasione, e per questo ho preferito agire così: 100 km tirando al massimo e quando le forze erano finite abbiamo cercato quelle che nessuno aveva … e le abbiamo trovate, non ha mollato nessuno, come ogni mia esperienza in mare, verso metà percorso, la magia: una tartaruga di mare … buon auspicio. Ho capito che sarebbe andato tutto bene, un evento unico, rarissimo soprattutto con il mare mosso. Ma quel giorno noi ci abbiamo creduto.
Stavo dimenticando: per chi non lo sapesse siamo partiti da PIRANO, SLOVENIA, per arrivare a VENEZIA, ITALIA. Da porto a porto, da faro a faro … e abbiamo sofferto molto.
Negli ultimi km la stanchezza aumentava e il mare peggiorava: il faro di Venezia (Punta Sabbioni), che si vedeva da parecchio, sembrava non arrivare mai …
Sono state le grida, le urla, le incitazioni di Daniele a tenerci svegli, attenti e forti fino all’ultimo: lui ha vinto le olimpiadi in canoa, ma sono certo che se esistessero vincerebbe anche quelle di urla!!!

10 ore di “… TIRAAAAA TIRAAAA ORAAA ORA ORAAA!!! VI VEDO … ALLUNGATI … FORTIIII … ADESSOOO … VELOCIII … È UNA GARAAAAA …”, spesso al limite tra gli insulti e le incitazioni. E non potendo mandarlo a quel paese, ce la prendevamo con il mare pagaiando più forte … e lui lo sa bene.
I consigli, le correzioni opportune sono poi arrivate a gara conclusa, con toni umani … una pacca sulle spalle e una maglia emblematica che Daniele vestiva con onore.
VERI EROI … non sono manie di protagonismo, ma mi ci ritrovo … l’abbiamo fatto, senza scuse, non ci ha fermato nulla: persino la barca appoggio ad un certo punto ha proposto di sospendere l’impresa tanto il mare sembrava peggiorare, è emblematico il modo di vedere il mondo da occhi diversi : l’anno scorso, prima della mia OLBIA-OSTIA in canoa, Gianni disse: “… ragazzi questo è il piano di marcia in caso di mare buono, poi abbiamo un piano B in caso di mare cattivo, ma non preoccupatevi: domani ci sarà bel tempo …” (il giorno prima della traversata del Tirreno … 260 km!).
Daniele Scarpa, il giorno prima della traversata disse a Tibaldo, l’amico canoista non vedente: “… Tibaldo, se te la senti vieni, altrimenti no, che noi anche se arrivasse un uragano, la facciamo …”.
E conoscendo Daniele, se mai fosse arrivato un uragano credo che avrebbe tenuto fede alle sue parole. Pagaia prepotente … con le braccia pensa poco e agisci.
In passato ho fatto un po’ di sport da combattimento e anche qualche incontro: questa traversata è stata un round tra pugni e calci: esattamente una settimana fa, e ancora la mente chiede relax.
Che altro dire … l’arrivo a Venezia in contemporanea con la festa del Redentore non ve lo racconto: andatevelo a vedere … non ci sono parole: la nostra accoglienza alla Bucintoro, club-museo veneziano dove la canoa è sacra. Lo staff e tutti coloro che hanno permesso questa impresa sono stati magnifici: qualcuno che crede nello sport, quello vero, ancora esiste.
Un grazie ai compagni di mare … è stato un onore pagaiare con:
1- Daniele Scarpa
2- Luca Barnaba
3- Lorenzo Roccabruna
4- Giuliano Raspante
5- Alessandro Gaudino
6- Nicolò Polesello
7- Mattia Colombi
8- Jacopo Colombi
9- Riccardo Marchesini (atleta paracanoa – amputato)
10- Tibaldo Zamengo (atleta paracanoa – non vedente)
11- Federico Barnaba

Un grazie particolare alla Reale Società Canottieri Bucintoro 1882 che ha permesso tutto ciò.
Ai ragazzi delle barche appoggio: Sergio e Nicola.
Al “VICE” Silvano Seronelli, a Piergiorgio autore grafico della Oc6 Mirage e responsabile Arte & Sale della Bucintoro.
A Sandra Truccolo (lei è la chiave di tutto) driver e assistant manager.
A mia madre che mi ha accompagnato dalla Sardegna per dirmi la sera prima di partire “… secondo me è pericoloso!”: grazie mamma per l’incoraggiamento!
Al giornalista Tullio Cardona, a bordo.
Ai ragazzi di CECOLANDIA (equipaggio Ceco che ha fatto l’impresa insieme a noi su Coastal Rowing).

Team Repubblica Ceca in Coastal Rowing:
1. Barbora Varekova http://www.usctrojans.com/sports/w-rowing/mtt/varekova_bara00.html
2. Gabriela Varekova http://www.usctrojans.com/sports/wrowing/mtt/varekova_gabriela00.html
3. Lenka Vrecnikova http://www.usctrojans.com/sports/w-rowing/mtt/vrecnikova_lenka00.html
4. Ludek Mikulec – 2004, 2006, 2008 – campionati del mondo canoa outriger
5. Vitezslav Huja – canottaggio Slavia Praga
6. Petr Cabla – canottaggio Club Otrokovice
7. Ales Susky – canottaggio Club Breclav
8. Timoniere – Martin Suma – canottaggio Dukla Praga
Il record di 8 ore e 45 minuti non è stato battuto, l’anno prossimo ci riproveremo: ci siamo “accontentati” delle 9 ore 40 minuti e 9 secondi (tempo registrato da S. Berton della FICr Federcronometristi all’arrivo al faro di Punta Sabbioni Lido). Ci fosse stata la Bora Nera del giorno dopo (domenica 15 …) la canoa polinesiana sarebbe volata sulle onde, viste le particolari performance di questo scafo costruito per avere vento/onda in poppa. Il Team della Repubblica Ceka in Coastal Rowing (canottaggio offshore) ha impiegato 44 minuti in meno, dunque 8 ore 56 minuti e 40 secondi.

Non me ne sono dimenticato: l’ultimo grazie ovviamente è per Daniele che, con più di una medaglia al collo, ha ancora tanto entusiasmo per fare sport, per fare canoa, per fare gare e tante imprese … ma, sopratutto, per trasmettere un messaggio: la canoa e il mare come scuola di vita …
Alla prossima.

Alessandro Gaudino
(un canoista del team RSC Bucintoro 1882 Xtreme Outrigger)

Link su Facebook con le immagini:

http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4342905895094.2180210.1360871828&type=1

PIRANO-VENEZIA – L’ANTICA ROTTA DEL SALE – 2012

Nuova sfida di Daniele Scarpa e la Reale Società Canottieri Bucintoro 1882 di Venezia con il team Xtreme Outrigger RSC Bucintoro 1882

Si ripeterà anche per quest’anno la sfida sui 100 chilometri, quella che sabato 14 luglio vedrà impegnato il campione olimpico Daniele Scarpa lungo l’Antica Rotta del Sale Pirano – Venezia, con il team Xtreme Outrigger reduce dalla sfida Mondiale hawaiana del 2010.
Scarpa sarà a bordo di una canoa Hawaiana Outrigger Va’a OC6 (canoa polinesiana a 6 pagaiatori), della Reale Società Canottieri Bucintoro 1882 di cui è direttore sportivo.

  

La canoa, dorata e griffata con i decori dell’amico Piergiorgio Baroldi sarà il mezzo per tentare l’impresa a cronometro per determinare il record sulla distanza dei 100 km. La sfida/record vedrà competere anche un team della Repubblica Ceca su imbarcazione 4X+ (canottaggio di coppia con timoniere Coastal Rowing) che già nella edizione 2011 aveva sfidato il team RSC Bucintoro 1882. Le imbarcazioni saranno accompagnate dalle barche di appoggio per la sicurezza della sfida in caso di avverse condizioni meteo/mare, visto che si attraverserà il golfo di Venezia sull’Antica Rotta del Sale che ai tempi della Serenissima vedeva portare il sale da Pirano (Slovenia) ai magazzini del sale a Venezia (ora sede della www.bucintoro.org).
La sfida/record vedrà a bordo anche i giudici che dovranno certificare la riuscita del record sui 100 km dal faro del Porto di Pirano al faro del porto di Venezia/Lido/Punta Sabbioni.
Questa nuova avventura, la quarta dopo quella degli anni scorsi, con la canoa Outrigger Va’a oc6, vedrà ancora una volta il capovoga Tibaldo Zamengo (non vedente) guidare il team composto dagli atleti Bucintoro: Luca Barnaba, Lorenzo Roccabruna, Giuliano Raspante e Nicola Zanella (componenti del team della federcanoa dragon boat ai prossimi mondiali ICF che si svolgeranno ad agosto a Milano) insieme ai pluricampioni d’Italia i fratelli Mattia e Jacopo Colombi.
Fanno parte del team il campione europeo Paracanoa Riccardo Marchesini (amputato ad una gamba) recente 4° posto ai mondiali ICF in previsione delle Paralimpiadi di Rio 2016.
Capitanerà il team “VeriEroi RSC Bucintoro 1882” Daniele Scarpa che avrà con se a bordo anche Nicolò Polesello (pluricampione di surfski) con il quale si sta allenando per i prossimi campionati italiani assoluti a Milano il prossimo settembre. Infine Alessandro Gaudino da Cagliari (lo scorso anno con team di Roma ha partecipato alla traversata Olbia-Ostia), pluricamione di canoa freestyle. Come supporto ai teams ci sarà l’amico Franco Daniele con il suo Felci 45 e il team BluSport sub.
Come per le scorse edizioni, si partirà alle prime luci dell’alba dal faro/porto di Pirano (Slovenia) per concludere a Venezia nel tardo pomeriggio con traguardo al faro di Punta Sabbioni, a Cavallino-Treporti ed arrivo presso la sede di RSC Bucintoro 1882 ai Magazzini del Sale alle Zattere.
Venerdì sera alle ore 18.00 il Sindaco di Pirano Peter Bossman e la Comunità italiana in Slovenia accoglieranno gli atleti ed una delegazione della Bucintoro; durante l’incontro verranno gettate le basi per la costituzione di un partenariato permanente “dell’Antica Rotta del Sale” fra più soggetti istituzionali e associativi per consolidare e sviluppare nella cultura, nell’ambiente, nell’arte e nello sport i rapporti fra le popolazioni costiere dell’Alto Adriatico.
I dettagli dell’evento e la presentazione degli equipaggi si terranno in una conferenza stampa che avrà luogo, alla presenza delle autorità locali, venerdì 13 luglio, alle ore 11.30 a Marina del Cavallino presso il Nautic Club galleggiante www.marinadelcavallino.com.
Nella serata di sabato 14 luglio, la Reale Società Canottieri Bucintoro 1882 festeggerà i protagonisti dell’impresa durante “Redentore EssenzasalE”, manifestazione di attesa dei fuochi del Redentore, con il ritrovo degli amici/e che parteciperanno alla serata S.U.P by Night & Fire presso la sede della Bucintoro, sul pontile sociale, nel cuore delle postazioni di lancio dei fuochi pirotecnici (prenotazioni: 041-5205630).

PIRANO – VENEZIA 2012
Daniele Scarpa lancia la sfida al mondo
Conferenza stampa: venerdì 13 luglio 2012 ore 11.30
Marina del Cavallino, presso il Nautic Club Galleggiante
Informazioni: admin@bucintoro.org – Tel. +39 041 5205630

3 Luglio 2012
NEWS DA CANOA REPUBBLIC

www.canoarepublic.it )

Carissimi, il caro amico e campione olimpico e mondiale Ian Ferguson, ora allenatore del team olimpico NZ ( dove a Londra gareggerà il figlio Steve Ferguson) verrà a trascorrere 4 giorni a Venezia presso la www.marinadelcavallino.com sede logistica di www.canoarepublic.it e della Rowing & Paddling Sports Academy della RSC Bucintoro 1882 per il periodo estivo.

(Aprire link per info su Ian Ferguson)

Ian Ferguson è una leggenda dello sport neozelandese. Nel 1984 a Los Angeles, i mie primi giochi olimpici dove a 20 anni ottenni 3 finali (4° k2 500 – 6° k2 1000 – 6° k1 500) il mitico Ian conquistò ben 3 ori (k1 500 – k2 500 e k4 1000), fu ancora oro nel k2 500 a Seul 1988 e finalista nel k2 1000 a Barcellona 1992. Tra i vari giochi olimpici 1980-1992 riuscì a vincere alcuni titoli mondiali sempre nelle gare del k2.
A Londra sarà presente come allenatore del team NZ e tra gli atleti partecipanti è presente il figlio Steve Ferguson, già olimpico a Sydney 2000 nel nuoto ( incredibile questo dato) e dopo Sydney 2000 Steve ha intrapreso la carriera del pagaiatore, partecipando a vari campionati del mondo e disputando le olimpiadi di Atene e Pechino. Ora Londra lo aspetta per provare a salire su quei podi olimpici che resero leggendario il papà Ian.

Il team arriverà giovedì a Cavallino Treporti e si allenerà e sarà ospitato presso le strutture della www.marinadelcavallino.com ( alloggio e ricovero imbarcazioni). Seguiranno degli allenamenti tecnici dove il padre Ian Ferguson e Steve mi hanno chiesto di condividere con loro gli ultimi ritagli della specifica preparazione pre olimpica in vista di Londra 2012( le gare si svolgeranno dal 6-11 agosto).
Sarà mia premura accompagnare Ian, Steve e tutto il team NZ a visitare Venezia e non sarà una sorpresa se vedrete un k4 sfrecciare sulle acque del Canal Grande … ad oltre 20 km/h senza fare onde … Io e i miei amici “kiwi” faremo uno “Special tour in Venice”.
Saremo presenti presso la RSC Bucintoro 1882 dove visiteremo il prestigioso museo storico del remo e della pagaia veneziana nazionale ed internazionale (ricordo che a Venezia solo due equipaggi hanno vinto l’oro olimpico nella voga: 1920 Anversa 2con – Ercole Olgeni e Giovanni Scatturin timoniere De Filip e, nel 1996, k2 1000 – Daniele Scarpa & Antonio Rossi, con l’eccezionale tempo/record di 3′.09″.196, tempo ancora imbattuto!) e poi dalla Bucintoro andremo a fare alcune pagaiate in giro per Venezia.
Sarà anche l’occasione per presentare la prossima sfida/record sull’Antica rotta del Sale da Pirano a Venezia, 100 km da percorrere per una sfida contro il tempo e l’equipaggio Coastal Rowing che ha accettato la sfida. Come per l’edizione 2011 (http://www.youtube.com/watch?v=4L3ntt9iJMA) dopo la sfida gli equipaggi festeggeranno il Redentore presso la RSC Bucintoro 1882 (www.bucintoro.org).

Per info:
Daniele Scarpa +39 335273958
www.missionnaked.com

TEAM OCEAN RACING BUCINTORO 1882

Daniele Scarpa – Alessio Cannizzo
1° assoluto e 1° di categoria ALL WAVE CUP 2012

Prossimi appuntamenti: Ocean Racing (Menton – Francia)
Mondiali ICF Marathon (Roma – Settembre 2012).

SEAKAYAK – OHANA MANA CUP 3 ESIZIONE
Campioni in scena a Villasimius

Sabato 24 settembre, nelle acque cristalline dell’ Area Marina Protetta “Capo Carbonara”, tra l’isola dei Cavoli e Capo Boi, si sono dati battaglia molti tra i migliori specialisti e appassionati dell’ocean-race provenienti praticamente da ogni angolo della terra, Alla gara erano rappresentate oltre 20 nazioni di ben 5 continenti. Non ancora inserita nel calendario degli eventi FICK-CFSxT, la manifestazione, che già da qualche anno è una classica per Surf-ski e Polinesiana, in un’ottica di sviluppo e ulterirore valorizzazione internazionale di queste attività in costante crescita, sin dal prossimo anno pone la sua candidatura per un importante ingresso ufficiale nella federazione. L’organizzazione impeccabile del Kauna Team, lo scenario unico e l’eccellente livello dei partecipanti hanno contribuito alla piena riuscita delle gare. Così, nonostante le onde surfabili non fossero tantissime e lo scirocco abbia soffiato soprattutto contro la direzione dei canoisti, i valori in campo sono comunque emersi e, nel rispetto del pronostico, il primo a tagliare lo striscione del Tanka Village è stato con il suo surf-ski monoposto il sudafricano Jasper Mocke, che ha preceduto di poco il biposto del nostro campione Daniele Scarpa e Paolo Sfameni. Poi tanti, tantissimi atleti stranieri. Per la cronaca, il secondo nel SS1 è stato lo spagnolo Kiko Vega Suarez, il terzo lo svedese Tommy Karls. Per comprendere il livello stellare della manifestazione ricordiamo che alla stessa ha partecipato il campione del mondo in carica del K2 1000 metri, lo slovacco Erik Vlcek (8°), mentre addirittura 10° è arrivato il mitico Oscar Chalupsky, già vincitore di 11 Molokai, il campionato mondiale per eccellenza della specialità. Nella classifica dei surf ski monoposto, prima di trovare un atleta italiano bisogna scorrere ben 13 posizioni e qui, scaramanzia a parte, si è posizionato il discesista Luca Panziera, mentre un altro ottimo fiumarolo italiano, già protagonista dell’edizione 2010, Mariano Bifano, è stato costretto al ritiro. Nella Polinesiana monoposto (VR1), la vittoria è andata a Giovanni De Francesco che, nell’ordine, ha preceduto l’ungherese Edvin Csabai, specialista della canadese, e il nostro “mitico” Gianni Montagner. Nella VR2 vittoria a Giancarlo Miolla e Bruno Fedi. Mentre tra le donne, la prima sul traguerdo è stata Marcela Erbanova. In modo emblematico ma anche suggestivo a chiudere il lunghissimo serpentone di quasi 100 canoe sono stati nel VR2 dei Master polinesiani Adrien Utia e Didier Champagnol. Insomma tutto ok, compresa la classica “firma d’autore” finale.




















DANIELE SCARPA & Co.
EUROPEAN MASTER GAMES 2011

Medaglia d’Oro nel K2 1000 metri

DANIELE SCARPA & Co.
EUROPEAN MASTER GAMES 2011

 

DANIELE SCARPA & Co.
Sull’ANTICA ROTTA DEL SALE – 2011
(Immagini … dell’Avventura ©)

DANIELE SCARPA sull’ANTICA ROTTA DEL SALE

19 luglio 2011 

L’ANTICA ROTTA DEL SALE

16 luglio 2011 

MOLOKAI’I HOE 2010

Per la prima volta nella lunga storia del “Molokai Hoe” – la gara di canoa polinesiana più importante al mondo – quest’anno partecipa anche un equipaggio tutto italiano e quasi esclusivamente trentino. Una partecipazione che oltre all’aspetto agonistico, mira a raccogliere le giusta esperienza per diffondere anche nella nostra regione la pratica dell’ancora poco diffusa disciplina dell’outrigger.
La 58esima edizione del “Molokai Hoe” – che si terrà il 10 ottobre 2010 alle isole Hawaii – assume un valore fondamentale per il Trentino che quest’anno potrà infatti contare su una speciale delegazione di rappresentanza. I protagonisti dell’avventura sono Luca Barnaba, Nicola Zanella, Lorenzo Roccabruna (atleti della squadra di Dragon Boat “Xtreme Drago Team”) i quali condivideranno pagaia e fatiche con due personaggi molto conosciuti nel mondo dello sport e nella specialità dell’outrigger: Daniele Scarpa (campione olimpico di canottaggio) e Nicola Zamuner (anch’esso campione mondiale di outrigger e di altri sport di pagaia).
La competizione consiste nell’attraversata del canale di Ka’iwi a bordo di un outrigger: una tipica canoa polinesiana a sei posti sui quali si alternano nove pagaiatori in una sorta di staffetta. I cambi degli atleti avvengono in mare, a canoe in movimento e lungo il tragitto delle 38 miglia (quasi 70 km) che separano le isole Hawaiiane di Ohau e di Molokai. Per compiere l’intero percorso, gli equipaggi migliori riescono a scendere sotto le cinque ore di attività, mentre i più ritardatari concludono le loro fatiche in sette ore e mezza circa.
La motivazione che induce il team italiano a partecipare all’impegnativa gara è, da una parte, la volontà di confrontarsi con i più preparati atleti mondiali di outrigger e dall’altra il desiderio di specializzarsi in una disciplina che, sebbene in Trentino e in gran parte dell’Italia sia ancora poco conosciuta, presenta ottime possibilità di crescita e coinvolgimento da parte di giovani, studenti, disabili, ecc. L’esperienza di “Molokai Hoe” rappresenta infatti il preludio di un progetto a cui Xtreme Drago Team – in collaborazione con UISP Comitato Trentino e Lega Acquaviva Uisp – sta lavorando da tempo: portare e diffondere in regione la pratica sportiva di pagaia con un occhio di riguardo nei confronti dell’outrigger che racchiude in se alcune delle più importanti caratteristiche dello SportPerTutti. La canoa polinesiana propone infatti un’attività sportiva che favorisce la socializzazione, lo stare insieme, la consapevolezza del ruolo che il singolo ha ‘nella’ e ‘per’ la squadra; non richiede (a livello amatoriale) particolari doti fisiche e per tanto si presta all’allenamento di bambini, giovani, adulti e disabili; si pratica all’aperto e permette ai soggetti di stringere un rapporto intimo e personale con l’ambiente che poco a poco imparano a conoscere e a rispettare.

PIRANO – VENEZIA: PERCORRENDO i 100 Km DELL’ANTICA ROTTA DEL SALE

«L’impresa che abbiamo compiuto vale più di un oro olimpico, per il valore umano e sportivo». Queste sono state le prime parole di Daniele Scarpa, campione mondiale ed olimpico, al rientro dal raid Pirano-Venezia, lungo l’antica rotta del Sale, a bordo di un kayak doppio, pagaiando senza soste con il sessantacinquenne non vedente Tibaldo Zamengo.

Partiti alle 6 del mattino da Pirano, Scarpa e Zamengo hanno compiuto un’impresa epica (con record sportivo annesso) percorrendo 100 chilometri in 10 ore e mezza, alla media di 6,5 nodi all’ora e 90 pagaiate al minuto. A conti fatti, ciascun atleta ha solcato l’Adriatico con 54mila colpi di pala. A Pirano, Scarpa e Zamengo sono stati accolti e festeggiati dal vicesindaco Alberto Manzin e da tutta la comunità italiana. Con i due veneziani c’era il team italiano (atleti veneziani, trentini e romani) che hanno seguito il raid in canoa polinesiana a 6 posti, allenamento per il prossimo campionato del mondo, ad ottobre, nelle Hawai, per l’associazione “Canoa Republic” di Daniele Scarpa e Sandra Truccolo. Durante il percorso, caratterizzato da afa e calura, i due atleti hanno dovuto assumere integratori e sono stati spesso rinfrescati da secchiate gettate dalla barca appoggio. Questo non ha impedito crampi, vesciche e stati di profondo affaticamento. Ma i due hanno resistito stoicamente e caparbiamente fino alla fine, giungendo trionfanti alla Bucintoro, per il Redentore e per inaugurare la nuova scuola di “Stand Up Paddling” (surf vogato all’impiedi). L’iniziativa è stata concepita per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei non vedenti e per mettere all’asta il kayak dell’impresa, divenuto “storico”, a favore dei pozzi d’acqua nel Kenia collaborando con Green  Cross Italia (RSC Bucintoro – www.bucintoro.org e www.canoarepublic.it).

Due uomini … un kayak biposto sit on top … 100 kilometri di mare … un record da battere … una sfida da vincere: “chi domina il mare … domina il mondo” (Temistocle) … Questo pensiero accomuna Tibaldo (65 anni, non vedente) e Daniele (Campione Olimpico e Mondiale di kayak (www.missionnaked.com) insieme per confrontarsi ancora una volta in una sfida che li vedrà protagonisti nell’agone della traversata no-stop da Pirano a Venezia, sull’antica rotta del sale che i veneziani percorrevano per trasportare l’oro “bianco” ed immagazzinarlo nei saloni dei magazzini vicini alla dogana di Venezia. Sarà dal magnifico porto di Pirano che partirà l’avventura/sfida al mare e alle fatiche che deriveranno.
Dopo ore di pagaiate gli amici veneziani vedranno Daniele e Tibaldo approdare alla banchina della Reale Società Canottieri Bucintoro nella sede dei Magazzini del Sale.
Tibaldo e Daniele hanno lanciato il “guanto” della sfida anche ad altri temerari pagaiatori … sapremo solo all’ultimo chi accettarà di battere il Record sui 100 km ed il Duo Scarpa/Zamengo.
Sarà la bellissima goletta dell’amico Adriano Giacomelli a seguire come escort boat l’impresa di questi impavidi pagaiatori.
Martedì 22 giugno presso la prestigiosa sede della Reale Società Canottieri Bucintoro (www.bucintoro.org) verrà presentata alla stampa quanto sopra descritto e si programmerà il tutto insieme al Dott. Filippo Ongaro per l’assistenza medica ed il supporto metodologico con lo staff dell’Istituto Ismerian.
Prima di questa impresa, i nostri due amici, Tibaldo e Daniele, saranno presenti ai Campionati Italiani Master che si svolgeranno ad Auronzo di Cadore il prossimo 26 giugno.
Dalle corte distanze olimpiche sui 1000 metri alla sfida dei 100 km che distanziano le due città di Pirano e Venezia … dalle circa 600 pagaiate per fare i mille metri sprint … alle 60.000 (sessantamila) e più pagaiate per coprire il tratto di mare che separa le due antiche città. Dalla Slovenia all’Italia … dalle profonde acque delle coste istriane … alle profondità marine delle spiagge del litorale del Cavallino Treporti e del Lido di Venezia.
Tibaldo da circa 10 anni ha perso completamente la vista e le emozioni che prova nel solcare le acque con un kayak gli permettono di percepire sensazioni uniche ed inimmaginabili anche per chi può vedere … come chi vi scrive.
L’onda che si infrange sulla prua dello scafo del surfski, i frangenti che fanno impennare e planare … il vento che fa si che l’acqua salata si insinui tra le rughe del viso segnato dalla fatica … i muscoli che bruciano glicogeno … tutto contornato da un mare blu con i delfini che ti accompagnano.
Ecco, questa è pura vita … dove la vittoria è con se stessi e con la natura che sembra non esserti amica! … Forte è colui che vince se stesso … Fortissimo è Tibaldo a saper vincere l’oscurità terrena per ritrovare la luce del mare che gli illumina la rotta per arrivare alla meta.
Daniele oltre a pagaiare, sarà al timone per condurre al meglio le surfate del kayak doppio “sit on top” che è stato scelto per questa sfida.
La mission che Tibaldo e Daniele hanno deciso di intraprendere ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ad essere più vicina ai problemi di chi non può vedere i colori del mondo … ma sa apprezzarne le melodie ed i suoni che la natura sa trasmettere. Il suono dell’onda del mare, come dice Tibaldo, è una vibrazione particolare ed unica … lo sciabordio dello scafo e l’impatto della pala della pagaia … rimandano il tutto ad una nota che solo il mare sa far percepire.
Spesso anche io chiudo gli occhi e rivivo con piacere le sensazioni che Tibaldo mi descrive quando vuole farmi partecipare in questa full immersion di avventura e sana pazzia.
“Se no i xe mati … no i voemo!!!”

Ebbene si, solo il pazzo piacere per quello che si riesce a percepire in ore ed ore di buchi nell’acqua … può essere compreso e “riempito” dalla gioia di vivere un’esperienza unica.

Daniele Scarpa

FORZA ROSA BCS PADDLER CONNECTION

(www.forzarosa.it)

Il Prof. Umberto Veronesi incontra le donne BCS Forza Rosa durante l’inaugurazione del Lungomare delle Stelle
Jesolo, 2 agosto 2010.

Per l’occasione il Comitato Italiano Forza Rosa Association (C.I.F.R.A) ha regalato al Prof. Umberto Veronesi una pagaia dipinta dall’amico Piergiorgio Baroldi (autore del manifesto Forza Rosa in “Venice 2010” e della Pirano-Venezia 2010). Ricordiamo che il Prof. Veronesi è stato un valido canottiere e nel vedere la pagaia ha apprezzato tantissimo il regalo … mancava poco e sarebbe salito in canoa con le ragazze Forza Rosa.
Un giornata indimenticabile per tutte le donne Forza Rosa, presenti con le amiche di Roma, Venezia, Jesolo, Cavallino e Verona.
Prof. Umberto Veronesi (one of the most important Oncology Doct in the world, about BCS problem) meet the “girls” of Forza Rosa. The Forza Rosa Italian Commitee gives an artistic paddle as present to Prof.Veronesi. He has apreciate a lot the present, infact he was a good paddler when was young and he sayed that he wish come back a paddle again with the bcs Forza Rosa girls.

We spend a unforgetable day with him at Jesolo, where the city have dedicated to him a part of sea walk pad call “Lungomare delle Stelle” … looks ad Hollywood famous street. At cerimony partecipate member bcs of team Rome, Venezia, Jesolo, Cavallino and Verona.

Aloha
Daniele & Sandra

I PARTNERS DEL PROGETTO | PROJECT’S PARTNERS

CONTATTACI ...: SPORT & MEDICINA RISPONDE!

CANOA KAYAK ITALIA

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L'articolo IMPOSSIBLE? … UNTRUE! E IL VIAGGIO CONTINUA … sembra essere il primo su Sport e Medicina.

LE MAIL RICEVUTE

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

Punta sempre alla LUNA … male che ti vada avrai fatto una passeggiata tra le Stelle …

(Anonimo)

43- Ciao Daniele, tu forse non ti ricorderai di me ma sei stato tu assieme al tuo vecchio amico Luca Carli ad avvicinarmi alla canoa olimpica un bel po’ di anni fa … Leggere di questa tua impresa credo faccia scoppiare il cuore di felicità di ogni canoista o ex canoista come me. Vai alla grande come hai sempre fatto, sono certo che ce la farai perché … stai già vincendo.
Daniele Pagan (Classe 71 – Bucintoro)

42- Vekkia Jena !!!! Sei gia in acqua !!! Allenati bene e torna al meglio, pronto ad esplodere. Forza, e Resisti! … Non sei Vekkio …….. Sei solo Forte, e questo gli altri lo sanno! Go Dan, Goooo Dan!!!
Nicola Zamuner

41- Daniele!!!
sono passato per caso per www.sportmedicina.com ………. e il cuore mi è balzato in gola!
Sono anch’io un “vecchio amico” e mi unisco ad Andrea e a tutti coloro che ti sostengono e ti sosterranno sempre nelle tue imprese. Hai proprio ragione “l’impossibile?…non esiste!”
Tu hai già vinto, Daniele e sono sicuro che vincerai ancora!!!
Alessandro Mao (Ex Canoista)
Ciao Alex,
grazie per la mail. Sto facendo questa “pazzia” … vedremo dove ci porterà!!! Un abbraccio e chissà che non ci si ritrovi alla prima occasione.
Aloha.
Daniele

40- Da quando ti ho visto vincere quella medaglia d’oro ad Atlanta ’96 ho sempre ammirato e seguito attraverso la televisione le tue vittorie e le tue sfide.
Poi qualche anno fa ho avuto il piacere di conoscerti ad una riunione del comitato regionale veneto e vederti al corso istruttori. Sono rimasto impressionato dallo spirito, dalla carica, dalla voglia e dall’entusiasmo che sai esprimere nelle cose che fai e nel comunicare agli altri le tue emozioni. Sei un esempio per tutti.
Ti ammiro e ti seguo su questo sito in questa tua nuova sfida che so porterai a termine, perchè solo i veri campioni come te riescono in certe imprese. Tutti noi ti vogliamo su un gradino del podio a Pechino il prossimo anno, ma non su uno a caso … su quello dove sotto c’è stampato il numero 1!!!
Nell’attesa di incontrarci ti auguro un grosso in bocca al lupo e un augurio per il matrimonio.
Franco De Marchi (Canoa Club Castelfranco Veneto)

39- Ciao Daniele,
sono una “ragazzina” di 35 anni che per una vita ha fatto agonismo, ma in un altro sport (basket). 8 mesi fa ho iniziato per gioco con la canoa e quando il mio coach ha iniziato a farmi fare gare ho pensato di essere folle a riprendere con l’agonismo, alla mia età, in uno sport completamente nuovo … Ma poi ho letto della tua sfida splendida e … ho preso fiducia anche per la mia pazzia.
Non so fin dove potrò arrivare, ma è entusiasmante sfidarsi ogni giorno alla ricerca dei propri limiti per poter crescere sempre di più, così nella vita come nello sport.
Sei un esempio meraviglioso per tutti e ti aspettiamo grandioso a Pechino 2008.
Emanuela (Canoista)

38- Daniele ciao!
Mi unisco ai complimenti. Ho visto la trasmissione “Dribbling” e con piacere ho apprezzato il servizio sul tuo progetto … Inutile dire che quando ti ho visto partire al laghetto dell’Eur con il tuo K1 mi sono chiesto: “ma c’ha er motore sotto a stà barca …!?”
Ti chiedo: “con le tue conoscenze, non riesci a far girare un servizio sulla magnifica trasmissione “SFIDE” che va in onda su Rai Tre?
Ho sempre sognato di vedere una volta uno speciale su qualche canoista …
Ciao ed in bocca al lupo.
Patrik Consalvo (Wild water paddler)

37- Mi associo anch’io ai complimenti a Daniele.
La sua sfida ha dell’incredibile, ma conoscendolo so che la sua determinazione associata al talento che madre natura gli ha donato potranno fargli raggiungere traguardi insperati.
In bocca al lupo!!!
Edoardo Mazzia (Kayakkista del Mariner ed ora Kayak Polista)

36- Sei una ROCCIA! Seguita così.
Antonio Dal Monte

35- … Quando il gioco si fa duro … è il momento di stringere i denti … e fare altre due pagaiate … Lo sai ti sto seguendo e la tua missione noi vecchi amici la stiamo vivendo con te tutti i giorni …Come ti ho già detto … ora è il momento di fare nero qualcuno … ma io so che li farai neri tutti … basta solo che ti diano la possibilità … e se strada facendo qualcuno (di loro) stremato cadrà in acqua … manderemo uno dei miei cani a salvarlo … ma anca no.Un abbraccio dal tuo amico ed ex canoista.
Andrea Schiavon (Ex canoista)

34- Complimenti Daniele per il ritorno e soprattutto per i risultati.Sicuramente il mio livello non è neanche paragonabile, ma nel mio piccolo sono tornato anch’io a fare le gare puntando una finale K1 – 200 metri agli assoluti. Il DNA non si può cambiare !!!!!!
Mirko D’Ambrosio (Canoista)
Ciao Mirko,
dacci dentro e vedrai che ce la potrai fare: di sicuro sui 200 … mi metti la punta avanti!
Aloha e grazie per il sostegno.
Daniele

33- Caro Daniele,
Sono appena tornato da un viaggio di lavoro nei Caraibi ed ho letto le tue mail.
Sei veramente un mostro! Sono felicissimo per te e so che riuscirai a raggiungere la tua meta se rimarrai concentrato come lo sei ora.In bocca al lupo ai Mondiali, seguirò tutte le gare da qui via internet e farò un gran tifo.Salutami tanto Sandra e a presto.
Luca Trovato (CANOISTA – FOTOGRAFO Free Lance e Compagno del Team Italy alla Molokai-Hoe 2003 e 2006 – From USA, S. Barbara)

32- Caro Daniele, andiamo a riprenderci un’altra volta quell’oro in fondo al lago e se non ci riusciremo torneremo comunque a galla più ricchi di prima perché solo chi ama viaggiare controcorrente sa cogliere quei piccoli ma fondamentali particolari che rendono un uomo veramente tale.
Stefano Babato (Giornalista)

31- Oggi apprendo dalla stampa locale la tua prossima impresa sportiva. Solo un grande può concedersi questo lusso, sono certo, a Zagabria trionferai come al solito, l’età non conta se c’è serietà nella preparazione e si dispone di un grandissimo talento. In bocca al lupo, gli Amici del Cuore ti sono vicinissimi in questa grande impresa, “ritorna vincitor”, te lo augurano di cuore gli Amici del Cuore con in testa il suo presidente.
Renato Lazzari (Amici del Cuore, Venezia – www.amicidelcuorevenezia.org)

30- Dear Daniele,”When you develop your ability to balance your emotions, unexpected problems won’t knock you off balance as easily, and you’ll return more quickly to a positive outlook.”
Peggy McColl (Author of “Your Destiny Switch”)

29- Buona sera Daniele, sono un ex giovane canoista. Ho trovato il tuo indirizzo sul sito che parla di te e della tua missione. Oggi ero a Mantova per le gare, ma solo, per mia sfortuna, come spettatore e … NON POSSO FARE ALTRO CHE FARTI I COMPLIMENTI PER LA FANTASTICA GARA IN K2 1000!!! TI FACCIO I MIEI MIGLIORI AUGURI PER IL TUO PROGETTO DI PECHINO E PER ZAGABRIA .SALUTI E BUON ALLENAMENTO
Filippo (Un Ex Canoista)

28- Ciao Daniele,è sempre un piacere ricevere tue notizie.Ci siamo visti il servizio televisivo andato in onda in occasione della trasmissione sportiva “Dribbling”. Ti confessiamo che ci siamo emozionati; siamo tornati indietro con la memoria ed abbiamo rivisto il Daniele che “spiavamo” al laghetto dell’Eur mentre si allenava in preparazione delle Olimpiadi di Atlanta.È bello sentire nella tua voce quello stesso entusiasmo di sempre: riesci a trasmettere una carica tale che – come ha specificato bene il Prof. Dal Monte – infonde speranza e coraggio a chi sente di non avere più qualcosa da dare agli altri.E non ci riferiamo solo all’ambito dello Sport, ma anche e soprattutto nelle situazioni di vita quotidiana: in famiglia, al lavoro … Siamo sicuri che la tua è una grandissima impresa e ci piace pensare che il tuo sogno è anche quello di tantissime persone che (in Italia ed all’estero) fanno il tifo per te. Infatti, abbiamo l’impressione che l’ironia della gente si stia trasformando in sostegno sincero: dalla cima della montagna hai lanciato un’idea, un piccolo sassolino che – piano piano – prende sempre più la forma di una valanga di consensi.
Crediamo in te e continueremo a sostenerti con tutto il nostro affetto.
Forza Daniele, siamo tutti con te in K2!!! Ad maiora!
Alessandro Pettè e Patrizia Carnevale (Due Carissimi Amici)

27- Ciao Daniele,ci siamo conosciuti a Termoli ad una gara fra Nautici, non ti puoi ricordare di me nelle gare di canoa perchè arrivavo sempre dietro, poi ho avuto un po’ più di fortuna con il canottaggio e adesso che ho ripreso a fare il master sono certo che con la metodologia e la volontà, ma soprattutto il tempo a disposizione, si può arrivare molto in alto.Ce la farai ne sono certo e noi tiferemo sempre per te, un campione pulito da prendere come esempio dalle nuove leve.
Leonardo de Pol (Classe 1965)

26- Hey Danielle, I don’t really wanna distract from your traning and stuff, and I don’t really except that you reply me, because I guess you got million stuff to do, which is the way if you wanna achieve unforgettable performance in the near future but I just wanna tell you, you are right. Impossible is Nothing!!! and I just wanna give you a good example which is similar to your attempt in order to inspire you.My ex coach Istvan Vaskuti and Laszlo Foltan (Vaskuti is still in the ICF anyway, they won in 1980 in Moscow Olimpic in C2 500 m). They returned in 1999 in C2 200 m at Hungarian Trial (Vaskuti was 45 and Foltan was 48 at that time) and after 10 years no competing, they almost represented the Hungarian Team in C2 200 m in 1999 despite of that they just made a little effort to make the team (they just did the trials for nostalgia, with not too much training and they almost did it!!!) and plus if you followed the last year World champ. (Szeged) in C4 200 m, one of the member of the winner Czeh Team is 42 year old (Prohaska) so yeah It’s Possible!!! (over 40). By the way, you guys gave me an unforgettable performance in ATLANTA, with this last 200 m, it was incredible, man (I know still the best time ever) by the way Rossi and Bonomi are still in the Business or they totally retired? (Just reply if you have really got time if its not that cool). Anyway I really support your cause, I think this is a real Sport Heroic stuff, and I am pretty sure if you make it, it’s gonna be an extraordinary feedback for our sport, as a patriotic hope you won’t be that good to beat the recent World Champ (Kamerer-Kucsera), but besides that I wish you kick all of them s’ ass. Good Luck and WAY TO GO!!!
Gabor (Hungarian master canoeist)
Hi Gabor,
my goal is to be fit enough to show how is possible compete in respect of the “rules” of sport and rules of metodology training programm trough the help of team of MissionNaked. I think is possible to do something good … good enough to dream togheter and I’ll try to do my best to get the world & olympic goal. At 43 years old is hard … but not impossible!!!
Thanks for your support, you can follow me at www.missionnaked.com and cross the finger for next week end race.
See you
Daniele Scarpa (An Italian Master …)

25- Hey dude, i just wanna let you know, i have a faith in you. Making the Olimpic final or Podium. And have a big respect to you giving a try … at your age in my Opinion, you are able to achieve your goal despite of your age, if Brigidt Schmidt did it, you can do it as well!!!GO FOR IT, Dude!!! Take care.
Gabor (Hungarian master canoeist)

24- Daniele … come sempre sei e rimani unico … ed eccessivo in tutto … nello sport e nell’amicizia …I tuoi “vecchi” amici … quelli che ti hanno visto sudare e divertirti … quelli che hanno visto il vecchio Bruno … sognare per te e con te … sono e saranno sempre vicino a te … in ogni momento.Tu per noi non sei “naked” … sei solo Daniele … anzi il nostro amico Daniele …
Andrea Schiavon (Ex canoista … amico di Daniele … e papà di Tommaso Canoista di belle speranze)

23- Per Daniele, un nostro grande, grandissimo Amico!!! FORZA DANI!!!
Makai Outrigger Canoa Club di Roma

22- Mi fa molto piacere vederti e sentirti così motivato … sono certo che tutto andrà alla GRANDE. TRASMETTI UNA GRANDE ENERGIA!!! Ti abbraccio.
Fabio Scardellato (Ex compagno di scuola all’Ist. Tec. Nautico S. Venier di Venezia e giocatore di serie A e B di Volley)

21- Uahu Daniele … sei mitico! Proprio l’altro giorno in tv sei andato in onda con un bel servizio su SKY “ICARUS” e mi ero riproposto di scriverti per farti gli auguri per l’impresa. Vedo che sei tornato ragazzino almeno per l’entusiasmo che ci metti; anche il fisico non scherza.Per ora ti auguro una stagione di successi sia sportivi che, soprattutto, personali. Ciao
Antonio Piu (Dirigente ASC Ass.ne Sportiva Confindustria)

20- (Venezia, 27 marzo 2007) Oggi ho trovato un po’ di tempo per curiosare e vedermi le pagine del progetto “Mission Naked” e oggi sono 8 anni che mi fu comunicato che avrei continuato la mia carriera lavorativa a Venezia.Prima di partire avevo deciso di non pensare più alla canoa ed al dragon boat. Dopo un mese e mezzo che ero a Venezia mi ha chiamato Daniele e abbiamo organizzato una regata con 3 dragoni in piazza dell’Unità a Trieste … L’unico particolare è che fino a 10 giorni prima dell’evento non c’erano né le barche né gli equipaggi! Morale: un leader è grande quando ha gli “attributi” per mettersi in gioco anche lui, sapendo di rischiare la faccia … se non lo facesse, non sarebbe un leader!In c … alla balena!
Andrea Bedin (Direttore Sportivo VENICE CANOE & DRAGON BOAT – Email venicecanoe@venicecanoe.com Web site: www.venicecanoe.com)

19- Solo questo: spakkali tutti e buonanotte! Un tuo estimatore da sempre.
Klaus Pagano (ALLENATORE NAZIONALE CANOA POLO FICK e compagno di squadra nelle FF.OO. 1987)

18- Sei veramente coraggioso quando sai di essere battuto ancora prima di cominciare, ma inizi lo stesso e arrivi in fondo a dispetto di tutto.Un abbraccio.
Andrea Covi (CORPO FORESTALE, MODENA)

17- Ciao Daniele,sono Roberto Olivotto e sono sorpreso ed esaltato dalla tua nuova sfida. Sappiamo tutti, specie noi canoisti, il tuo valore di atleta. Ma per mettersi ancora in discussione come fai tu ci vuole qualcosa di più del “semplice” talento sportivo …Ti ammiro. In bocca al lupo!
Roberto Olivotto (CANOISTA)

16- Caro Daniele, un grande in “Bocca al Lupo”.Seguirò i tuoi risultati sul sito: con il talento e la determinazione che hai ce la farai certamente … Ciao ed un grande abbraccio!
Maurizio Barbieri (CANOTTIERI TICINO Classe 1964 – Compagno di squadra di Daniele Scarpa ai Campionati Europei di Sofia 1981 – AMMINISTRATORE DELEGATO General Computer Italia)

15- Ciao Daniele …Non si è campioni solo per i podi che si salgono, ma per lo spirito, il coraggio e la voglia di farcela … Continua cosi: c’è bisogno di modelli positivi in questo mondo dove conta solo “l’apparire” … e dove “l’essere” viene spesso dimenticato … Se capiti a Roma fatti vivo. Un bacio e auguri doppi … per IL SOGNO … e per IL MATRIMONIO …
Silvia Agostini (SUPPORTER CANOAREPUBLIC)

14- Ciao campione pulito. Un abbraccio.
Fiorello Cortiana (UN PARLAMENTARE … SPORTIVO)

13- Ciao Daniele, complimenti: è una bella sfida quella che hai intrapreso. Nulla è impossibile! Ci vediamo a Venezia. Saluti.
Fabio Romei (INSEGNANTE Corso di Management dello Sport del CONI)

12- Ciao Dreamer, finalmente qualcuno che si mette in gioco sul serio!!! Hai tutto il mio appoggio oltre alla sconfinata stima che nutro per te da dieci anni e più. Un abbraccio
Max Verdino (FOTOGRAFO Free Lance) e Katia

11- Complimenti!!! Ti faccio il tifo. Bacioni.
Elena Magro (ASSONAUTICA VENEZIA)

10- Ciao Daniele, ho sempre sentito parlare di te dai miei allenatori Alessio Maccioni e Maurizio Pitzianti e ora ho potuto leggere la tua storie e tutto il resto. Sono un canoista di 22 anni venuto dal canottaggio, canoa polo, polinesiana e dragone …Volevo semplicemente farti i complimenti per quello che hai fatto tirandoti indietro quando si voleva far scomparire l’atleta con la A maiuscola … Continua così, c’è tanta gente che crede in te … Un saluto.
Marco (CANOISTA)

9- What a wonderful and inspirational post. I hail and applaud your efforts and wish you well on your project. Hopefully you will continue to keep us posted on your progress. Your determination if nothing else will help motivate us when we feel lazy or would rather give up. You would encourage others through example to be the best they can be, and to take pride in their efforts by being dope free.
P.S.: A note on muscle memory. When I saw your Concept 2 video on Fred’s web site, I had to snicker. My eyes saw you body loading on the blade and water that wasn’t’ there. You can take the man off the water, but muscle memory dies hard. Keep up the good work. With high regard.
Earl Metzler (CANOA REPUBLIC)

8- Ciao Daniele, sono un tuo tifoso dei tempi di Atlanta (ammetto che era facile …) e di adesso, nuovamente, interessatissimo a tutto quello che riguarda la tua preparazione per Pechino, a tutto quello che si può ottenere dal proprio organismo solo con la fatica, il metodo, il sacrificio e soprattutto la passione. Non mollare, il vero sport non è quello che ingrassa i procuratori e gli organizzatori. È il tuo. In bocca al lupo.
Sebastiano (SPORTIVO)

7- Caro Daniele, l’idea di rendere noti i risultati e i programmi di allenamento sul web è molto bella; ti seguirò lungo il cammino. Anche l’idea della sfida non è male. Mi hai dato un po’ di carica, di cui avevo disperato bisogno, per ributtarmi, stanchezza o no, ad allenarmi ed essere pronto per la stagione estiva. Alooooha.
Luca Trovato (CANOISTA – FOTOGRAFO Free Lance)

6- “Nothing Is Impossible” for Daniele! Ma come t’è venuto in mente?! Bello!
Oltre all’incoraggiamento per il campione, per la persona, ma soprattutto per l’amore che dimostri verso questo sport, un augurio particolare da un’altro sessantaquattrino! È di stimolo pure per me a riprendere l’attività e vedere se riesco a partecipare agli assoluti di Valstagna. Forza Daniele! Voglio sentire ancora “Bisteccone” delirante!
Giovanni Perozzi (CANOISTA)

5- Sono un appassionato di canoa olimpica ed un allenatore/praticante della specialità. Sono molto incuriosito dal progetto e mi piacerebbe poter partecipare almeno come spettatore ed appassionato di fisiologia e tecnica …
Mauro Periccioli (CANOISTA)

4- Caro Daniele, ho letto con incredibile sorpresa sul sito Federale dell’impresa fantastica nella quale ti stai lanciando! Non ho parole per manifestarti la grande gioia che provo in questo momento all’idea di vedere nuovamente un vero campione come te sui campi di gara. Ti ringrazio per il bellissimo esempio di forza e determinazione che stai dando a tutti noi: che possa esserci utile nella nostra vita sportiva, ma ancor più nella vita di tutti i giorni. Grazie e rendi possibile l’impossibile!
Con affetto
(P.S. Sarà ancor meno possibile vederti a Tarquinia Lido, ma mi auguro sinceramente che un giorno tu ci possa venire a trovare).
Giancarlo Prosperoni (CANOISTA)

3- L’idea di Daniele Scarpa di mettere “in chiaro” il suo programma di allenamento e i suoi miglioramenti metabolici è molto intelligente e propositivo e non ha nulla di narcisistico. Da una parte si ha modo di seguire da qui all’appuntamento di Pechino uno dei nostri più importanti atleti arricchendo le conoscenze di chi è interessato a questi argomenti, e dall’altra di dare ai più giovani una testimonianza importante di amore e dedizione completa allo sport della canoa. Ho avuto il piacere di collaborare con lui nelle fasi d’impostazione del nuovo programma di sviluppo dei maestri di canoa fluviale e di creazione della nuova figura del maestro di canoa da mare e devo dire che, nonostante cercassi di “mettermi in scia”, non mi è stato facile stargli dietro. Ritmi serrati, comunicazione costante, gioco di squadra: se adesso i maestri di canoa sono ripartiti molto, ma veramente molto, lo devono a lui. E se adesso su questo argomento lui è stato esonerato e tutte le sue energie sono concentrate nella sua preparazione olimpica, posso dire di aver avuto la fortuna di collaborare con un grande campione che nonostante i suoi 43 anni ha ancora tanto da dire allo sport italiano. Forza Daniele e in Bocca al Lupo.
Giovanni Dall’Oglio (SPECIALISTA IN MEDICINA DELLO SPORT)

2- Caro Daniele, i miei pazienti spesso mi chiedono … “Ma io guarirò?” … “Ce la farò” … “Riuscirò a tornare come prima?” … Io di rimando rispondo sempre con questa frase: “Ma tu ci credi? … Se ci credi può essere che accada …”Quello che sento di dirti è che, se tu ci credi, questo bellissimo sogno si potrà avverare!!! Ti auguro di cuore le migliori fortune per questo nuovo capitolo della tua vita … Con stima e affetto.
Antonio De Lucia (PSICOLOGO DELLO SPORT – CENTRO STUDI FICK)

1- Una Ferrari come sei tu, se messa bene a punto con intelligenza e determinazione, sicuramente può far sentire il rombo e la potenza del suo motore, ma la cosa più importante è che se anche la Ferrari è di vecchio tipo abbia una fortissima giovane e fresca motivazione. Un mio consiglio: non essere velleitario, calcola tutto e mettiti sempre in discussione. Per concludere ti scrivo quello che ha detto Schumacher ad una conferenza stampa. Alla domanda: “Che differenza c’è tra un atleta ed un campione?”, ha risposto: “L’atleta è quello che vince le gare, il campione è quello che non le perde”.
In Bocca al Lupo Campione, ti seguirò.
Riccardo Dezi (INDOOR ROWING s.r.l. – www.concept2.it www.vasatrainer.it)

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IL DIARIO

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]


12-03-2008 – Sydney – Sono in finale nel k2 500 … Domani eliminatorie 1000.
Aloha, Daniele


Articolo pubblicato sul giornale “The Manly Daily” – 6 Marzo 2008



Articolo pubblicato sul giornale “The Manly Daily” – Febbraio 2008


PRIMO ALLENAMENTO A SYDNEY 
(Sydney Academy of Sport Lake Narrabeen – 25 Gennaio 2008)

“Saluti da Sydney … pensando a Pechino 2008” (Greetings from Sydney … thinking to Bejing 2008)
Aloha, Daniele Scarpa


ALLENAMENTO A SYDNEY 
(29 Gennaio 2008)

“Qui si fa sempre più dura e l’età si sente … ma non molliamo!!! Tra 10 giorni la prima gara”
Aloha, Daniele Scarpa


Articolo pubblicato su “La Nuova di Venezia e Mestre” – 28 Novembre 2007

LA NUOVA di VENEZIA e MESTRE - 28 Novembre 2007


Articolo pubblicato su “Il Gazzettino” – 23 Novembre 2007

IL GAZZETTINO - 23 Novembre 2007


DIARIO – 8

Cari Amici/Amiche,
dalla mia ultima pagina di “diario” sono cambiate alcune cose e altre stanno per cambiare.
Dopo la prova di Coppa del Mondo in Francia a giugno (8° classificato finale del K2 1000 con L. Malusà) ero stato convocato per un test pre – Europei Spagna.
La mia prova è risultata non all’altezza delle aspettative tecniche probabilmente per due ragioni: 1) stavo “caricando” con l’allenamento non avendo fatto “pause” per il dopo Francia; 2) l’altra ragione era l’impegno che mi stavo accingendo a portare a termine insieme alla mia dolce metà, Sandra …
Infatti come molti già sanno o hanno saputo, lo scorso 7 luglio 2007 alle ore 17 … dopo 7 anni … ci siamo sposati. Grande passo e grande cambiamento.
Ora, trascorse le due settimane post matrimonio, sto definendo la preparazione per un test di verifica che il settore tecnico ha ritenuto proporre per il prossimo 23 luglio.
Dalle valutazioni del test si definirà la squadra azzurra che parteciperà ai mondiali che si terranno dall’8 al 12 di agosto a Duisburg. Certamente questa prova determinerà le scelte migliori per la federcanoa e devo dire di essere assai sorpreso nel ritrovarmi a disputare una prova di questa valenza … se penso che solo lo scorso dicembre questa opportunità era pura utopia.
Sono trascorsi meno di 8 mesi e dopo aver perso 12 kg … eccomi sul mio K1 a misurare le prestazioni ritrovate, che, qualunque sarà il risultato, mi ripagano e mi rendono abbastanza soddisfatto per il traguardo raggiunto sino ad oggi.
Come detto in altre occasioni, l’età non aiuta certo e ritrovarmi competitivo a 43 anni mi ha dato forti motivazioni e buoni riscontri.
In questi ultimi tempi ho ripreso anche a lavorare con le gambe per cercare di rendere meno duro il movimento di “pedalata” che si applica alla pedaliera del kayak (nella foto potete vedere il mezzo “tecnico” utilizzato). Faccio delle uscite blande in mountain bike o con la nuova Pinarello, azienda che mi ha voluto quale testimonial del suo marchio/prodotto.
Chissà che a qualche Gran Fondo non ci scappi una mia presenza, oltre all’idea di sviluppare delle competizioni “triathlon /duathlon” da proporre per un gemellaggio con altre discipline di endurance (questo tipo di competizioni è molto in uso in Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti).
Potete vedere nelle tabelle dei test fatti (ringrazio il Dott. A. Bellipanni) i miglioramenti che sono avvenuti sulle frequenze e sui ritmi di gara e vi è stato anche un miglioramento fisiologico ottenuto tramite una serie di test/valutazioni sviluppate con il centro Cultura & Salute di Treviso, insieme al Dottor Filippo Ongaro.
Ultimi ritocchi della preparazione presso il centro “Le Bandie” di Treviso, dove grazie alla disponibiltà del Res.le Comm. Remo Mosole e dello Staff “Bandie Eventi” del Dottor Evangelista, ho potuto testare e valutare al meglio le mie performance.
Grazie anche al Dottor Sergio Lupo che in queste ultime settimane mi ha seguito e mi ha dato le sue ultime precisazioni sulle metodologie applicate, ricordandomi di dare giusto equilibrio nelle fasi di applicazione programmi/test.
Ora vi saluto e vi do appuntamento al prossimo “diario” … chissà che non ci siano altre news interessanti per me … così che io le possa raccontare a voi.
Dopo i mondiali, prossimo obiettivo della stagione saranno i Campionati Italiani Assoluti del 15 e 16 settembre a Milano, dove gareggerò per la prima volta con la nuova maglia della S.C. Bucintoro Venezia. Infatti dallo scorso giugno, dopo accordo con CanoaRepublic, sono passato nella “scuderia” della Bucintoro per sviluppare la necessaria collaborazione con questo ultracentenario circolo veneziano presieduto dalla Dott.sa Lucia Diglio.
Arrivederci a presto su www.missionnaked.com o su www.sportmedicina.com
Daniele Scarpa

Ennesima Medaglia d’Oro che arricchisce il Team di Campioni che utilizzano le biciclette Pinarello: Daniele Scarpa, Medaglia d’Oro e Medaglia d’Argento ad Atlanta nella Canoa. A 43 anni è rientrato a gareggiare dopo 10 anni di stop (si era ritirato a 33 anni) e punta a Pechino 2008. Si allena tutti i giorni alle Bandie ed ora inserirà nel proprio allenamento anche la bicicletta.


DIARIO – 7

Eccoci … pronti a ripartire. Aloha!
Daniele & Sandra

Daniele Scarpa & Sandra Truccolo SPOSI: Freccie & Pagaie si uniscono ...

DANIELE E SANDRA SPOSI


Articolo pubblicato sul “Corriere del Veneto” – 28 Giugno 2007
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DIARIO – 6

Cari Amici/Amiche,
Io e Sandra ci sposiamo … Frecce & Pagaie si uniscono … il 7 Luglio 2007

Daniele Scarpa & Sandra Truccolo SPOSI

Per qualche giorno quindi non si pensa agli allenamenti, alle gare, alle Olimpiadi di Pechino 2008 …

Tra l’altro il 22 Giugno 2007, la BMW Italia ci ha consegnato il premio “Sportivamente Unica 2007” e ci ha invitati a partecipare come “Testimonial” al Viaggio/Evento BMW, con destinazione Cina/Pechino 2008, che partirà da Venezia, sulle orme di Marco Polo … E visto che tutti e due vorremmo andare a Pechino (come atleti!) … se proprio non ce la faremo a partire con l’aereo della Nazionale Olimpica Italiana, vorrà dire che ci andremo lo stesso … in BMW!

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Premio "SPORTIVAMENTE UNICA" 2007 - BMW Italia

Alcune immagini della Manifestazione “Sportivamente Unica 2007”

DIARIO – 5

Cari Amici/Amiche,
è passato un po’ di tempo dal mio ultimo “diario” e la ragione per cui non ho riportato news all’indomani delle prime gare di World Cup in Croazia era la volontà di scrivere il diario alla fine delle tre prove di Coppa del Mondo, per fare un bilancio generale.
Come molti hanno già avuto modo di apprendere dal sito www.federcanoa.it, la trasferta in Croazia ha portato il sottoscritto all’esordio del circuito mondiale con il K2 composto da Scarpa-Malusà. La gara scelta è stata il K2 1000 metri (come da qualificazione nelle selezioni di Mantova ad aprile) e devo riconoscere che l’impatto con l’effetto “World Cup” è stato assai duro, oltre che emozionante.
Rivedere tanti amici “pagaiatori”, avversari di un tempo, ora affermati tecnici delle rispettive compagini federali mi ha fatto riflettere non poco. Ergo, devo fare l’atleta o il tecnico?! … Atleta, atleta, per ora!!!
Qualcuno di questi mi ha salutato con un bel sorriso di benvenuto nei quadri tecnici … io sono pure stato al gioco, poi quando mi hanno visto nella start list e gareggiare, si sono ricreduti sulle mie intenzioni e, con ammirazione, mi hanno fatto i loro complimenti.
Certo è che stata mia premura spiegare a tutti la motivazione di questo mio ritorno e le ragioni per cui si sta sviluppando il progetto www.missionnaked.com.
Eliminata la fase di perplessità, hanno tutti condiviso lo spirito e il concetto per il quale la ricerca applicata alle mie performance agonistiche poteva essere poi usata ed interpretata per avere maggiori riscontri su metodologie e strategie di allenamento prossime e future.
La fase delle gare si è svolta in un week-end non molto favorevole dal punto di vista climatico. Effettuata la prima fase eliminatoria delle batterie (con un lodevole tempo di qualificazione) il giorno successivo ci siamo presentati per la fase delle semifinali.
In semifinale ci siamo trovati a scontrarci anche con l’equipaggio di Facchin-Scaduto (poi vincitori della semifinale).
Come già anticipato, il clima non è stato favorevole e il suo influsso negativo si è fatto sentire sulle nostre prestazioni: eccetto per i primi due equipaggi qualificati per la finale … i rimanenti, stando ai tempi delle batterie, potevano essere alla nostra portata.
A metà gara abbiamo pagato una mancata “ripartenza” nella fase centrale, perdendo così la possibilità di disputare, come accaduto in batteria, il finale di gara alla ricerca di una qualificazione alla nostra portata.
Queste sono le “variabili” delle gare che non hanno alla base una giusta programmazione e distribuzione del percorso. Non avendo avuto modo di provare e costruire al meglio … vengono meno le certezze sul tipo di tattica di gara che si dovrebbe svolgere. Abbiamo pagato, diciamo così, nell’esordio internazionale ad altissimo livello, “l’inesperienza” dovuta al poco tempo di allenamento.
Ottime le prestazioni del K2 di Facchin e Scaduto che hanno ottenuto un primo posto sui 500 metri e un secondo posto nella finale dei 1000 metri.
Dopo la gara e prima di cominciare lo sviluppo del blocco di lavoro post Zagabria, sono stato dal dottor Sergio Lupo per una verifica dei valori ematici (vedi TEST VALUTAZIONE) e un controllo cuore/pressione arteriosa, avendo accusato un breve periodo di affaticamento fisico; per fortuna gli esami effettuati non hanno evidenziato nulla di importante, ma semplicemente un po’ di fatica …

ZAGREB 2007 - PASS Daniele Scarpa

Archiviata la prima fase della Coppa del Mondo, ho ritenuto più giusto e opportuno chiedere ai responsabili tecnici della Nazionale di permetterci di evitare la trasferta della gara di Szeged in Ungheria (seconda prova Coppa del Mondo) e di richiamarci per la terza ed ultima prova in Francia a Gerardmer.
Così abbiamo potuto programmare correttamente il carico di lavoro per le settimane successive e, avendo il tempo, anche effettuare il controllo medico (con l’esecuzione di una risonanza magnetica) per la spalla del capovoga L. Malusà … dolente già a Zagabria).
Ci siamo quindi presentati in buona forma al pre-raduno di Mantova per partire, con parte della squadra, alla volta di Gerardmer.
La nostra imbarcazione è migliorata nella fase del “passo”, con riscontri cronometrici molto interessanti. Non è avvenuto lo stesso per la parte iniziale (“start”), dove purtroppo paghiamo ancora un “gap” non indifferente nei confronti degli avversari. Questo evidenziavano i riscontri crono in allenamento … e questo si è poi confermato in gara.
Non ci spaventava questa situazione, pur nella consapevolezza che una partenza non all’altezza di quelle che sono le esigenze tecniche in una gara di Coppa, non ci avrebbe aiutato ad ottenere il risultato che inseguivamo. Infatti, abbiamo svolto la fase preliminare delle batterie perdendo la possibilità di accedere direttamente alla finale (cosa difficilissima … visto che l’equipaggio da battere era quello tedesco dei Vice Campioni del Mondo 2006 e secondo classificato nella gara di Coppa del Mondo 2007 in Ungheria) e limitandoci ad ottenere la qualificazione alle semifinali con una discreta terza posizione.
È stata proprio la semifinale a metterci di fronte alla condizione “Out or In”! Infatti, oltre che con l’equipaggio della Romania (finalista mondiale 2006) e con il forte equipaggio australiano (con capovoga il mitico campione olimpico Clint Robinson), ci giocavano il posto per entrare in finale con altri agguerriti team che avevano sulla carta tempi di notevole rispetto.
Dopo aver dato a Luca le ultime indicazioni su come predisporre partenza e percorso, eccoci al “cancelletto” (ora con i nuovi sistemi ci sentiamo come i cavalli in gabbia/start …): pochi secondi di attesa e “Via” (la descrizione tecnica la potete trovare sulla pagina L’Allenamento che il metodologo/tecnico Andrea Bellipanni ha redatto per MissionNaked).
Dal punto di vista “umano”, la semifinale è stata un bel “crescendo” e mi rendo conto solo ora che potevamo anche osare di più per classificarci almeno al secondo posto (entravano i primi tre). Ciò ci avrebbe permesso di avere un numero di corsia per la finale, più congeniale e meno disturbato dell’UNO che ci è stato assegnato per la posizione ottenuta nella semifinale.
Faccio notare che con la formula di questa fase della World Cup, le gare dei 1000 e dei 500 metri, si sono svolte con fasi eliminatorie e finali nella stessa giornata. Questa formula equivale a dover sopportare un carico di pressione/stress inusuale per i nostri programmi … e figuriamoci per chi ha una certa “età”… Così è la vita!
Da considerare che, se a Zagabria ci eravamo lamentati delle condizioni meteo (pioveva ma la temperatura non era così bassa …) a Gerardmer ci siamo trovati sotto il vento e la pioggia, con al mattino 5 gradi di temperatura!!! Lascio a voi immaginare le nostre sensazioni.

Freddo e “nuvoloni” minacciosi …

Intuizione ha voluto che caricassi il DIESSE Paddle Simulator sul pulmino federale: questo attrezzo ci ha permesso di riscaldarci al meglio sotto la tenda (tra l’acqua caduta ai bordi della tenda e che riempiva il suolo …) evitando infelici raffreddamenti post uscita in kayak per riscaldarsi.

Il riscaldamento al “DS Paddle Simulator”

Anche gli altri componenti della squadra hanno approfittato del simulatore e (soprattutto le ragazze del k4, bronzo sui mille metri) mi hanno confidato la validità del riscaldamento specifico fatto al Paddle Simulator. Faremo tesoro di questa indicazione per le prossime gare in cui è necessario riscaldarsi, portare il cuore a soglia e … come dicevano i “vecchi”… “rompere il fiato”!!!
La finale ci ha poi visto protagonisti (visto anche il numero di corsia penalizzante) solo nella parte finale, in cui abbiamo avuto alla nostra portata un nostro piazzamento da 5° – 6° posto: ci siamo visti però “sfilare” un paio di equipaggi che si sono “beati” della vicinanza di imbarcazioni che li hanno riportati davanti a noi (Australiani in primis).
L’ottavo posto non ci rende forse giustizia, ma ci può anche stare … e ci ha dato ulteriore fiducia in questa imbarcazione, improvvisata nelle gare di selezione, ma che in fin dei conti ha dimostrato di valere egregiamente una finale di Coppa del Mondo.

Finale di Coppa del Mondo storica per il sottoscritto, che, salvo smentite di chi possiede dati più certi, rappresenta un “oltre il limite” per un kayaker maschio di 43 anni … e mezzo!!! (eccezion fatta per il leggendario svedese Fredrikson degli anni ’60).
Durante le successive fasi della giornata, non poche sono state le “pacche” ricevute sulle spalle da vecchi e nuovi avversari: pensate che nella finale del K2 1000, il terzo posto è stato conquistato da Steve Ferguson, figlio del mitico Ian Ferguson (vincitore già nel 1984 di 3 medaglie d’oro: era la mia prima Olimpiade, avevo vent’anni quando mi classificai 6° nel K1 500 vinto da Ian).
Ian Ferguson mi ha fatto i complimenti e mi ha augurato di battere il suo record di longevità olimpica (in Coppa del Mondo l’ho già superato con la finale di Gerardmer!): a Barcellona 1992, nella mia terza Olimpiade, si classificò 7° nella gara del K2 1000. Aveva 40 anni … e noi abbiamo iniziato questa avventura parafrasando lo slogan di un famoso marchio sportivo “Impossible … is Nothing”. E ora possiamo ben dire che il limite dell’impossibile è stato portato oltre i 43 anni … e chissà che nel 2008, a 44 anni, non avvenga qualcosa che sposti ulteriormente questo limite.
Ora vi saluto in attesa di avere altre news da raccontarvi e di avere altri dati tecnici e fisiologici e metodologie da scrivere e descrivere, per chi desidera apprendere e comprendere quello che si sta facendo con MissionNaked.
Ringrazio il Presidente della FICK e gli Staff Tecnici Federali per avermi dato la possibilità di competere nelle gare di Coppa del Mondo e fin da oggi rimango a disposizione per poter dare un contributo a quelle che sono le priorità della FederCanoa e del CONI: qualificare più equipaggi possibile ai Mondiali di agosto (8-12 agosto 2007, Duisburg) e permettere di avere più equipaggi e atleti nella sfida cinese che inizierà l’8 agosto 2008: Le Olimpiadi di Pechino 2008!

Memento audere semper!!!
Daniele Scarpa

 

L’arrivo della gara

Un articolo del Gazzettino

Pettorale Francia

Il pettorale

Immagini della Coppa del Mondo

Questo breve racconto mi fu dedicato dal caro amico Riccardo, che ho rivisto giorni fa durante un mio allenamento al laghetto dell’EUR … e subito ci sono tornati alla mente i giorni passati …
Un abbraccio a tutti coloro che mi vogliono bene.
Daniele Scarpa

... OGNI FIUME PORTA CON SE' UN DESTINO, SCRITTO NELL'ACQUA

Il Buio oltre la siepe (dedicato a Daniele Scarpa)

Verso sera.
Mentre percorro quel tratto di strada che porta al laghetto
l’aria autunnale comincia ad avvolgere ogni cosa, anche la mia mente.
Tutto è immobile,
gli alberi disegnano bizzarre figure in quella strana luce del crepuscolo,
ombre incerte si proiettano sotto il giallo dei lampioni.
Ogni cosa sembra dire di andare via.
D’improvviso un rumore ritmico penetra in quel silenzio
ed infrange i miei pensieri.
Guardo oltre la siepe e nell’oscurità riconosco una canoa
in quell’oggetto che scivola sull’acqua
fino a poco prima così ferma.
Cerco di comprendere quale sia quella forza che lo spinge
a rimanere qui ad allenarsi in un’ora che sa di casa, di caldo, di tutto
ma non di fatica e di sudore.
Provo ad immaginare cosa ci sia dietro ad ogni colpo di pagaia
ma non vedo altro che un uomo solo con il suo impegno.
Come sono lontane le vittorie, con tanta gente, con tanto sole;
quei momenti sembrano appartenere ad un lontano passato,
mentre la pagaia alza dal fondo i giorni più neri, le sconfitte, le delusioni,
e ti accorgi che c’è solo la rabbia a fare da spettatrice.
Forse stai pensando che è tutto inutile,
che la sofferenza fisica ma soprattutto quella psicologica
sono un peso troppo grande da portare.
Ecco un’altra pagaiata e lasci perdere tutto,
tanto ogni cosa ti appare nera: il lago, la sera, il domani.
Ma poi dentro qualcosa si ribella
e prende la forza da quegli eventi negativi.
E sei di nuovo tu, l’atleta sicuro delle proprie capacità,
cosciente che solo un’accurata preparazione può portare dei risultati.
La canoa adesso si muove verso nuovi traguardi e la convinzione di vincere cresce
ad ogni nuovo colpo di pagaia.
L’allenamento è finito, la doccia ha portato via anche gli ultimi dubbi
e mentre ti allontani dal circolo
nella tua notte riesci a vedere un’altra alba olimpica.
Vado via anch’io, con la mia inquietudine:
dò un ultimo sguardo al laghetto,
ma dietro quella siepe ora c’è solo il buio.

Riccardo Mariotti (1992)

scarpatricolore

CLICK SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLAIl Gazzettino – 1 Maggio 2007

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DIARIO – 4

Carissimi Amici/Amiche,
che dire? MissionNaked ha raggiunto un importante obiettivo: la qualificazione in squadra nazionale per la I prova di Coppa del Mondo a Zagabria il 4-5-6 maggio pv. Le varie news le troverete anche nel sito www.federcanoa.it.
Tornando al nostro lavoro (uso il plurale perchè desidero condividere con Voi tutti questa fantastica esperienza), devo riconoscere che quanto fatto in questi mesi (solo 5 mesi!!!) si è dimostrato efficace per la preparazione ed il raggiungimento dei primi obiettivi: far “calare” la pancia … ed essere sufficientemente competitivo.
Quella che poteva sembrare un’avventura da pazzi ora si è trasformata in realtà!
Desidero ringraziare chi ci ha creduto (in primis il MIO Presidente di CanoaRepublic, la mia cara e dolce Sandra, che ha trovato i primi sponsor … ma ne servono altri …), chi ha saputo valutare le mie doti di capacità e volontà (Team MissionNaked; dottor Sergio Lupo; il metodologo Andrea Bellipanni), il mio partner del K2 in Australia e nei Campionati Italiani, Alessio Cannizzo, che mi ha dato una mano a sviluppare i primi allenamenti e gare … senza mai dimenticare tutte coloro che mi hanno inviato le mail e i messaggi SMS prima e dopo l’impresa delle selezioni di Mantova.
Ora sono in ritiro con la squadra azzurra e domani (2 maggio 2007) partiremo per Zagabria.
In questi giorni ho potuto sviluppare buoni allenamenti con il mio nuovo compagno di K2 1000 Luca Malusà (per i 500 aspetto che Alessio si senta pronto per competere) e sentiamo che l’imbarcazione sta migliorando ad ogni uscita.
Saranno le gare di Coppa del Mondo a darci le indicazioni che serviranno per programmare al meglio le prossime tappe di allenamento e competizioni, valutando anche i futuri criteri selettivi per la formazione che si determinerà per le prossime gare di Coppa del Mondo, Europei di fine giugno e Mondiali di agosto.
Tornare in squadra dopo ben 11 anni … mi ha fatto tornae ai momenti magici del 1996 (mia ultima maglia azzurra alle olimpiadi di Atlanta) e devo ammettere che l’emozione è forte.
Fa molto piacere ritrovarmi al tavolo con i miei compagni di barca di quel tempo e vedere come anche i giovani campioni di oggi mi hanno accolto con calore, amicizia e molta stima. Che dire, sono cose che “rinforzano” lo spirito ed il corpo per le prossime sfide: “Impossible is nothing” … e non solo!!!
La scorsa settimana su Rai 2 – Sport Dribbling hanno trasmesso una mia intervista … nella quale azzardavo speranze e desideri di dimostrare che ero in grado di fare quello che volevo.
Ricerca, valutazioni, test in laboratorio (consumo di ossigeno, lattatemia, watt, frequenza cardiaca …), analisi della corteccia cerebrale … e tutto questo mi/ci ha portato a dare il max per ottenere quello che ci si era proposti di fare quando a novembre gettai il guanto della sfida.
Ora quasi ci siamo e questo non è che l’inizio di una bella avventura che vede tutto il team MissionNaked al lavoro per fare e dare il meglio.
Altro non aggiungo. Spero di poter scrivere altre pagine del DIARIO e ricevere, comunque vada, sempre il Vostri sostegno (accetto volentieri e con piacere … anche le “critiche”!!!) che in questi mesi mi ha dato forza e speranza. Mi scuso con chi non sono riuscito a ringraziare personalmente via mail o sms.
Permettetemi di dire grazie alla dottoressa Luciana Magrì per le indicazioni tecniche/metodologiche e al Prof. Antonio Dal Monte per quel simpatico “matto & bestia” con cui mi ha descritto: evidentemente ha ancora vivo il ricordo dei test/allenamenti fatti in laboratorio durante le stagioni olimpiche del 1992 e 1996.

Ora vi saluto … ci si sente dopo Zagabria.
Aloha e “memento audere semper”!!!
Daniele Scarpa (01 Maggio 2007)

MANTOVA: K2 1000 – Il podio

Un articolo pubblicato su E Polis (17 Aprile 2007)

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DIARIO – 3

Carissimi Amici/Amiche,
dopo aver smaltito il jet leg e ricominciato a gustare “spaghetti” nostrani, eccoci di nuovo allo start per le gare del week-end del 14 e 15 aprile, località Sabaudia (Latina), lago di Paola.
Sono passate due settimane dalla gara Internazionale di Castel Gandolfo, appuntamento che è stato un ulteriore test per le verifiche sulle prestazioni che abbiamo preparato negli allenamenti in Australia.
Gli obiettivi per Sabaudia erano due: fare una bella figura sui mille metri in K2 e cercare la “zampata” per tentare di conquistare il titolo di Campione d’Italia nella gara di fondo 5 mila metri.
I risultati già pubblicati in questi giorni sul sito www.federcanoa.it e su www.missionnaked.com confermano che sulla distanza dei 1000 metri siamo riusciti ancora una volta a NON scendere dal podio.
La gara è stata molto combattuta fin dalle prime fasi eliminatorie/batterie, per poi passare per la semifinale (abbastanza facile …) e giocarci il tutto in finale. Devo riconoscere che i due equipaggi delle Fiamme Gialle che ci hanno preceduto hanno effettuato una bella gara e che i loro piazzamenti sono ben meritati. Per il nostro “bronzo”, possiamo dire che ci siamo giocati il terzo posto con il buon equipaggio dell’Idroscalo Club che ha esordito con due validissimi giovani, che fino a 300 metri dal traguardo erano mezza imbarcazione avanti a noi. Lo sprint finale per il terzo posto ci ha fatto arrivare molto vicino ai primi … e forse, azzardando di più … poteva arrivare anche un argento. Siamo comunque soddisfatti per la prestazione: vista l’età … è meglio NON esagerare!
Nella gara dei 5 mila metri, valida per il Campionato Italiano di Fondo abbiamo cercato di “agguantare” il risultato migliore; la gara si è svolta con una veloce partenza (vedi foto) che ci ha permesso di andare in testa per i primi 1000 metri. Poi, forse non troppo sicuri delle nostre capacità sulla resistenza, abbiamo lasciato la testa della gara all’equipaggio delle Fiamme Gialle (Totis e Ramella, già vincitori sui 1000 metri il sabato).
La gara si è animata ai giri di boa, dove i “baldi” pagaiatori della Finanza hanno provato in più di una occasione a staccarci, ma io ho “suggerito” al mio compagno di K2 Alessio di non staccare mai la prua del K2 dal pozzetto della barca Giallo/Verde e di resistere, resistere, resistere … al punto che, dopo vari scatti, ci siamo ritrovati sul rettilineo finale a giocarci il tutto allo sprint.
E devo riconoscere che la tempra dei giovani delle Fiamme Gialle ha avuto ragione sugli ultimi tentavi di scatto da parte del nostro equipaggio: l’arrivo è stato entusiasmante e tirato fino all’ultimo colpo di pagaia … Solo un secondo ci ha negato la vittoria … e onore al merito di chi ci ha battuto.
Il podio e le strette di mano con i primi e i terzi classificati mi hanno fatto riflettere e capire l’importanza del risultato ottenuto per me ed Alessio. Mi ha fatto molto piacere percepire la “reverenza” che questi giovani hanno nei confronti di un campione olimpico e … anche questo è stato un bel segno di sportività ed amicizia per tutti.
Sul podio Alessio Canizzo è salito con la sua piccola Micol … contenta e frastornata dalle tante attenzioni che il suo papà stava ricevendo. Quando Micol avrà consapevolezza di tutto ciò, capirà l’importanza dello sport!!!
Un saluto, per finire, a tutti gli amici e appassionati: in tanti sono venuti a Sabaudia per l’occasione del mio ritorno in gara. Ho ritrovato Frederik Farina (appena giunto da Bankok), Paolo Luschi, mio compagno in tanti piazzamenti mondiali e 5° posto in k2 alle Olimpiadi Barcellona 92, Giovanni Milani, mio compagno di nazionale, che per l’occasione mi ha sostenuto con un grido: “fagli vedere cosa sanno fare gli over 40!”, il mitico Cesare Zilioli (Olimpionico a Roma ’60, Tokio ’64 e Messico ’68) che, nel nel vedermi sul podio e complimentarsi con me, era assai emozionato.
Insomma … questo “vecchio master” proprio non si ferma!!!
Finché il K2 va … lasciamolo andare!!!
Ci si vede alla prossima competizione, Mantova 29-30 aprile: li ci si gioca il posto in squadra per le gare di Coppa del Mondo!
(P.S. Dimenticavo di ricordare la mia gara di esordio nel K1 1000 metri, nella quale ho volutamente limitato il mio impegno alla batteria di eliminazione … dovendo fare altri percorsi da 1000 metri (eliminatorie K2 ecc.), come consigliato dal dottor Sergio Lupo, ho preferito non “esagerare” e non dimenticarmi mai dei 43 …)

Aloha & Mahalo
Daniele Scarpa (16 Aprile 2007)

K2 5000 – La partenza

K2 5000 – Il podio

DIARIO – 2

Carissimi Amici/Amiche,
eccoci atterrati a Roma dopo il lungo viaggio di ritorno da Adelaide (con una giornata di stop a Singapore …) e con tante ore di sonno e “jet leg” da smaltire.
Qual cosa migliore per recuperare quanto necessario? Certamente gettarsi nella mischia e verificare come il viaggio possa aver condizionato le nostre prestazioni sportive …
Arrivati il venerdì mattina a Fiumicino, già nel pomeriggio il K2 “Mission Naked” (Scarpa/Cannizzo) era a pagaiare sulle splendide acque del lago di Castel Gandolfo (Centro Federale FICK) … un grande sonno, ma un altrettanto grande impegno a stare svegli e “compensare” il jet leg seguendo i validi consigli che il Dott. Lupo e la Dott.ssa Pirritano dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI ci hanno fatto pervenire via mail durante il viaggio e all’atterraggio: Perentorio mangiare carboidrati e stare al SOLE!!! E in effetti … per il mangiare nessun problema … ma per il sole … una bella pioggerellina primaverile ci attendeva! Ma nessun dramma: temprati dalle variabilità del clima di Adelaide (non pioveva da 6 mesi … e ha piovuto per 2 giorni di seguito durante le nostre gare dei World Police & Fire Games!!!) ci siamo “goduti” le gocce rinfrescanti del cielo capitolino … invocando il sole per il week end di gare.
Iniziamo per fortuna, il giorno dopo, le gare con una bella giornata di sole … e via con le batterie dei 500 e dei 1000 metri. Nessun intoppo per la qualificazione e, tutto sommato, una buona risposta fisiologica e psicologica dopo 9 ore di fuso orario da smaltire.
Ci sono quasi tutti e non solo i “top paddler” italiani: infatti alle gare è presente più di una rappresentativa straniera … con il team Polacco che schiera il campione del mondo Twardoswki in K1 500 e il vice nel K2, oltre ad ottimi equipaggi Rumeni e Ungheresi. E si va alle finali …
Domenica mattina, dopo avere assistito alle finali del K1 500 (disturbate da un vento trasversale e da alcune onde), alle ore 10.28 siamo allo start.
È la nostra prima gara in Italia e avere già gareggiato all’estero nei Campionati Open Australiani e ai World Games ci ha aiutato a confrontarci con gli equipaggi stranieri.
La gara è stata bella, ma poteva essere più “tirata” se il lago fosse stato in condizioni migliori: infatti il notevole peso del nostro equipaggio (80 kg Alessio e quasi 100 kg io …) ci ha condizionato per la presenza di onde e nell’ultima fase di gara. Il terzo posto poteva starci … anche per le nostre condizioni non ottimali dopo tante ore di viaggio e sonno mancato. E i Polacchi … sono arrivati dietro di noi!!!

VIDEO FINALE K2 1000 metri (CANNIZZO/SCARPA)

Video FINALE K2 1000 metri (HD – 23 MB)

Devo dire che la gara ha avuto un momento abbastanza intenso con l’incitazione di tutti i tifosi che seguivano gli eventi: ritrovarmi sul podio e sentirmi dare forti pacche sulle spalle (in primis dal Presidente FICK e dal Presidente FICPO) mi ha emozionato … ripensando poi ai 4 mesi precedenti, dove la sola idea di ritornare a gareggiare sembrava impossibile … e poi le risate degli amici e di chi non credeva affatto che avrei perso 10 kg di ciccia … certo non era stato certo un periodo incoraggiante …
E ora, buttati via i 10 kg di ciccia e ritrovati (anzi … persi …) i 10/15 secondi che mi servivano per ritornare ad essere un “pochino” competitivo, eccomi ancora qui. Devo riconoscere che io stesso sono assai meravigliato per come sono riuscito a ritrovare, in poco tempo, una discreta forma … e pensando al futuro e ai miglioramenti che il programma potrà portare, posso solo che essere fiducioso (ricordo che “Mission Naked” pensa al 2008 …).
La gara che ci ha dato più soddisfazione è stata però la finale del K2 1000; anche Alessio prima della partenza mi aveva confidato che sentiva scorrere bene lo scafo e che … incrociando le dita (e non le pagaie!!!) potevamo dire la nostra … e quando Alessio (chiamato il “Toro”) dice così … io mi sento molto fiducioso e sicuro di fare cose egregie. Infatti sin dai primi colpi di pagaia ci siamo accorti che l’equipaggio ungherese non “scappava” via e, come avevo detto ad Alessio, ci siamo mantenuti pronti ad incrementare il nostro ritmo.
Con la coda dell’occhio avevo intravisto l’equipaggio polacco rimanere indietro (si trovava tra ungheresi e rumeni …) e questo mi aveva fatto intuire “qualcosa” (una tattica di gara …?).
Ai 500 metri Alessio avrebbe voluto ripartire e … questo era un buon segnale!!! Ma io gli ho consigliato di aspettare ancora qualche centinaio di metri per poi esplodere “a tutta” negli ultimi 250 metri. Ai 750 metri il K2 polacco è ripartire di scatto (ottima la loro “tattica” …) e noi subito dietro a scattare per gli ultimi 90 colpi.
L’arrivo (vedi foto) è stato abbastanza “ristretto” tra il 2°, il 3° ed il 4° equipaggio. Netta invece la vittoria dei polacchi Vice Campioni del Mondo.
Devo riconoscere che è stata una bella gara in crescendo e che forse, osando un po’ di più, si poteva anche fare un bel 2° posto … ad ogni modo, possiamo accontentarci dei positivi risultati ottenuti, anche perchè non previsti nella tabella gare.
Una delle cose maggiormente positive è la sempre più crescente voglia di misurarci con le nostre prestazioni cronometriche e con gli avversari.
Questo è lo spirito di “Mission Naked”!!!
Risalire sul podio e vedere i componenti dell’equipaggio ungherese (credo che la somma dei loro anni … non raggiunga i miei 43 …) e di quello polacco congratularsi con me per l’ottima prestazione, mi ha fatto un certo effetto .. oltre a confermarmi la stima che questi campioni hanno verso “l’Ex Olimpionico” Scarpa.
Sebbene siano giovani, ricordano bene l’impresa fatta con il K2 a Duisburg 1995 e Atlanta 1996 (il K2 1000 Rossi/Scarpa del 1996, con il suo 3’09” detiene ancora il record mondiale riconosciuto dalla ICF). Molto probabilmente i loro allenatori ne parlano ancora … (il n° 2 del K2 polacco era agli inizi della sua carriera internazionale nel ’96 e si è congratulato con me per la prestazione).
Grande entusiasmo poi tra gli amici di ieri (Gennaro Cirillo e Paolo Carraio, componenti del team Olimpico con me a Los Angeles 1984, mia prima olimpiade) e tanti altri campioni nazionali delle specialità, ora ottimi Master che vedono in me … con un pizzico di orgoglio, anche le loro volontà di dimostrare che NON si è mai troppo vecchi per divertirsi a pagaiare e vincere medaglie Internazionali e Nazionali). Entusiasta anche il Dott. Sergio Lupo che sta seguendo il progetto MissionNaked.
Ora mi trovo a Venezia per la fase di carico (sedute con il Paddle Rail nella Palestra Santa Monica del Prof. Paolo Bonifacio e test in barca presso sul campo di gara), in previsione dell’appuntamento più importante della prima stagione di gare: le Selezioni a Mantova, il 29-30 aprile, per la scelta degli equipaggi che faranno parte della rappresentativa azzurra per le gare di Coppa del Mondo ICF, Europei di fine giugno e Mondiali di agosto a Duisburg.
Intanto ci si ritroverà in gara per i Campionati Italiani di Fondo nel week end del 14 e 15 aprile a Sabaudia e per l’occasione, il K2 “Mission Naked” proverà a ritrovare altri stimoli e a divertirsi/misurarsi con gli altri team che si sfideranno in questo week end preselettivo.
Il Coach Andrea Bellipanni, che sta pianificando il lavoro di allenamento, è assai sorpreso per i riscontri positivi ottenuti e vi invita a contattarlo attraverso il sito, nel caso qualcuno volesse avere qualche indicazione più precisa su come stiamo svolgendo il progetto/programma di allenamento.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che mi/ci stanno scrivendo, incoraggiandoci a tentare di più e a sognare ancor di più.
Mi ha fatto molto piacere riscoprire vecchie amicizie che si erano un perse sulle scie … di “vecchie” pagaiate. Chi desidera contattarmi personalmente, oltre a scrivere alla posta di “Mission Naked” può farlo anche direttamente a danielescarpa@hotmail.com. Il mio cellulare è 335273958.
Saluto Andrea Covi e Maurizio Barbieri (miei compagni di maglia azzurra mondiale e olimpica) e tutti/e gli amici/amiche che mi seguono leggendo le news sul sito.
Che altro dire … Arrivederci a Sabaudia e Buone Festività Pasquali e tutti/e voi che seguite le “gesta” e le imprese (out … rigger = fuori dalle righe!!!) di “Mission Naked”.

Aloha & Mahalo
Daniele Scarpa (7 Aprile 2007)

ARRIVO DEL K2 1000 metri

ARRIVO K2 1000 metriL’arrivo del K2 1000 metri

ARRIVO K2 1000 metri

La gioia dopo la fatica

La gioa dopo la fatica

K2 1000 - La premiazione

K2 1000 – La premiazione

K2 1000 - La premiazione

DIARIO – 1

Ciao Amici/Amiche,
dopo l’esperienza di Sydney, dove abbiamo partecipato alle gare dei Campionati Australiani Open e ai Trials per il Team Australiano, eccoci di nuovo in gara ai “2007 World Police & Fire Games” (20 mila “competitors” in tutte le discipline dei giochi).
Le gare sono iniziate il 21 marzo con le sfide sui 1000 metri: la mia prima medaglia in k1 dopo tanti anni di assenza dall’agone delle sfide in barca singola. Bella “battaglia” con il vincitore che mi ha battuto di 3 secondi (il giovanotto è nazionale Spagnolo!!!). Dopo un’ora ho gareggiato nel k2 1000 con Alessio Cannizzo e abbiamo vinto agevolmente contro l’equipaggio spagnolo (sempre composto da top paddler) e quello ungherese che si è presentato al via con forti ambizioni di vittoria …
Il 22 marzo si sono svolte le gare sui 500 e 200 metri. Ottima la prova nel k1 500, dove solo il fotofinish ha determinato l’ordine d’arrivo (tutti mi hanno dato per vincente … ma sembra che la linea d’arrivo fosse posta in modo più “vantaggioso” per acqua 1 …e io ero in acqua 9 …). Sono soddisfatto della gara e del suo sviluppo (molto meglio dei 1000): l’avversario spagnolo si è complimentato per la prestazione e in effetti avevo condotto in testa per tutta la gara (devo migliorare … l’esperienza di gestione della gara!?!?!?). Alessio Cannizzo è arrivato terzo a 3 secondi.
Nel k2 500 con Alessio non c’è stata storia … ancora una volta abbiamo staccato spagnoli ed ungheresi nettamente. Più indietro gli altri equipaggi australiani.
Nelle gare dei 200 ho fatto il k1 open … dove ho conquistato un bronzo [sarebbe stato un 5° posto … ma hanno squalificato il 1° ed il 2° (il 2° era Alessio) e così, botta di “sedere” e altra medaglia!!!].
Ho poi gareggiato nel k2 Master A (la mia età … visto che le gare Open prevedevano la partecipazione dai 18 anni … in su!) con il mio allenatore, Andrea Bellipanni (vero mattatore nella sua categoria over 45 master B .. con ben 5 ori nel k1 e 1 argento nel k2 fondo, con partner australiano) dove abbiamo vinto l’Oro nei 200 e anche nei 1000 (solo che per regolamento, non si poteva gareggiare in due gare dello stesso evento, così ho dovuto scegliere la premiazione del k2 1000 Open con Alessio e rinunciare alla premiazione del k2 Master 1000 con Andrea … e questo ce lo hanno comunicato dopo che avevamo già fatto la gara e dopo reclamo degli spagnoli!!! Lex dura lex … ma rispettiamo le regole.
Poi le gare del 23 marzo: il k1 Marathon Open 18 km è stata una gara “tirata” fin dall’inizio, il duo spagnolo ci ha staccato (causa “impasse” al giro di boa …) ed io e Alessio, nonostante ci alternassimo alla scia, non siamo riusciti a rimontare i 100 metri che ci separavano dai primi. Il vincitore spagnolo è arrivato 3° ai mondiali di marathon lo scorso anno e l’altro spagnolo che gareggiava nella stessa gara, categoria senior, è nazionale spagnolo di sprint: si ricordava di me dal 1996 (gara preolimpica a Duisburg, io e Bonomi primi nel k2 500 e lui 2° nella stessa gara del k2).
Nello sprint dei 18 km in k1 … Alessio è riuscito a prevalere di pochi metri, dando la zampata con uno “scattone” finale. Ottima indicazione per la gara del k2 marathon 18 Km del giorno dopo.
Nelle gare del k2 18 km Marathon, io e Alessio ci siamo preparati per fare la nostra bella figura (abbiamo lasciato a spagnoli e ungheresi solo la gara del k2 200 … avendo scelto la gara del k2 master con Andrea Bellipanni). Dopo un’ottima partenza, determinata dal capo-voga Alessio, tastato il polso degli avversari … a 100 metri dal terzo giro di boa, abbiamo fatto uno “sprintone” bruciando gli avversari e rifilando loro più di 3 minuti a fine gara!!!
Ora ci stiamo godendo 2/3 giorni di vacanza in giro per le spiagge di Adelaide e proprio in questo momento stiamo navigando verso Kangaroo Island sul catamarano/traghetto auto che ci porterà a visitare l’isola. In questi giorni comunque gli allenamenti (potete leggere i resoconti nella pagina specifica) proseguono con sedute al mattino presto e corsa sulla spiaggia: il West Lake è il paradiso di chi vuole pagaiare e remare. Un grande aiuto lo abbiamo ricevuto dal tecnico del SASI (South Australian Sport Istitute) David Foreur, che ci ha messo a disposizione la sede e le imbarcazioni per gare ed allenamenti.
Torneremo in Italia il 30 marzo, dopo avere passato la nostra ultima giornata di viaggio con uno stop over di 30 ore a Singapore. Sabato mattina ci aspettano le batterie di qualificazione della gara Internazionale Trofeo Woityla del 31 marzo e 1 aprile. Speriamo che il “jet leg” non ci limiti troppo: la voglia di gareggiare e di sfidare noi stessi, con le nostre prestazioni in crescita, è tanta.
Arrivederci a Castel Gandolfo.

Daniele Scarpa (26 Marzo 2007)

A. Cannizzo - A. Bellipanni - D. Scarpa

Foto di Gruppo "Medaglie" dei World Police & Fire Games

Podio K2 1000

k1 500 mt. 1° spagnolo, 2° scarpa,3° cannizzo

premiazione k2 500 1° class

8 medaglie (4 ori, 2 argenti e 2 bronzi) ... non valgono come un Mondiale ma vanno bene per iniziare e per ... continuare!

k2 marathon 1° class_small

K2 Marathon - Sprint finale

k2 1000 cannizzo scarpa 1° cl_small

k1 200 metri finale 3°_small

SIETE INVIDIOSI ...? Sto "meditando" sulla spiaggia di Henley Beach

Sto “meditando” sulla spiaggia di Henley Beach. SIETE INVIDIOSI …?

Una “intervista a distanza” (Italia – Australia) di Johnny Lazzarotto (Ufficio Stampa FICK) in cui Daniele racconta cosa lo ha spinto a ricominciare, le sue prime sensazioni e la gioia di poter nuovamente abbracciare il suo ambiente (che non aveva comunque mai abbandonato completamente …): la canoa e l’acqua

– Un saluto innanzitutto a Daniele Scarpa. Dopo queste prime settimane di allenamento con l’obiettivo ben chiaro di Pechino 2008, quali sono state le sensazioni?

La mia scommessa è partita lo scorso novembre 2006 … Ricordo di aver fatto un test sui 2000 metri al “Paddle Simulator DIESSE Concept2” e il mio peso era circa 110 kg … A parte le battute sulla “ciccia” da smaltire (la cosa più dura per i primi 2 mesi!) la motivazione e la voglia di intraprendere l’obiettivo di tornare in forma e riprendermi le “taglie” del 1996 era tanta, e non solo per le “taglie”!!!
Passate le ferie natalizie bruciando grassi e facendo a meno di panettoni e leccornie (credo di essere stato l’unico italiano che è riuscito a perdere peso durante i pranzi di Natale e Capodanno … sic!!!), partendo dalle valutazioni plicometriche del 10 dicembre (107 kg – 25% massa grassa, 54 punti di ritenzione idrica …) mi sono ripresentato al test d’ingresso del 10 gennaio (con il quale il tecnico Dr. Andrea Bellipanni ha determinato la mia “soglia” (Test Conconi con Paddle Simulator DIESSE) e altri dati metabolici.
Il week-end del 13-14 gennaio ho fatto la mia prima uscita con alcuni componenti della squadra A della nazionale ed ho avuto il mio primo battesimo … agonistico, riuscendo a non farmi staccare subito dalle loro “scie”!!!
Dopo i test indicativi e i complimenti del Vice Presidente della Federazione, De Gregori e del D.T. della Nazionale Oreste Perri, ho cominciato a capire che qualcosa di buono si poteva ancora ritrovare nel mio vecchio motore “mustang” del 1996.
Dopo l’esperienza dei primi 2 mesi, ho avuto modo di definire e pianificare meglio gli allenamenti, anche grazie ad una serie mirata di test (vedi i dati dei test e degli allenamenti su SPORT & MEDICINA“, portale diretto da Sergio Lupo, specialista in Medicina dello Sport, con il quale ebbi modo di lavorare già nel 1996 quando vinsi l’Oro e l’Argento Olimpico ad Atlanta), effettuati presso il Centro Fitness Santa Monica del Prof. Paolo Bonifacio e presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI di ROMA, in cui è stato possibile misurare i valori di consumo ossigeno (apparentemente “sovrapponibili” a quelli del 1996!) e altri parametri metabolici e meccanici (i dati relativi ai test effettuati si possono trovare in SPORT & MEDICINA).
Ovviamente, prima di effettuare i test di valutazione, un check-up medico approfondito (effettuato sempre presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI di ROMA) ha permesso di verificare la funzionalità dei vari apparati (cardiocircolatorio, respiratorio ecc.) per escludere, vista l’età, l’eventuale presenza di alterazioni patologiche e/o funzionali che potessero controindicare la ripresa dell’attività sportiva agonistica specifica.
Il 27 febbraio sono partito per l’Australia, destinazione Sydney, dove nel week-end successivo ho partecipato, con il compagno di k2 Alessio Cannizzo, alle gare di selezione dei Campionati Open Australiani.

K2 SCARPA-CANNIZZO - Campionati Open Australia 2007

Un secondo posto nel k4 200 ci ha dato le prime soddisfazioni … ma il dato più importante ed indicativo è stato che il ritardo che il k2 ed il k4 (tra l’altro “composto” con altri 2 amici australiani al momento …) ha accusato nei 200, 500 e 1000 metri è stato “contenuto”, fornendoci indicazioni positive e stimoli per le prime gare in Italia.”

K2 SCARPA-CANNIZZO Medaglia Argento - Campionati Open Australia 2007

– È stato difficile riprendere in un certo modo o tutto sta andando come previsto?

Riprendere è stato duro, specie nel periodo di “smaltimento” dei grassi, della “ruggine” e delle tossine accumulate con l’inattività … ma la passione e la gioia ritrovata, mi fanno sentire bene e quando si sta bene e si è felici di fare qualcosa, tutto riesce ed anche meglio del previsto (ho visto l’ultimo film della saga di Rocky Balboa … e devo dire che mi sono riconosciuto molto nelle motivazioni e nel messaggio che lo il protagonista ha voluto dare ai giovani e non solo: “si deve saper incassare e riuscire sempre a RIALZARSI quando si cade!!!” (diciamo che è un po’ la mia storia …): non sta andando tutto come previsto … direi che sta andando MOLTO MEGLIO di quello che avevamo (e qualche Cassandra aveva …) previsto.

-Quando vedremo il K1 di Daniele Scarpa in gare ufficiali? Già in questo 2007?

Daniele Scarpa si allena in k1 … ma non ha l’obiettivo di diventare il n° 1 in k1 in Italia (fosse così … o sarei Superman io … oppure gli altri giovanotti, se un “OVER 40” (dopo aver ripreso da 4 mesi e dopo 10 anni di stop …!) mettesse la sua punta avanti alla loro, dovrebbero rivedere le loro performance.
Il k1 è il mezzo allenante per portarmi in forma; l’imbarcazione di gara è k2 o un k4 (per il 2008).
In Australia, come detto, ho già gareggiato e spero di poter fare il mio esordio in gara in Italia al trofeo Woityla (fuso orario permettendo, visto che atterrerò a Roma solo 12 ore prima dell’inizio delle prove di qualificazione).

-Qual’è stata la molla che ti ha portato a decidere di riprendere gli allenamenti?

La vera molla è stata la disponibilità dimostrata dal Presidente Buonfiglio nel darmi questa possibilità: dopo 2 anni di lavoro per il progetto comune della FICK, il Presidente ha pensato bene che quanto fatto da me fosse sufficiente(ora faccio solo il “consulente” … se richiesto!).
“Sollevato” da questi incarichi e potendo così dedicarmi alle mie cose, ho intrapreso questa sfida con me stesso: il progetto MISSION “NAKED” (nel quale sono assistito ed aiutato dal medico dello sport dottor Sergio Lupo e dal tecnico/metodologo dr. Andrea Bellipanni). Alcuni Sponsor si sono già voluti affiancare: la Associazione Canoa Republic (il cui Presidente è Sandra Truccolo, Campionessa Paraolimpica) ha aderito al progetto con un budget di 50 mila euro.
Ricordo che lo scopo principale del progetto MISSION “NAKED” NON È solo provare a raggiungere la qualificazione per le Olimpiadi di Pechino 2008 (questo è il sogno nel cassetto …), ma soprattutto verificare quello che un atleta “over 40”, che ha ripreso ad allenarsi dopo 10 anni di stop nel modo e con i mezzi che la ricerca e la metodologia di oggi permettono (vedi le strumentazioni usate e i test applicati), può ottenere dal punto di vista della prestazione sportiva, rendendo “nudi” e disponibili a tutti i risultati dei test effettuati, i programmi di allenamento, gli esami ematici (parafrasando il titolo di un noto libro … è vero che …”buon sangue … non mente”), biomeccanici, fisiologici ecc.
Facendo quindi in modo che questo ex campione possa essere un “NUDO” di arte/cultura sportiva che si allena usando solo la volontà, la determinazione e le proprie energie (chi ha orecchie da intendere … ha capito a cosa mi riferisco). Le informazioni aggiornate sui test, gli allenamenti e le prestazioni sono in SPORT & MEDICINA.

(Johnny Lazzarotto – Ufficio Stampa FICK)

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I TEST

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

 

In data 3 e 12 Dicembre 2008 sono stati eseguiti (presso la Azienda U.L.S.S. di Treviso e presso il Centro “Med for Life” di Treviso, diretto dal Dott. Ongaro) una serie di esami di laboratorio per valutare le condizioni di salute, la funzionalità metabolica e la presenza di eventuali carenze nutrizionali, da correggere con dieta ed integratori naturali, di Daniele Scarpa.
Gli esami svolti includono una batteria di analisi del sangue, un profilo ormonale completo e un test urinario degli acidi organici per valutare le eventuali carenze nutrizionali e il metabolismo cellulare.
I risultati di tutti gli esami sono risultati ottimali (unico valore da correggere il livello di omocisteina, risultato leggermente più alto della norma probabilmente per una carenza di vitamina B12 e acido folico).

Azienda U.L.S.S. 9 Treviso
ESAMI DI LABORATORIO (03 Dicembre 2007)
SCARICA IL TEST IN FORMATO PDFSCARICA IL TEST IN FORMATO PDFSCARICA IL TEST IN FORMATO PDF

Nordic Laboratories – Med for Life Treviso
ESAMI DI LABORATORIO (12 Dicembre 2007)
SCARICA IL TEST (Organix Comprehensive Profile) IN FORMATO PDF

Sono stati svolti anche dei test genomici con prelievo di cellule della mucosa orale: questi test sono utilizzati per esaminare la eventuale predisposizione ad alterazioni genomiche che possono incidere sui processi di invecchiamento del soggetto.
I test studiano i “polimorfismi del singolo nucleotide” (detti SNPs dall’inglese “single nucleotide polymorphisms”). Si tratta delle piccolissime variazioni tra il DNA degli individui che ne determinano le caratteristiche fisiologiche e la propensione ad determinate malattie. Mentre la genetica studia le malattie ereditarie, la genomica analizza le variazioni del DNA che aumentano o diminuiscono la predisposizione a sviluppare una malattie.
Sarà poi l’interazione tra DNA e ambiente esterno (stile di vita, alimentazione, stress, ecc.) a determinare se tali predisposizioni si materializzano realmente o meno.
I test eseguiti su Daniele Scarpa ha dato risultati Molto Buoni e nei processi studiati mostra il seguente pattern:

  • Infiammazione: Sub-Ottimale (medio)
  • Metilazione: Ottimale
  • Ossidazione: Ottimale
  • Glicazione: Sub-Ottimale (medio)
  • Riparazione DNA: Ottimale

Più nel dettaglio: i “punti deboli” genomici sono a livello dei seguenti geni:

  • 6 G-174-C: rischio di infiammazione, artrite, malattie cardio e cerebrovascolari, Parkinson, Alzheimer
  • SOD2 Ala-9Val e SOD3 Arg 213Gly: rischio di scarsa “detossificazione”, diabete
  • XRCC-1 Arg399 Gln: rischio di danno al DNA da raggi UV e raggi X

In termini pratici, per la prestazione sportiva (ma ancor più per migliorare stato di salute e longevità) è consigliabile:

– assumere con continuità acidi grassi Omega 3 di alta qualità con azione anti-infiammatoria
– assumere N-Acetil cisteina o glicina che donano gruppi zolfo necessari per la detossificazione epatica
– seguire un alimentazione priva di zuccheri e carboidrati raffinati e ricca di sostanza utili a rallentare la glicazione (curry per esempio)
– usare sempre crema protettiva per il sole con fattore di protezione pari o superiore a 15.

Nordic Laboratories – Med for Life Treviso
TEST DNA (12 Dicembre 2007)
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Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – CONI – Roma
ESAMI DI LABORATORIO (22 Maggio 2007)

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Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – CONI – Roma
ESAMI DI LABORATORIO (13 Aprile 2007)

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Istituto dello Sport del New South Wales
TEST DI VALUTAZIONE DELLA FORZA (12-16 Marzo 2007)

Sono stati effettuati diversi test per la valutazione dell’espressione di potenza sul gesto specifico utilizzando il PADDLE RAIL

IL PADDLE RAIL utilizzato per la valutazione della forza durante il gesto tecnico

Paddle Rail

e due strumenti di valutazione a confronto: l’ERGOSPEED e il REAL POWER della ditta GLOBUS [Codogne (TV)]

ERGOSPEED

ErgoSpeed

REAL POWER Globus (Codogne - TV)

Real Power Globus (Codogne – TV)


TEST DI VALUTAZIONE DELLA CURVA DI POTENZA

Il test è stato realizzato effettuando delle misurazioni con i due strumenti sopra riportati sovraccaricando la PADDLE RAIL in modo progressivo fino al raggiungimento sensibile del decadimento della velocità di esecuzione della ripetizione.
Inoltre abbiamo anche testato la differenza di espressione di potenza sul gesto specifico utilizzando il SEDILE FISSO e quello ROTANTE.
Di seguito si riportano i dati ottenuti dalle due prove e per lato di esecuzione (lato destro e lato sinistro):

CURVA DI POTENZA Sedile Fisso

CURVA DI POTENZA Sedile Rotante

Purtroppo non sono stati effettuati lo stesso numero di steps incrementali ma se noi confrontiamo i due tests sovrapponendoli sullo stesso grafico otteniamo questo confronto.

CURVA DI POTENZA Sedile Fisso vs Sedile Rotante

Si nota come per i valori confrontati fino ad un sovraccarico di 40 Kg il sedile rotante ha permesso una maggiore espressione di potenza rispetto al sedile fisso.
Non sono da sottovalutare gli aspetti tecnici relativi al gesto espresso nella PADDLE RAIL.

TEST DI VALUTAZIONE AL PADDLE RAIL

Nei primi tests effettuati vi era un forte sbilanciamento tra lato destro e lato sinistro, oggi possiamo dire che grazie agli allenamenti abbiamo ridotto il gap tra destro (più debole) e sinistro (più potente) anche in virtù di una migliorata coordinazione dei movimenti.

ALLENAMENTI SVOLTI

Sulla scorta dei test effettuati abbiamo impostato delle sedute di allenamento insistendo nei punti più deboli che si notano sui grafici imponendo un carico ed una velocità minima di esecuzione della ripetizione, ammettendo un calo di velocità entro il 10% della stessa. Una volta effettuate due ripetizioni al disotto di tale limite minimo la serie di ripetizioni veniva interrotta (lavoro ad esaurimento muscolare).

Si ringrazia, per averci concesso gli spazi dove svolgere le sedute di allenamento e valutazione l’ISTITUTO DELLO SPORT del NEW SOUTH WALES

DANIELE SCARPA DAVANTI ALL'ISTITUTO DELLO SPORT DEL NEW SOUTH WALES

Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – CONI – Roma

TEST DI VALUTAZIONE FUNZIONALE (23 Febbraio 2007 – 26 Febbraio 2007)

PRONTO PER IL TEST AL "PADDLE SIMULATOR DS"

VALUTAZIONE: Misura, con l’impiego di un sistema ergospirometrico, dell’andamento dei parametri ventilatori, cardiocircolatori, in risposta a test effettuati al kayak ergometro; con ulteriore valutazione dei parametri metabolici (lattatemia) e della potenza meccanica erogata.

PERSONALE IMPIEGATO

Personale Tecnico:
Balì Fabrizio e Bruno Stefano: fase preparatoria sia dell’atleta che del sistema ergospirografico
Personale Medico:
Faccini Piero: scelta dei protocolli e responsabile dell’andamento dei test
Sardella Franco: prelievi e risposte relative al lattato ematico
Marini Claudio: risposta conclusiva dei dati rilevati

APPARECCHIATURE UTILIZZATE:

  • Ergometro Paddle Simulator, Concept II
  • Sistema ergospirometrico Quark b2, con campionamento respiro per respiro
  • Lattametro con metodo Enzimatico- Amperometrico, Biosen C- LINE, EKP Diagnostic Eppendorf
  • Cardiofrequenzimetro Polar

ESECUZIONE DEL TEST AL "PADDLE SIMULATOR DS"

PROTOCOLLI:

I test sono stati effettuati di mattina, in due sessioni separate da un intervallo di 48 h.
1a sessione: è stata effettuata una prova massimale sulla distanza di 2000 m, preceduta da un riscaldamento di 10 minuti.
2a sessione: dopo riscaldamento di 10 minuti sono state effettuate 4 prove massimali sulla distanza di 500 m, intervallate da un recupero di 10 minuti.

Il "vecchio" ERGOMETRO per il KAYAK

DATI MISURATI

Ergometria

Attraverso il software dell’ergometro impiegato sono stati registrati i seguenti parametri:
– numero delle pagaiate effettuate al minuto
– potenza erogata espressa in watt
– tempo misurato, espresso in minuti e secondi
– frequenza cardiaca rilevata, espressa in battiti al minuto

I dati sono stati stampati e registrati sia come valori medi assoluti, sia come valori medi corrispondenti alle frazioni di 200 metri per un totale di 10 rilevazioni nel primo protocollo, sia come valori medi corrispondenti alle frazioni di 100 metri per un totale di 5 rilevazioni, ripetute per ognuna delle quattro prove, nel secondo protocollo.

Parametri ventilatori e cardiocircolatori

Di tutti quelli misurati sono riportati:
– la frequenza respiratoria, espressa in atti al minuto
– il volume corrente, espresso in litri al minuto
– la ventilazione, espressa in litri al minuto
– il consumo di ossigeno assoluto (VO2) espresso in litri al minuto
– la produzione di anidride carbonica assoluta (CO2) espressa in litri al minuto
– il quoziente respiratorio
– il consumo di ossigeno assoluto (VO2) espresso in millilitri per chilo al minuto
– la produzione di anidride carbonica assoluta (CO2) espressa in millilitri per chilo al minuto
– la concentrazione di ossigeno nell’aria espirata (FEO2)
– la concentrazione di anidride carbonica nell’aria espirata (FECO2)
– la frequenza cardiaca, espressa in battiti al minuto
– il polso di ossigeno

Parametri metabolici

– misura dei valori di lattato a riposo, dopo riscaldamento e nella fase di recupero di tutte le prove. I valori, espressi in millimoli litro, sono riportati come valori di base, di picco e di delta lattato (differenza tra il valore di base e quello di picco).

PRELIEVO PER ANALISI LATTATEMIA DURANTE TEST AL "PADDLE SIMULATOR DS"

I RISULTATI DEL TEST
SCARICA IL TEST IN FORMATO PDF

È stata anche valutata la possibilità di effettuare dei test di tipo neurologico con una registrazione elettroencefalografica durante l’esecuzione del gesto tecnico, utilizzando un apparecchio capace di registrare i segnali con molta accuratezza e precisione.
Il test ha dato buoni risultati ed è stato quindi predisposto un protocollo di valutazione da effettuare prossimamente.

ESAME EEG - Preparazione del test

ESAME EEG DURANTE ESECUZIONE GESTO TECNICO

Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – CONI – Roma

ESAMI DI LABORATORIO E ANTROPOMETRIA (7 Febbraio 2007)

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TEST DI VALUTAZIONE FUNZIONALE

Il primo test di valutazione è stato fatto l’11 gennaio 2007.
È stato eseguito un test di Conconi al Paddle Simulator DS (su Concept 2)

PROTOCOLLO DI ESECUZIONE DEL TEST DI CONCONI SU PADDLE SIMULATOR CONCEPT 2

Si programma il monitor PM3 su distanza singola, si imposta una distanza di 2100 mt con intervalli (step) di 150 mt. Il computer registra tutti i dati e produce un report (vedi allegato).
Daniele ha dovuto incrementare la velocità ogni 150 metri, partendo da un “passo” sui 500 metri di 3’00” per arrivare, all’ultimo step, a 1’50”, abbassando il passo di 5″ ogni step. Il “dumper” era impostato sul valore 10 e i cavi inseriti nello “strozzascotte” mediano del manico.

I dati registrati dal monitor PM3 sono stati i seguenti:

testscarpa1

L’elaborazione matematica del test ha fornito i seguenti dati:

testscarpa2

Con una soglia anaerobica alla FC di 166 bpm (battiti/minuto).
Come si nota dalla tabella, la velocità espressa nel “paddle simulator” è stata corretta in base al peso corporeo al momento del test pari a 106 Kg e quindi è stata ottenuta le velocità da sviluppare anche in kayak.
È stata quindi creata una tabella personalizzata delle velocità da sviluppare nei diversi allenamenti e con i diversi mezzi.

SCHEDA PERSONALE DI ALLENAMENTO

schedaallenamento

Abbiamo così determinato tutti i dati necessari per sviluppare il programma di allenamento in modo estremamente mirato.
Abbiamo ripetuto il test di Conconi con le stesse modalità il 9 febbraio 2007 e i risultati sono stati i seguenti:

Dati PM3

pm31

Elaborazione matematica dei dati:

pm32

SCHEDA PERSONALE DI ALLENAMENTO

schedaallenamento2

TEST AL PADDLE SIMULATOR DS (su CONCEPT 2)

Come potete notare, c’è stata una riduzione del peso corporeo (da 106 a 102 Kg) ed un miglioramento medio delle velocità del 5,64 % e nello specifico:

– 2 mml + 2,78 %
– 4 mml + 4,86 %
– 4/5 mml + 6,67 %
– > 5 mml + 8,24 %

La frequenza cardiaca di soglia anaerobica è passata da 166 bpm a 168 bpm.

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UN PROGETTO “IMPOSSIBILE”… MISSIONE “NUDO”

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
L’ALLENAMENTO ] [ I TEST ] [ IL DIARIO ]
LE MAIL RICEVUTE ] [ IL SOGNO: PECHINO 2008 ]

All’inizio della sua nuova avventura, Daniele Scarpa, dopo una fase di allenamento in Italia (Venezia, Roma) è volato in Australia dove ha effettuato, nel mese di marzo, circa 30 giorni di allenamenti specifici e gare. Poi è tornato in Italia per partecipare alle competizioni e per cercare di essere convocato di nuovo in Nazionale, partecipare ai Mondiali e poi … il “Sogno”: le Olimpiadi di Pechino 2008.

In queste pagine potrete leggere i dati sui programmi di allenamento che ha effettuato e/o sta effettuando.
Se avete quesiti, dubbi ecc., scrivete a Daniele e Vi risponderà

AUSTRALIA - 12 Marzo 2007: ALCUNI "ATTREZZI" PER L'ALLENAMENTO

DANIELE E ANDREA SCARPA VERSO LE OLIMPIADI:

Far parte di due generazioni diverse di una stessa famiglia e nutrire lo stesso sogno sportivo
(ICARUS Alla Ricerca Del Limite – 10 Dicembre 2007 SKY SPORT)

9- ULTIMO TEST DI VALUTAZIONE AUSTRALIA – MARZO 2008

Ieri si sono conclusi i campionati di Australia ed Oceania che ci hanno dato delle ottime indicazioni sulla condizione di forma di Daniele che subito è apparsa nettamente migliore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando la “MissionNaked” è partita.
Infatti non solo i riscontri cronometrici hanno avvalorato questo ma abbiamo voluto testare nello specifico la qualità del lavoro svolto ed i miglioramenti ottenuti.
Infatti al termine delle gare abbiamo svolto il test sui 200 metri per valutare l’efficienza del colpo alle diverse frequenze di pagaiata ed i risultati hanno dato conforto alle impressioni di Daniele e ai cronometraggi registrati.
Di seguito riporto il grafico della velocità alle diverse frequenze con il relativo indice di correlazione che è molto vicino a quello ottenuto il 17 luglio 2007 [piena stagione agonistica poco dopo la finale di Coppa del Mondo di Gerardmer (F)]: infatti era 0,9870 contro 0,9794 di oggi.
Chiaramente questo indice di correlazione ci dice che la qualità del colpo e l’adattamento alle alte frequenze è già ad un ottimo livello grazie sicuramente alle competizioni svolte qui anche in K2 e K4.

Dal grafico si può notare come, riprendendo la stessa chiave di lettura dello scorso anno, i migliori punti di corrispondenza sono alla frequenza di 111 colpi al minuto e di 121 colpi al minuto.
Infatti queste sono state le frequenze mantenute nelle parti centrali dei percorsi dei 1000 e dei 500 mt e su queste frequenze lavoreremo per effettuare gli allenamenti a ritmo gara al fine di economizzare il colpo.
Sulla scorta dei test e delle verifiche fatte lo scorso anno, le previsioni di andatura alle due frequenze individuate nel test possiamo calcolarle in 3’35” a 111 colpi al minuto e 1’45” a 120 colpi al minuto, considerando che la partenza ed il finale possono essere migliori del passo centrale o al più uguali credo che la previsione di prestazione di Daniele sia nettamente migliorata sia nei 1000 che nei 500 metri.
Per la cronaca Daniele ha vinto il K4 500 metri insieme a tre kayakers australiani di medio livello (livello australiano, uno in finale B quindi con un personale di 1’44” – 1’45”, uno finale C con personale tra 1’45” – 1’46”, e il terzo kayakers occasionale proveniente dal surfsky di cui non conosco il valore in K1 sui 500 metri) con il tempo in condizioni ideali di 1’26″36 cent, un tempo più che dignitoso per la composizione dell’equipaggio.

Il grafico che segue contiene l’analisi comparata dei diversi test sui 200 metri svolti dall’inizio della missione con la valutazione del joule per colpo.

In questa tabella abbiamo i dati grezzi e possiamo vedere come alle due frequenze individuate come ideali per il passo centrale di gara la differenza di rendimento sia più contenuta (6/6/07 -13 j – 26/6/07 -9 j – 17/7/07 -10 j – 16/3/08 -6 j) senza un lavoro specifico alle spalle.

Quindi riassumendo, gli allenamenti a carattere speciale hanno dato il loro frutto e soprattutto sono state molto importanti le competizioni affrontate in questo periodo che hanno migliorato nettamente la resistenza specifica innalzando ulteriormente la velocità di soglia, infatti stamani abbiamo svolto l’ultima seduta di allenamento prima di partire per l’Italia a carattere aerobico ripetendo per 10 volte i 1000 metri con 1′ di recupero tenendo una velocità media di 4’22” producendo alla fine della seduta (3′ dopo l’ultimo 1000 mt) 4.2 mml/lt di lattato (11/01/2007 soglia a 4’45” – 9/01/2007 soglia a 4’31” – 30/12/2007 soglia a 4’37” – 6/03/2008 soglia a 4’30”).
Da questo si può dedurre che la resistenza alla velocità di Daniele è migliorata ancora ed ora siamo pronti ad affrontare la serie di selezioni interne per la composizione della squadra nazionale che tenterà la qualificazione olimpica a Milano.
Infine è risultato interessante l’utilizzo della vasca refrigerante per accelerare il recupero muscolare, il protocollo messo a punto dalla ASI è di immersione per un minuto in acqua a 15 gradi e doccia calda per un minuto da ripetersi almeno tre volte a termine delle gare.

8- TEST DI VALUTAZIONE DICEMBRE 2008

Abbiamo ripreso gli allenamenti dopo la pausa elettorale in vista della trasferta australiana pensando di aver perduto della forma, invece a sorpresa la condizione fisica di Daniele ha messo in evidenza una condizione immutata, addirittura in costante miglioramento.
Se paragoniamo i due test fatti sui 2000 mt massimali, uno il 13 novembre e l’altro il 30 dicembre si nota come lo stato atletico di Daniele è rimasto immutato. Come nota va considerato che il secondo test sui 2000 al Paddle Simulator è stato svolto in condizioni fisiche non ottimali (Daniele era sotto l’effetto di un potente raffreddore che non gli ha permesso di rendere al meglio)
Di seguito riassumo il test di novembre:

e a dicembre la prestazione è stata la seguente:

La forza specifica alla “paddle rail” è migliorata passando dai 1566 watt di picco di potenza sia a destra che a sinistra ai 1626 con un aumento pari al 6,4 % (è migliorato quindi anche il rapporto peso potenza avendo perso 1 Kg di peso corporeo).
Unica nota diversa viene dalla produzione di lattato a fine test (3 minuti dalla fine), infatti il delta di produzione è di 9.7 mmoli contro le 6.4 del primo test, questa differenza sicuramente è da imputare ad un inizio di calo di forma che ci ha messo in allarme ed abbiamo per questo ripreso a pieno ritmo gli allenamenti in vista delle prime gare di febbraio a Penrith (Sidney).
La soglia anaerobica di Daniele, come si vede dai grafici sotto riportati è rimasta invariata a 175 pulsazioni al minuto con un rendimento pari a 4’36″/4’37” al Km ad una frequenza di pagaiata di circa 100 colpi al minuto.
Dati del test di novembre (la linea rossa rappresenta le mmoli di lattato la linea celeste le pulsazioni al minuto):

Dati del test di dicembre:

Prima della partenza per il periodo di allenamento periodizzazione che Daniele svolgerà in Australia con la partecipazione a 3 gare del circuito “Trials Australiano”, proveremo a fare dei test d’ingresso per poi rivalutarli al ritorno da tale periodo.
Da notare che in questa fase, Daniele sta svolgendo delle sedute di allenamento su pedana vibrante (Bosco system) presso il laboratorio MedforLife seguito dal Dott. Filippo Ongaro.
Nei giorni che anticiperanno la partenza, Daniele si sottoporrà ad uno screening completo di valutazione funzionale che darà le indicazioni più appropriate per la definizione del programma e delle metodologie di allenamento comparate al lavoro già iniziato lo scorso anno.

7- ALLENAMENTO STAGIONE 2007 – 2008

Abbiamo ripreso l’allenamento in vista di Pechino, svolgendo tre test a secco, il primo su paddle rail con analisi Globus per valutare lo stato di forza specifica di Daniele e il secondo su paddle simulator sui 2000 metri per valutare la condizione aerobica e il terzo sempre su paddle simulator sui 100 metri e 500 metri per valutare le velocità da mantenere nei diversi metodi di allenamento.
Di seguito sono riportati i grafici dell’ultimo test svolto a maggio 2007, lato destro e sinistro, subito dopo la prima gara di coppa del Mondo a Zagabria e il test fatto lo scorso 9 novembre.
I risultati sono stati molto buoni, praticamente non c’è differenza sul lato sinistro tra il test fatto a maggio e l’ultimo [massima potenza espressa: maggio 1566 watt (15.66 watt/Kg il rapporto peso/potenza) – novembre 1562 watt (15.16 watt/Kg)].
Un leggero calo sul lato destro è stato riscontrato invece rispetto a maggio, dove avevamo calcolato 1576 watt (15.76 watt/Kg) mentre a novembre 15.46 (15.00 watt/Kg).

TEST MAGGIO - DX - Click per ingrandireMaggio 2007 – Lato destro

TEST MAGGIO - SIN - Click per ingrandireMaggio 2007 – Lato sinistro

TEST NOVEMBRE - DX - Click per ingrandireNovembre 2007 – Lato destro

TEST NOVEMBRE - SIN - Click per ingrandireNovembre 2007 – Lato sinistro

La prova sui 200 metri ha dato questi risultati ponderati al peso di Daniele:

Data 09/11/2007 – Atleta Daniele Scarpa

scarpa_allenamento1

Siamo partiti con lattato di base di 2.4 mml/l, al termine della prova Daniele aveva raggiunto le 10.8 mm/l quindi con un delta di 7.6 mml/l che mi dice che il suo meccanismo aerobico è rimasto potente e capace di produrre un discreto sforzo senza andare a produrre eccessive quantità di lattato.
A 12 minuti dal termine il livello di lattato era di 9.7 mml/l e dopo 24 minuti eravamo scesi a 4.2 mml/l e questo è un indice di scarsa capacità di recupero che andrà sicuramente migliorando con il proseguo dell’allenamento.
Il test sui 100 e 500 metri ci ha dato dei buoni valori che ci hanno permesso di stilare questa tabella di velocità in funzione dei diversi allenamenti:

scarpa_allenamento2

Di seguito vi allego le prime 3 settimane di allenamento:

settimana1

settimana2

settimana3

PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLA FORZA – STAGIONE 2007

Fase preparatoria Generale

A – METODI PER LA COSTRUZIONE MUSCOLARE

1 – SUPER SERIE TIPO A-B-C: sono 3 circuiti da sviluppare come nella tabella seguente nelle 5 settimane

superserie1

Il recupero tra i circuiti è di 2 minuti

  SUPER SERIE TIPO A     SUPER SERIE TIPO B     SUPER SERIE TIPO C  

B – METODI PER LA COORDINAZIONE INTER-INTRA MUSCOLARE

1 – METODO A CONTRASTO 50-80%

superserie2

2 – METODO DEL CARICO DESCRESCENTE

superserie3


Fase preparatoria speciale e competitiva

1 – PADDLE RAIL E TRASFERIMENTO

Fare 5 serie di trazioni su paddle rail per lato (dx e sx) all’80 % della potenza max (vedi test ergo power); trasferire il lavoro in barca secondo la tabella che segue:

superserie4

La sequenza sopra descritta va ripetuta 2 – 3 volte secondo la risposta qualitativa, se la qualità scade notevolmente l’esercizio va interrotto.

Attività di carattere generale

Prima di ogni seduta di forza svolgere il riscaldamento per almeno 40 minuti secondo il circuito aerobico da svolgere a intensità aerobica (vedi tabella frequenze cardiache) sotto riportato:

superserie5

A fine seduta di potenziamento muscolare defaticare allo stesso modo del riscaldamento riducendo il tempo a 5 minuti per stazione e aggiungere alcuni esercizi di stretching per le fasce muscolari potenziate (dorsali-pettorali-deltoidi-gambe-bicipiti-tricipiti).

6- PROGRAMMA DI ALLENAMENTO DOPO LA COPPA DEL MONDO

Dopo la prova di Coppa del Mondo in Francia abbiamo cominciato a lavorare per affinare la tecnica di gara introducendo un test sui 200 metri svolti a frequenza di pagaiata incrementale.
Lo scopo del test è valutare quale sia la miglior frequenza di pagaiata per affrontare tutti quei lavori dedicati ai ritmi gara in modo da trovare il passo centrale di gara della distanza da preparare.
L’obiettivo da raggiungere è la miglior “economicità” del gesto senza deprimere la velocità della barca e senza aumentare la produzione di lattato, aumentando settimanalmente i volumi di lavoro.
Il test effettuato comprende 10 ripetizioni da 200 metri con barca avviata aumentando di volta in volta la frequenza di pagaiata utilizzando un metronomo (Seiko mod. DM 50) con la seguente scaletta: 70 – 80 – 90 – 100 – 105 – 110 – 115 – 120 – 125 – 130 colpi minuto.
Si registrano il tempo di percorrenza ogni 50 metri e il numero totale di colpi in modo da valutare l’effettiva frequenza di pagaiata.
Di seguito riporto i dati dei due test finora eseguiti in data 06/06/2007 e 26/06/2007.

postcoppamondo

Dalla lettura della tabella sopra riportata si deduce che Daniele non ha svolto con estrema correttezza il test in quanto non è riuscito a rispettare lo sviluppo previsto delle frequenze di pagaiata e inoltre non c’è stato un incremento regolare, ma come si vede dall’ultimo grafico la tendenza dell’aumento della velocità in rapporto all’aumento della frequenza di pagaiata meglio rispecchia una regressione logaritmica (R² = 0.9062) piuttosto che una regressione lineare (R² = 0.7104).
Abbiamo inoltre evidenziato che la frequenza di pagaiata pari a 105,9 colpi minuto si disponeva in modo preciso lungo la curva di regressione ed abbiamo deciso di utilizzare questa frequenza di pagaiata per allenare il passo centrale di gara nei 1000 metri, distanza a cui eravamo interessati per la selezione in vista degli europei.
Questa frequenza doveva essere il miglior compromesso tra velocità ed economia del gesto per almeno 700 metri e garantire a Daniele una buona espressione tecnica del gesto senza “strafare” e senza perdere eccessivamente velocità.
Di seguito riporto il programma di allenamento impostato in vista della selezione.

settimana4

settimana5

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Abbiamo quindi ripetuto il test sui 200 metri ed i risultati ottenuti sono stati molto interessanti, infatti è emerso subito un miglioramento coordinativo di Daniele che ha saputo effettuare gli incrementi di frequenza previsti con estrema precisione ed inoltre sono aumentate sensibilmente le velocità alle frequenze di gara (Primo test 119,8 hpg = 17,75 Km/h – Secondo test 121,3 hpg = 18,42 Km/h +4%) sintomo questo di un adattamento di Daniele ai ritmi gara spostando alla frequenza di 121,3 il punto di coincidenza della curva di regressione con i dati del test.
Di seguito riporto i dati ed i grafici che visualizzano i risultati sopra descritti:

risultati

Come si può notare è migliorato anche R² e questo significa che il test è stato eseguito più correttamente del primo e tutti i punti della curva ben si avvicinano alla regressione logaritmica (fino alla frequenza di 121,3 colpi minuto oltre la quale la tecnica si deprime con perdita di velocità ed economicità).
Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di lavorare in funzione di un miglioramento sui 500 metri puntando a sviluppare velocità sempre maggiori alle alte frequenze e quindi i prossimi lavori a carattere di potenza aerobica li svolgeremo non più a 105 colpi minuto, ma a 110/115 ed i lavori di velocità sui 150 metri a 120/125 colpi minuto.

5- LA PREPARAZIONE PER LE GARE DI COPPA DEL MONDO (ZAGABRIA 3-4-5 maggio 2007)

Dopo le selezioni di Mantova abbiamo partecipato alla gara di coppa del mondo di Zagabria dove la migliore prestazione è stata ottenuta nella batteria del K2 1000 mt svoltasi alle 15.20 del giorno 4 maggio. Il risultato cronometrico è stato di 3’22″68/100.

ZAGREB 2007 - PASS Daniele Scarpa

Analizzando i dati registrati dal Gps Garmin 305, si evidenzia che la barca ha raggiunto la massima velocità, 2’46″/Km, dopo 70 metri dalla partenza, poi è calata gradatamente fino a 3’00″/Km ai 150 mt. Dai 150 mt ai 220 mt è scesa da 3’00″/Km a 3’17″/Km e qui si è attestata fino ai 310 mt sui 3’19″/Km. Dai 310 mt ai 680 mt la barca ha viaggiato mediamente sui 3’24″/Km per riprendere velocità tra i 680 mt e i 740 mt (passo di punta 3’22″/Km), ha “ripreso fiato” per 50 mt dai 740 ai 780 a 3’26″/Km ed ha chiuso gli ultimi 220 mt a 3’24”-3’26/Km.
Da un punto di vista dell’intensità dello sforzo Daniele si è espresso mediamente tra il 90,7% e il 91,7% della frequenza cardiaca massima (195 pulsazioni al minuto).
La prova è stata soddisfacente, ma evidentemente è costata molto in termini di dispendio energetico, dato che Daniele non è stato in grado di recuperare lo sforzo fatto e in semifinale non è riuscito a ripetersi agli stessi livelli che gli avrebbero assicurato il passaggio in finale.
Consapevole di questo ho suggerito a Daniele di chiedere un periodo di allenamento di un mese, senza gare, per ricondizionare il fisico e poter sopportare il carico di lavoro richiesto da una gara internazionale di livello superiore con batterie, semifinali e finali “a tutta”.
Infatti alla gara di Zagabria avevamo poco più di 800 km di allenamento in barca ed era impensabile presentarsi a Szeged in queste condizioni.
Obiettivo del programma di allenamento che ora esporrò era quello di aumentare la tolleranza lattacida e migliorare la resistenza alle velocità di soglia, proprio in termini di “tenuta” nei percorsi di gara.

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Sono stati fatti anche diversi lavori di forza specifica al Paddle Rail per richiamare le condizioni di potenza sul colpo in entrata e volutamente il trasferimento è stato svolto su paddle simulator perchè ritenuto maggiormente efficace.
Possiamo dire che l’allenamento ha dato i suoi frutti in quanto se andiamo ad analizzare le gare di Gerademer, abbiamo avuto una costanza di rendimento maggiore con miglior percorso nella semifinale che ha portato all’accesso in finale, cosa che non si era verificata in Croazia.
Infatti sovrapponendo le curve sia di velocità che di frequenza cardiaca registrate dal Gps Garmin 305 notiamo come siano perfettamente sovrapponibili per la quasi totalità del percorso, tranne gli ultimi 200 mt della batteria rispetto alla semifinale, mentre sono molto simili la semifinale e la finale.
Analizzando il percorso migliore, cioè la semifinale del 01/06/07, alle ore 12.14, notiamo come la velocità di punta raggiunta sia stata di 2’50″/Km dopo 80 mt dalla partenza, leggermente più lenta rispetto a Zagabria.
Si è mantenuta la velocità di 3’00″/Km fino ai 150 mt dalla partenza, come a Zagabria.
La velocità è progressivamente scesa tra i 3’28″/Km e i 3’31″/Km fino ai 640 mt, da qui è partito un finale in progressione che ha portato la barca ai 3’20″/Km ai 970 mt per chiudere in 3’24″/Km con il tempo finale di 3’24″61/100.
La frequenza cardiaca media di Daniele nel percorso è stata tra il 90,2% e il 92,3% della frequenza cardiaca massima.
Al termine della gara di finale abbiamo effettuato un prelievo di lattato (a 5′ dalla fine del percorso) e la concentrazione misurata è stata di 10.6 mmoli/lt, mentre dopo la semifinale il prelievo è stato fatto a 20′ dalla fine del percorso ed il livello era ancora di 7,6 mmoli/lt.
Se paragoniamo il dato di Daniele con quello di Larsen, gentilmente fornito allo scrivente dal suo allenatore, pari a 13,5 mmoli/lt a fine percorso K1 1000 mt, possiamo senz’altro affermare che il livello di efficienza del meccanismo lattacido di Daniele non è per nulla scadente (78,5 % rispetto a Larsen) ed è senz’altro migliorabile in condizioni di gara in quanto in allenamento abbiamo toccato anche punte di 16,8 mmoli/lt (15/03/2007: allenamento di velocità sui 300 mt – 250 mt – 150 mt).
Senz’altro buona è la sua tolleranza alle alte concentrazioni di lattato nel muscolo in quanto nonostante l’alta concentrazione è riuscito a fare un finale in progressione di 330 mt.
Da ultimo, e non per questo meno importante, il riscaldamento su Paddle Simulator ormai standardizzato in un 2000 mt, in progressione continua ogni 500 mt, arrivando a velocità di 1’50” sui 500 mt, obiettivo di questo riscaldamento è quello di attivare molto bene il meccanismo aerobico per sfruttarlo sin da subito dopo la partenza.
Per questo abbiamo controllato il livello di lattato dopo il riscaldamento e il dato registrato è stato di 6,4 mmoli/lt, quindi già oltre soglia e di conseguenza con una buona attivazione del meccanismo aerobico.
Come considerazioni finali, posso essere soddisfatto dei risultati ottenuti dal programma di allenamento svolto e sono fiducioso sui possibili ulteriori margini di miglioramento di Daniele entro la fine della stagione corrente.

4- IL CAMMINO VERSO LE SELEZIONI di Mantova (28 – 29 aprile 2007)

Tornati dalla Australia abbiamo subito testato lo stato di forma costruito nelle 10 settimane precedenti, infatti eravamo nell’ultima settimana della tappa speciale del programma finalizzato alle selezioni di Mantova 28-29 aprile.
I risultati ottenuti hanno evidenziato una buona condizione nelle due distanze di gara.

Abbiamo ottenuto due buoni terzi posti sia nei 1000 metri che nei 500 metri confermando i riscontri cronometrici ottenuti in Australia e battendo equipaggi italiani di discreto livello e soprattutto molto più giovani di noi.

Abbiamo quindi archiviato la pratica Trofeo Wojtyla e ci siamo preparati per il primo appuntamento importante italiano, il Campionato Italiano di fondo sui 5000 metri.
Di seguito vi espongo il programma di allenamento che vedeva l’inserimento di nuove metodiche di allenamento, ricordo che il programma comunque è finalizzato alle gare di velocità, quindi il campionato sui 5000 metri è stato interpretato come gara di avvicinamento alla gara target.

settimana11

settimana12

Le metodiche di rilievo introdotte sono state:

– Allenamenti per lo stimolo della potenza del meccanismo lattacido di produzione di energia;
– Lavori di forza alla Paddle Rail per migliorare la potenza espressa nel gesto specifico con successivo proseguimento di lavori di forza nel simulatore Paddle Simulator DS su Concept 2 e in barca.
Gli allenamenti indicati come PA sono aumentati di intensità passando da una velocità che era inquadrata come velocità a 4-5 mml (passo al Km 4’13” – 4’19” dati di settaggio del gps Garmin 305), a una velocità più prossima a quella relativa al massimo consumo d’ossigeno e quindi più verso le 5-6 mml (passo al Km 3’55” – 4’12” dati di settaggio del gps Garmin 305).
I lavori indicati come CA invece hanno assunto il carattere di sedute a recupero aerobico e quindi svolte in modo libero senza forzare le andature oltre il limite aerobico fissato a 4’20” al Km.

ALLENAMENTI PER LA POTENZA LATTACIDA

La struttura dell’allenamento prevede un esaurimento progressivo delle riserve di fosfageni che sostengono il meccanismo anaerobico alattacido pur mantenendo una alta richiesta di energia ed una alta espressione di velocità e coordinamento del gesto (scatti di 15 secondi massimali) attraverso un recupero inadeguato (15 secondi di recupero pagaiando) ed un tratto finale ad alta implicazione lattacida con energia fornita dalla glicolisi ed accumulo di acido lattico (150 metri finali massimali).

15″ max-15″ rec-15″ max-15″ rec-15″ max-15″ rec-15″ max-15″ rec-150 mt finish

È possibile tollerare questi allenamenti solo dopo un adeguato periodo di allenamenti dedicati alla tolleranza lattacida come quelli svolti anche in Australia sia in barca che a secco (Paddle Simulator DS su Concept 2) come illustrati nelle tabelle precedentemente pubblicate.

ALLENAMENTI DI POTENZA ALLA PADDLE RAIL

Dopo i test svolti alla Paddle Rail per valutare la curva di potenza ed i relativi carichi ed espressioni di watt abbiamo svolto degli allenamenti con l’obiettivo di richiamare le condizioni di potenza nel gesto specifico.
Abbiamo impostato degli allenamenti con due sovraccarichi il primo di 40 Kg ed il secondo di 100 Kg costringendo Daniele a svolgere le ripetizioni fino al mantenimento della potenza target con tolleranza ± 10 %.

tcs

Come si nota dalla tabella sopra esposta gli allenamenti di richiamo della forza hanno evidenziato una migliorata capacità di produrre lavoro qualitativo (lato destro 7.950 – 13.350 – 19.050 tonnellaggio / lato sinistro 10.500 – 17.550 – 21.150 tonnellaggio su carichi sub-massimali) ed hanno equilibrato le migliori espressioni di rapporto peso potenza che nelle fasi iniziali avevano evidenziato uno squilibrio tra lato sinistro e lato destro con una maggior efficienza del primo.
I risultati ottenuti nelle gare di velocità sui 1000 metri hanno confermato la buona condizione di tenuta sulla distanza di Daniele che ha dimostrato la capacità di effettuare delle ottime chiusure di percorso recuperando posizioni negli ultimi 250 metri.
Questo dimostra che la caratteristica fisiologica di Daniele, messa in evidenza dai test medici svolti a febbraio, e cioè la capacità di ridurre il costo energetico pur aumentando la velocità della barca, siamo riusciti a ben trasferirla nelle condizioni di gara.
Infatti in finale sui 1000 metri dopo una partenza non proprio efficace siamo riusciti a recuperare negli ultimi 250 metri la terza posizione con 3’27.03″ a soli 1.83″ secondi dai vincitori con 3’25.20″ un equipaggio di tutto rispetto composto da atleti emergenti della nazionale under 23.
Nel campionato di fondo abbiamo pagato ancora una volta la mancanza di velocità forse dovuta a un peso non ancora cosi basso che ci consente variazioni repentine di velocità, perché non siamo riusciti nello sprint finale ad avere la meglio sull’equipaggio delle fiamme gialle per soli 1,20″ 19’15” contro 19’16,20″.
La gara è stata caratterizzata da tentativi reciproci di togliere l’avversario dalla scia senza esito positivo e si è arrivati assieme allo scatto finale con il risultato sopra esposto.
Tornati da Sabaudia abbiamo ripreso la preparazione in vista dell’obiettivo finale e abbiamo voluto verificare le condizioni di resistenza alla velocità facendo il test sui 100 metri e 500 metri.
Il risultato ottenuto è stato veramente sorprendente infatti Daniele ha praticamente ripetuto le performance in termini di velocità fatte registrare nel giugno del 2001 annullando sei anni di quasi inattività.
Questo ci fa ben sperare per la realizzazione del progetto mission naked.
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Il programma di allenamento verso le selezioni di Mantova è quello sotto esposto, non si discosta molto da quello svolto nel periodo precedente e punta essenzialmente alla rifinitura del passo di gara e della partenza, nonché mira alla migliore costruzione del percorso di gara.

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(250 Km percorsi in barca dal rientro dall’Australia)

Siamo fiduciosi sulle condizioni di Daniele in quanto le sue sensazioni sono sempre migliorative e questo è un buon indice dello stato di forma raggiunto, siamo altrettanto consapevoli che i nostri avversari sono molto preparati e motivati.
Ci aggiorneremo alla fine delle selezioni e potremo assieme analizzare e commentare i risultati perché è sempre il campo che ci da le risposte più vere.

3- GLI ALLENAMENTI IN AUSTRALIA

PRIMA SETTIMANA (dal 01-03-07 al 04-03-07)

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SECONDA SETTIMANA (dal 05-03-07 al 11-03-07)

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TERZA SETTIMANA (dal 12-03-07 al 18-03-07)

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QUARTA SETTIMANA (dal 19-03-07 al 25-03-07)

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COMMENTO TECNICO

Gli allenamenti svolti in questo periodo hanno consentito a Daniele di affinare la sua condizione di forma in vista delle selezioni di Mantova previste a fine aprile: complessivamente sono stati percorsi 260 Km di barca, 116 Km di bicicletta, che hanno consentito a Daniele di scendere sotto i 100 Kg (eravamo partiti a novembre da 110 Kg).

Tre sedute di forza muscolare svolte su PADDLE RAIL e controllo attraverso GLOBUS POWER TRAINING.

I bassi volumi di lavoro hanno favorito una alta qualità degli allenamenti sempre controllati con registrazione dei dati attraverso il GARMIN 305.
Dopo i lavori specifici sono stati effettuati controlli sulla produzione di lattato con PROLACTATE (di seguito si allegano tabelle riassuntive di due allenamenti specifici).

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Molto importanti sono state le due settimane dedicate alle gare, dove abbiamo ripreso il contatto alla competizione resistendo a ritmi inconsueti di gare per il sistema italiano.

Infatti Daniele ai Campionati Australiani (gara di selezione per la formazione della squadra che andrà ai mondiali di Duisburg per qualificare le imbarcazioni per le Olimpiadi di Pechino) ha gareggiato nel: K1 1000 – K2 1000 – K4 1000 – K1 500 – K2 500 – K4 500 – K2 200 – K4 200 e ai World Police & Fire Games ha gareggiato nel: K1 1000 – K2 1000 – K2 1000 master – K1 500 – K2 500 – K1 200 – K2 200 master – K1 18 Km – K2 18 Km.

 8 medaglie (4 ori, 2 argenti e 2 bronzi) ... non valgono come un Mondiale ma vanno bene per iniziare e per ... continuare!

Adesso siamo pronti al rientro e alle prime gare in Italia (arriveremo il 30/03): esordiremo al trofeo Wojtyla il 31/03 e 01/04 a Castelgandolfo (Roma) e vedremo cosa sapremo fare. Siamo fiduciosi e, soprattutto, con i “piedi per terra”.

2- FINALITÀ DEL PROGRAMMA DI ALLENAMENTO DELLA FASE GENERALE PREPARATORIA

OBIETTIVI

Gli obiettivi che ci siamo posti per questa prima fase di allenamento sono stati i seguenti:
1. perdita di massa grassa (MG) e riduzione del peso corporeo
2. ricondizionamento generale delle capacità organiche e aumento dei diametri muscolari
3. riattivazione dei meccanismi lattacidi nella loro caratteristica di “tolleranza”.

PERDITA DI MASSA GRASSA

Il valore iniziale di MG è stato determinato con un “impedenziometro” ed ha dato un risultato iniziale di 21% con un peso di 110 Kg (dicembre 2006); a metà gennaio la MG era il 19%, peso 106 Kg; a febbraio siamo arrivati al 17% e 102 Kg di peso. Alla riduzione della massa grassa si è aggiunta anche una minore ritenzione idrica che ha determinato la forte perdita di peso.
È stata ovviamente abbinata una dieta controllata in termini di calorie e qualità di alimenti, cercando di eliminare il più possibile i carboidrati almeno per il periodo in cui i carichi di lavoro si sono mantenuti entro valori gestibili con le riserve naturali (grassi di deposito), ma non appena le intensità di lavoro sono aumentate, ovviamente i carboidrati sono rientrati nella dieta giornaliera.
Il segreto è stato aver ridotto le calorie a livelli di 1900-2000 Kcal giornaliere e aver svolto allenamenti a bassa intensità e alto volume.

IMPEDENZIOMETRIA

  • Cos’è? È un metodo diagnostico, oggi tra i più usati e affidabili, che permette di valutare la composizione corporea in termini di acqua, di massa magra e massa grassa.
  • Su quali principi si basa? Si basa sul dato fisico che l’acqua è un buon conduttore di corrente elettrica, mentre il grasso è un buon isolante. Dato che la Massa Magra corporea è costituita prevalentemente da acqua, determinando il contenuto di acqua dell’organismo, è possibile risalire facilmente sia alla Massa Magra che al contenuto di Massa Grassa.
  • Come viene eseguita? Un apparecchio rilevatore di correnti con un computer, l’impedenziometro, viene collegato a due coppie di elettrodi, una sul dorso delle mani, l’altra sul dorso dei piedi del paziente. Quindi viene fatto passare un flusso minimo di corrente alternata debolissima e ad altissima frequenza (50000 Hertz), che si propaga per tutto il corpo. L’apparecchio registra le resistenze opposte dai tessuti corporei al passaggio della corrente ed elabora i dati ottenuti con un apposito software risalendo alla composizione di Acqua, Massa Magra, Massa Grassa ed al Metabolismo Basale del soggetto.
  • È necessaria qualche preparazione? Non in particolare, anche se per ottenere un risultato il più possibile accurato sarebbe consigliabile il digiuno, non bere da almeno 4 ore e lo svuotamento della vescica subito prima dell’esame.
  • Quando si utilizza? Viene molto utilizzato in campo Estetico per determinare il grado di ritenzione idrica dell’organismo e in campo Dietologico per l’inquadramento dei problemi di peso. I dati ottenuti permettono di impostare dieta e terapia corrette. Nel corso di qualunque terapia dietetica, è fondamentale per il medico tenere sotto controllo la composizione corporea del paziente. Ogni dieta, infatti, comporta un deficit calorico ed una alterazione del metabolismo a cui l’organismo fa fronte utilizzando il tessuto adiposo. Tuttavia può capitare che in alcune condizioni, venga catabolizzata anche la massa muscolare (massa magra), ed il medico deve essere pronto ad arrestare tale processo, modificando la dieta assegnata. Vi sono inoltre diverse condizioni in cui il ricambio idrico risulta alterato (la gravidanza, la ritenzione idrica, la disidratazione, la insufficienza renale, l’uso di diuretici nella terapia dell’ipertensione arteriosa, le disfunzioni surrenaliche, gli iperaldosteronismi e gli ipoaldosteronismi, le condizioni di denutrizione ecc.). In tali situazioni, la perdita di peso o la mancata perdita di peso, non riflettono necessariamente le variazioni di massa grassa: è possibile infatti che un paziente che non ha perso peso, abbia in realtà perso 1 o 2 Kg di massa grassa, ed abbia aumentato di 1 o 2 Kg. l’acqua corporea. O viceversa, una perdita di 5 Kg di peso, si può rivelare come perdita esclusiva di liquidi, e non di Massa grassa (“falso dimagrimento”).

RICONDIZIONAMENTO

Come potete rilevare dal programma di allenamento, si è dato un peso del 62% agli allenamenti a carattere aerobico per i motivi sopraesposti, ma anche per creare una valida base aerobica, per mezzo della quale è in questo momento possibile lavorare con carichi ed intensità idonee, senza particolari problemi.
Questa base ci ha consentito di sostenere un carico enorme di percorsi di gara su diverse distanze ed imbarcazioni, ma su questo relazionerò nei prossimi giorni più compiutamente con dati precisi.
Importantissimi sono stati i test di entrata fatti sul “Paddle Simulator DS” che sono serviti a calibrare le velocità di allenamento (i miglioramenti registrati rispetto ai test effettuati all’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport di Roma hanno evidenziato la “correttezza” del lavoro effettuato: si è ottenuto un miglioramento di oltre 20″ sui 2000 metri e il raggiungimento di valori di “massimo consumo di ossigeno” sovrapponibili (se rapportati ad un peso corporeo ottimale di 95 Kg, anziché i 102 Kg reali) a quelli registrati nel 1996. Il prossimo obiettivo è quindi quello di perdere ancora peso per migliorare ulteriormente il rapporto consumo ossigeno/ Kg di peso corporeo (a oggi mancano “soltanto” 4-5 Kg).

AUSTRALIA - 12 Marzo 2007: TEST AL "PADDLE RAIL"

L’aumento dei diametri muscolari è stato raggiunto con un lavoro in palestra in “super-serie”, svolgendo un circuit training di 20 stazioni il più completo possibile (con almeno 3 – 4 attrezzi per i distretti muscolari più importanti per il gesto tecnico: dorsali e lombari, spalle, trapezio, gambe, addominali e pettorali, e almeno un attrezzo per gli altri distretti: bicipiti, tricipiti).
L’allenamento si è svolto aumentando le ripetizioni su ogni stazione, partendo da una base di 12 e arrivando ad un massimo di 16, mantenendo a 90″ il tempo per svolgere le ripetizioni e il recupero (andando quindi a “stressare” maggiormente il muscolo). Ogni circuito è stato ripetuto per un massimo di 4 volte, partendo da 2 ripetizioni.

AUSTRALIA - 12 Marzo 2007: TEST AL "PADDLE RAIL"

ALLENAMENTO “LATTACIDO”

Grazie al simulatore di pagaiata è stato possibile effettuare questi allenamenti (10 % del totale delle sedute) anche in un periodo dell’anno freddo e tradizionalmente non dedicato a questa tipologia di lavoro.
Sono state sessioni molto semplici ma estremamente efficaci, che hanno mantenuto e, anzi, riattivato gradualmente questo tipo di meccanismo energetico ormai da tempo non stimolato intensamente. Come riportato dal programma, sono stati effettuati 4 “allunghi” da 250 metri, a velocità “lattacida” (vedi scheda personale) con un minuto di recupero, per 3-5 serie consecutive, separate da 10′ a velocità “aerobica” per facilitare lo smaltimento del lattato accumulato.
Anche in questo caso è stato possibile verificare che, rispetto ai dati ottenuti nei test di valutazione iniziali, il livello di lattato prodotto e tollerato da Daniele è stato superiore ai valori registrati in precedenza, segno e conferma di una efficace stimolazione del meccanismo specifico.

1- PROGRAMMA DI ALLENAMENTO PERIODO PREPARATORIO GENERALE

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Legenda:
CA = allenamenti a 2 mml
PA = allenamenti a 4/5 mml
CL = allenamenti di tolleranza lattacida >5 mml
FORZA = allenamenti di sviluppo dei diametri muscolari e di potenza specifica (SLITTA O POWER RAIL DS)
INCIDENZA = peso percentuale delle sessioni di allenamento sul totale delle sessioni previste

Dato interessante (da tenere in considerazione): nel periodo indicato sono state impiegate 30 ore circa di allenamento in kayak e 25 ore circa di allenamento su Paddle Simulator DS (ogni qualvolta le condizioni temporali ed atmosferiche non permettevano allenamento in barca).

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LE IMMAGINI

LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA

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Un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo”
(Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

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LA BIOGRAFIA DI DANIELE SCARPA ]
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IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

CARICATURA DANIELE SCARPA

“Testardo, determinato, a volte burrascoso … da sempre fuori dalle righe. Un ragazzino che andava a scuola in canoa. Un atleta che si allena vogando sulla scia delle motonavi. Un poliziotto che pattuglia il fiume con il suo kajak. Un sognatore … Un uomo fortemente legato alla sua terra ed alla sua acqua. Un uomo che si piace. Un personaggio.”

“Un Vincitore è solo un sognatore che non si è arreso”

NELSON MANDELA

Daniele Scarpa è nato il 3 gennaio 1964 a Venezia. Ha gareggiato nel K2, 500 e 1000 metri, partecipando a quattro Olimpiadi e ottenendo l’oro nel K2 1000 metri, in coppia con Antonio Rossi, ad Atlanta ’96. Il 7 luglio sposerà la sua compagna Sandra Truccolo: un incontro che ha cambiato probabilmente la sua vita.

Daniele Scarpa & Sandra Truccolo SPOSI

7 Luglio 2007 – Sposi Daniele Scarpa e Sandra Truccolo

DANIELE DA GIOVANE

LE PRIME VITTORIE

Daniele e Sandra: Campioni “Contro”

Due Coppe del Mondo, 2 Campionati del mondo, 1 Oro e 1 Argento alle Olimpiadi di Atlanta: il canoista Daniele Scarpa si è ribellato ad un sistema che andava contro i suoi principi sportivi e ha pagato.
Due volte Campionessa del Mondo, una volta d’Europa, 2 medaglie d’Oro ad Atlanta e Sydney nelle Paraolimpiadi, Sandra Truccolo è la dimostrazione che per i portatori di handicap l’integrazione è possibile. Si sono incontrati, innamorati e …
Una storia di passione e di fatica, di emozione e di dolore; di coraggio, di determinazione. La storia di due atleti all’inseguimento costante e testardo dei loro ideali, nello sport e nella vita.
Daniele Scarpa e Sandra Truccolo sono sue campioni olimpici e sono, anzitutto, due spiriti liberi, due personalità forti e indipendenti; sono una squadra che lotta per abbattere le barriere fisiche e invisibili della società contemporanea e che sa accettare le sfide più difficili, dedicandogli la vita.

Sono complici, amici, amanti. Stimolo e punto di riferimento uno per l’altra. Insieme hanno fondato CANOA REPUBLIC, associazione di cui Sandra è Presidente. Insegnano, sia ai ragazzi normodotati sia ai disabili, l’arte di pagaiare. Li formano a stare a galla da soli: “Una delle prime lezioni è portarli fuori in canoa e farli cadere in acqua”, racconta Daniele, “per conoscerne le reazioni, la reazione psicologica. Bisogna essere ottimisti sempre e sempre credere in se stessi: anche sotto a un metro d’acqua devono sapere che prima o poi verranno fuori a respirare. Forte è colui che vince se stesso”.

CANOA REPUBBLIC E I "DIVERSAMENTE ABILI"
La sua denuncia del ’94: un farmaco proibito, il Liposom Norm, che gli sarebbe stato iniettato a sua insaputa prima dei mondiali di canoa lo conduce a una “dura battaglia” legale. Tra il 1997 e il 2000 subisce ben due radiazioni da parte delle Federazione Italiana Canoa poi cassate in Commissione d’Appello della stessa FederCanoa.

LA SCELTA!

Un articolo pubblicato su Avvenire – 15 aprile 2004 – Il canoista Scarpa: “Troppi farmaci affondano la barca”

“Nel ’94 denunciai alcune iniezioni di Liposom, una sostanza vietata dal Cio, che a noi canoisti azzurri passavano come antinfiammatorio” “Non si capisce come circolino certi prodotti: ho ricevuto anche io proposte da strani personaggi, restavano molto male quando vedevano che rifiutavo” (di Massimiliano Castellani)
Un giorno Daniele Scarpa vorremmo ricordarlo come il poliziotto pluridecorato in pensione, il più grande olimpionico delle Fiamme Oro a riposo, e invece al momento è l’unico atleta radiato dello sport italiano. Il canoista che otto anni fa ad Atlanta, fece sgolare fino alle lacrime Giampiero Galeazzi, oggi, destituito anche dalla polizia, combatte praticamente da solo, la sua battaglia personale contro uno sport “che attualmente – dice amareggiato – non offre garanzie, specie ai più giovani, perché non è più dato sapere quali siano i risultati e i record ottenuti senza sottomettersi alla pratica perversa delle sostanze dopanti”.
Una realtà purtroppo ancora molto sommersa.
“Esiste un sottobosco di persone che praticano lo spaccio di medicinali ad uso dopante. Anche personalmente ho avuto proposte dirette di questo tipo. E la cosa che ho notato, anche con un certo imbarazzo, è che poi queste persone davanti al mio rifiuto rimanevano spiazzate: davano per scontato che avrei accettato, perché evidentemente qualcuno dei miei colleghi nello sport professionistico ci cadeva, e ci cade ancora con facilità. Combattere questo modo di fare si può, ma per sgominarlo occorre agire da infiltrati all’interno del sistema e prendere con le mani sulla marmellata chi prende certe decisioni”.
Una trappola, quella del doping, in cui lei non è caduto?
“Nel ’90 ho avuto la fortuna di conoscere una persona e una testimonianza importante che mi ha aperto gli occhi sul problema dell’abuso di farmaci: Sandro Donati (maestro dello sport del Coni) e il suo libro, un testo fondamentale: “Campioni senza valore”. Un libro che mi ha aiutato a mettere a fuoco e ricostruire il puzzle della mia vita sportiva che aveva alcuni lati oscuri, e non certo per mia volontà”.
E come si difese da queste zone d’ombra?
“Quello stesso anno decisi di svolgere la mia preparazione metodologica e medico-scientifica avvalendomi delle strutture ufficiali del Coni, nel laboratorio ricerche di Medicina dello Sport dell’Acquacetosa del professor Antonio Dal Monte. Ma la mia decisione venne ostacolata dalla Federcanoa che aveva già stipulato un accordo d’intesa con il professor Francesco Conconi e la sua équipe di Ferrara. L’ho fatto soprattutto per non dovermi mai giustificare come certi miei colleghi che, dopo aver vinto una gara, scendevano dalla barca e ringraziavano il professor Conconi ancor prima dei loro allenatori”.
Una scelta che poi ha pagato?
“La federazione mi squalificò per 10 mesi nel ’92, poi ridotti a 4. Due anni dopo a Città del Messico venni sorteggiato per il controllo antidoping e mi presentai con il medico federale, dottor Gianni Mazzoni, al quale chiesi se era giusto che dichiarassi che avevo assunto il Liposom. Una sostanza che mi aveva prescritto come semplice antinfiammatorio e che mi era stata iniettata intramuscolo alcuni giorni prima della gara”.
Come giustificò quell’assunzione?
“Il medico mi disse che era preferibile che non lo menzionassi nella lista dei farmaci presi. Pur con un certo imbarazzo lo feci, per non creare problemi in quella sede. Ma dopo 20 minuti, colpo di scena: il medico mi spiegò che c’era qualcosa che non andava per il mio controllo e che veniva annullato. Non ho mai saputo i motivi dell’annullamento, così come ancora oggi non so perché venisse dato quel farmaco a persone sane come degli atleti olimpici”.
Da buon poliziotto lei fece delle indagini personali.
“Mi informai sulla effettiva posologia del Liposom e venni a scoprire che si trattava di un antidepressivo somministrato ai componenti della Nazionale di canoa già dal ’92, ma era nella lista delle sostanze dopanti e assolutamente vietato dal regolamento del CIO. Non a caso, alcuni giorni dopo feci una donazione di sangue per il padre di una mia amica e venni informato che i miei valori ematici erano alterati. Cosa che non si era mai verificata. A quel punto parlai con un giornalista sportivo e mi sfogai chiedendo di conoscere il motivo per cui ci veniva dato il Liposom e la patologia a cui si andava incontro assumendolo”.
Ma chi portava quei farmaci dopanti nelle squadre?
“Non ho mai capito come arrivassero. Né tanto meno ho mai saputo se fossero farmaci in regola o scaduti. È certo che la maggior parte delle sostanze dopanti è reperibile sul mercato nero e l’acquisizione è il frutto di quella che si può definire solo come “malagestione”, purtroppo diffusa nello sport professionistico. Il consigliere Giampiero Tofani, nel 2001 chiedeva: “Come mai la Federcanoa spende 81 milioni in farmaci?”. Non ha mai ricevuto risposta, ma lui continua a lottare contro l’abuso dei farmaci da dentro il sistema”.
Anche se da fuori, pure lei continua la sua lotta.
“Certo, specie da quando sono venuto a sapere che la commissione ministeriale della sanità ha dichiarato il Liposom a rischio potenziale di BSE (morbo della mucca pazza). Ho presentato esposti in merito a 5 procure italiane. Molti atleti che l’hanno assunto in carriera non sono affatto tranquilli e mi telefonano allarmati per chiedermi novità. Ora mi auguro che venga istituita al più presto una commissione medica che dia almeno delle rassicurazioni: per tutto quello che ci hanno dato negli anni, almeno che la nostra salute non sia a rischio…”.

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RACCOLTA FIRME PER DANIELE SCARPA

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IL CURRICULUM SPORTIVO

CAMPIONE D’ITALIA – 39 TITOLI (29 assoluti e 10 di categoria)
BRONZO k2 (MT. 10.000) – CAMPIONATI DEL MONDO – MECHELEN (BELGIO)
1° CLASSIFICATO COPPA DEL MONDO 1992
ORO K1 (MT. 500) – GIOCHI DEL MEDITERRRANEO 1993 – FRANCIA
ORO K2 (MT. 1000) – GIOCHI DEL MEDITERRANEO 1993 – FRANCIA
ARGENTO K2 (MT. 1000) – CAMPIONATI DEL MONDO 1993 – COPENAGHEN
ARGENTO K2 (MT. 1000) – CAMPIONATI DEL MONDO 1994 – MESSICO
ORO K2 (MT.500) – CAMPIONATI DEL MONDO 1995 – DUISBURG
ORO K2 (MT. 1000) – CAMPIONATI DEL MONDO – DUISBURG
ORO K2 (MT. 1000) – OLIMPIADI DI ATLANTA 1996
ARGENTO K2 (MT. 500) – OLIMPIADI DI ATLANTA 1996
1° CLASSIFICATO COPPA DEL MONDO 1996

PARTECIPAZIONI A 11 CAMPIONATI DEL MONDO

  • Mondiali Junior 1981 (5° cl. K1 500, 5° cl. K4 500, 2° cl. K1 1000)
  • Mondiali Senior 1981 (9° cl. K4 10.000)
  • Mondiali Senior 1982 (5° cl. K4 1000)
  • Mondiali Senior 1983 (5° cl. K2 500, 9° cl. K4 1000)
  • Mondiali Senior 1985 (9° cl. K4 500, 9° cl. K4 1000, 3° cl. K2 10.000)
  • Mondiali Senior 1986 (7° cl. K4 500, 7° cl. K2 1000, 6° cl. K2 10.000)
  • Mondiali Senior 1987 (9° cl K4 500)
  • Mondiali Senior 1989 (6° cl. K2 500,5° cl. K2 1000)
  • Mondiali Senior 1990 (5° cl. K2 500, 6° cl. K2 1000)
  • Mondiali Senior 1993 (5° cl. K2 500, 2° cl. K2 1000)
  • Mondiali Senior 1994 (8° cl. K2 500, 2° cl.K2 1000)
  • Mondiali Senior 1995 (1° cl. K2 500, 1° cl. K2 1000)

OLIMPIADI

  • 3 FINALI – OLIMPIADI DI LOS ANGELES 1984 (6° cl K1 500, 6° cl. K2 1000, 4° cl. K2 500)
  • 2 FINALI – OLIMPIADI DI SEOUL 1988 (7° cl. K4 1000, 9° cl. K2 500)
  • 2 FINALI – OLIMPIADI DI BARCELLONA 1992 (7° cl. K1 500, 5° cl. K2 1000)
  • 2 FINALI – OLIMPIADE DI ATLANTA 1996 (1° cl. K2 1000 , 2° cl. K2 500)

VELA

  • CAMPIONATO DEL MONDO ORMA – 2003 e 2004 – MULTISCAFO (CON G. SOLDINI SU TIM)

CANOA POLINESIANA OUTRIGGER

  • 2002 – MONDIALI IVF SPRINT BORA-BORA (POLINESIA)
  • 2003 – ORO CAMPIONATI ITALIANI FICPO OC1 – OC4
  • 2004 – ARGENTO CAMPIONATI ITALIANI FICPO 0C1 – OC4
  • 2004 – ARGENTO MONDIALI IVF SPRINT HILO – HAWAII
  • 2005 – ORO CAMPIONATI ITALIANI FICPO OC4 – OC6
  • 2006 – ARGENTO E BRONZO MONDIALI IVF SPRINT NEW ZELAND

TITOLI STUDIO E MASTER SPORTIVI:

  • Diplomato Istituto Tecnico Nautico (Capitano di macchine)
  • Università “La Sapienza – Roma” laureando in Psicologia
  • Master CONI “Manager Sport Alto Livello” 2003/2004
  • Allenatore Federazione Italiana Canoa Kayak FICK
  • Dirigente/Consigliere Nazionale FICK
  • Ass.te Capo Polizia di Stato (in aspettativa). Aggregato ai Gruppi Sportivi Fiamme Oro dal 1982 al 2003
  • 2005 – ELETTO CONSIGLIERE NAZIONALE F.I.C.K. QUADRIENNIO 2005/2009

Via F. Baracca 68 – 30013 Cavallino (Ve)
Tel/Fax 041 5370348
Mail: danielescarpa@hotmail.com

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IMPOSSIBLE? … UNTRUE!

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Daniele Scarpa: l’atleta dell’Impossibile

Nasce un Progetto “Impossibile” … Missione “Nudo” (Mission “Naked”)

GUARDA IL VIDEO (Dribbling RAI 2 - 21 Aprile 2007)

IL PROGETTO
(Dribbling Rai 2 – 21 Aprile 2007)

Rimettersi in gioco a 43 anni e completamente alla luce del sole!

Daniele Scarpa riprende ad allenarsi ad altissimo livello e con obiettivo “Pechino 2008” rendendo visibili a tutti i suoi programmi e dati di allenamento, sia tecnici che metabolici.

A tutti i miei Amici … Io ci sono! E ci sono per Vincere!
“L’Impossibile? … Non Esiste!”

To all my Friends … I’m in! I’m in to Win!
“Impossible? … Untrue!”

Daniele Scarpa, campione di Canoa Kajak, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta e vincitore di diversi titoli mondiali, ha ripreso ad allenarsi per dimostrare a se stesso e agli altri che l’età è solo una “linea” … non un muro e che si può superare allenandosi in modo corretto, con la consulenza di professionisti (medico, metodologo dell’allenamento, psicologo dello sport, fisioterapista …) e, soprattutto, usando volontà, determinazione e le proprie energie.
Tutto il lavoro di avvicinamento alla meta finale (gare per ottenere la convocazione in nazionale, Campionati Italiani, Campionati Europei …) verrà illustrato, commentato (anche direttamente, via mail o in chat col protagonista del sogno e con i componenti dello staff tecnico e medico), aggiornato e messo a disposizione di tutti sul portale Sport & Medicina.

Per info sul progetto: medicinasport@sportmedicina.com

A 43 ANNI DANIELE SCARPA DI NUOVO IN NAZIONALE!

IMPOSSIBLE … UNTRUE! ]
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LE IMMAGINI ] [ VIDEO MISSION “NAKED” (ADSL) ]
IL DIARIO ] [ I TEST ] [ L’ALLENAMENTO ]
IL SOGNO: PECHINO 2008 ] [ LE MAIL RICEVUTE ]

IMPOSSIBLE? … UNTRUE!

Il sogno si è spento e il viaggio a Pechino non c’è stato …
Però ci abbiamo provato e abbiamo comunque dimostrato che si possono ottenere risultati anche a 43 anni solo allenandosi bene.

L’unico cruccio è che non sarà possibile riprovarci ancora …

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Noi non saremo mai soli finché continueranno i nostri Sogni. Ma è importante credere sempre che Essi siano possibili e lottare per farLi avverare: così avremo in ogni istante un motivo per Vivere …

(S. L.)

Vivere per scoprire cosa la vita ti può offrire. Vivere per un’idea e a volte farsi male per difenderla. Riempirsi il cuore di emozioni. Amare con la A maiuscola. Piangere fino ad addormentarsi, ridere fino a perdere il respiro.
E SOGNARE senza smettere mai … E non perché “chi si ferma è perduto”, ma perché il domani senza sogni non avrebbe lo stesso sapore. E se poi il sogno non si avvera, ce ne sarà un altro, lì, pronto, per cui continuare a lottare … SEMPRE!

(D. S.)

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POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO CON LA PANCA MULTIFUNZIONE

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Testo e disegni di Stelvio Beraldo

Nota:
– Per organizzare una scheda completa di allenamento (metodo ed esercizi) scegliere prima la metodologia più adatta alle proprie esigenze (Tono, Forza e Ipertrofia – Vedi: PARAMETRI GENERALI DI LAVORO PER L’ALLENAMENTO MUSCOLARE).
– Se l’obiettivo è semplicemente il miglioramento del tono muscolare (“rassodamento”) si può scegliere la modalità esecutiva a “CIRCUITO“. Questo permette un notevole risparmio di tempo senza che l’allenamento perda efficacia.

Caratteristiche della panca multifunzione come mezzo di allenamento

– Risulta di facile utilizzo anche per i principianti.
– Permette un lavoro di isolamento muscolare.
– Consente di assumere una postura corretta che non sovraccarica eccessivamente la colonna vertebrale.

Pesi liberi e macchine a cammes

– Mentre i pesi liberi stimolano il muscolo col carico ottimale solo nel breve tratto di escursione dove il braccio di leva dei segmenti corporei è massimo, la macchina, se isocinetica o a cammes impegna il muscolo per una intensità costante su tutta l’escursione articolare (Figura).
Questa caratteristica dove il tempo di applicazione della tensione ottimale è prolungato consente di diminuire di circa 1/3 il numero di serie in ciascun esercizio rispetto ai pesi liberi.
– La predeterminazione della traiettoria (guida fissa) riduce l’intervento dei muscoli sinergici (coordinazione inter-muscolare) nonché un apprezzabile trasporto della forza ottenuta in analogo esercizio effettuato con pesi liberi.
– Non migliora la coordinazione motoria.
– Può creare carichi estremamente localizzati sulle strutture articolari.
– Limita la velocità esecutiva, quindi la possibilità di intervento sulla forza rapida.
– Consente un numero predefinito di esercizi.
– I parametri di lavoro sono gli stessi esposti per i vari tipi di forza.

Per ulteriori approfondimenti vedi:
44 ESERCIZI CON LA PANCA MULTIFUNZIONE

SCHEDE ESERCIZI PER TUTTI I MAGGIORI GRUPPI MUSCOLARI DEL CORPO

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Flessioni delle braccia dall’alto al petto

2° Esercizio
Estensioni delle gambe

3° Esercizio
Distensioni delle braccia in avanti

4° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

5° Esercizio
Lanci della gamba indietro

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Flessioni delle braccia da avanti al petto

2° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

3° Esercizio
Distensioni delle braccia in alto

4° Esercizio
Flessioni della gamba

5° Esercizio
Slanci della gamba in fuori

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Distensioni del braccio in avanti

2° Esercizio
Inclinazioni laterali del busto

3° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

4° Esercizio
Flessioni del braccio da avanti al petto

5° Esercizio
Slanci del braccio dal basso in fuori

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Slanci della gamba indietro

2° Esercizio
Estensioni del piede

3° Esercizio
Slanci della gamba in fuori

4° Esercizio
Flessioni della gamba

5° Esercizio
Estensioni delle gambe in fuori

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° ESEMPIO)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Flessioni della gamba


2° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

3° Esercizio
Estensioni delle gambe

4° Esercizio
Flessioni delle braccia da avanti al petto

5° Esercizio
Distensioni delle braccia in avanti

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO


1° Esercizio
Estensioni degli avambracci

2° Esercizio
Estensioni dele gambe

3° Esercizio
Distensioni delle braccia in alto

4° Esercizio
Flessioni della gamba

5° Esercizio
Flessioni degli avambracci

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

2° Esercizio
Flessioni delle braccia dall’alto al petto

3° Esercizio
Slanci della gamba indietro

4° Esercizio
Distensioni delle braccia in avanti

5° Esercizio
Slanci della gamba in fuori

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Slanci del braccio da in fuori a avanti 

2° Esercizio
Slanci del braccio da avanti in fuori

3° Esercizio
Flessioni degli avambracci

4° Esercizio
Estensioni degli avambracci

5° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Distensioni del braccio in alto

2° Esercizio
Estensioni delle gambe

3° Esercizio
Flessioni della gamba

4° Esercizio
Estensioni del piede

5° Esercizio
Flessioni delle braccia dal basso al petto

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio
Flessioni del braccio da avanti al petto

2° Esercizio
Distensioni del braccio in avanti

3° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

4° Esercizio
Estensioni delle gambe

5° Esercizio
Slanci della gamba indietro

SCHEDA ESERCIZI PER LE COSCE, GLUTEI E ADDOMINALI
(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio
Estensioni delle gambe

2° Esercizio
Flessioni della gamba

3° Esercizio
Slanci della gamba in fuori

4° Esercizio
Flessioni del torace sul bacino

5° Esercizio
Slanci della gamba in dentro

SCHEDA ESERCIZI PER LE BRACCIA, SPALLE, PETTO E DORSO
(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio
Flessioni degli avambracci

2° Esercizio
Distensioni delle braccia in avanti

3° Esercizio
Flessioni delle braccia da avanti al petto

4° Esercizio
Distensioni del braccio in alto

5° Esercizio
Estensioni degli avambracci

PROSPETTO DEGLI ESERCIZI CHE SOLITAMENTE CONSENTE DI ESEGUIRE LA PANCA MULTIFUNZIONE

Esercizi per i muscoli delle gambe e piedi


Estensioni dei piedi da seduto


Estensioni del piede

Esercizi per i muscoli delle cosce e bacino


Estensioni delle gambe


Flessioni della coscia


Flessioni della gamba


Slanci della gamba indietro


Slanci della gamba in fuori


Slanci della gamba in dentro

Esercizi per i muscoli dell’addome antero-laterale e posteriore


Flessioni del torace sul bacino


Inclinazioni laterali del busto

Esercizi per i muscoli del dorso


Slanci del braccio da avanti in fuori


Slanci del braccio lateralmente dall’alto in basso


Flessioni delle braccia dall’alto al petto


Flessioni delle braccia da avanti al petto


Flessioni delle braccia da avanti al petto partendo da busto inclinato

Esercizi per i muscoli del petto


Slanci delle braccia da in fuori a avanti (gomiti flessi)


Slanci del braccio da in fuori a avanti


Slanci delle braccia avanti dall’alto in basso


Distensioni delle braccia in avanti

Esercizi per i muscoli delle spalle


Slanci del braccio dal basso in avanti


Slanci del braccio dal basso in fuori


Flessioni delle braccia dal basso al petto


Distensioni delle braccia in alto


Distensioni delle braccia in alto su panca a 45°degli avambracci

Esercizi per delle braccia – avambracci – mani


Flessioni degli avambracci


Estensioni degli avambracci


Flessioni delle mani e dei polsi


Estensioni dei polsi


COME MIGLIORARE IL TONO MUSCOLARE CON ESERCIZI IN CIRCUITO
(Miglioramento Estetico e “Rassodamento”)

  • Caratteristiche generali – Gli esercizi vengono eseguiti uno dopo l’altro per una sola serie in ogni stazione fino a terminare un giro. Poi si riprende fino a completare il numero di giri previsto.
  • Intensità del carico rispetto al massimale – Tale da permettere l’esecuzione di 25-30 ripetizioni quasi a “esaurimento” (*)
  • Numero di giri – 4-5
  • Numero di ripetizioni a stazione – Fino a quasi “esaurimento” (*)
  • Ritmo di esecuzione – Fluente e controllato
  • Tempo di recupero tra i giri – Nullo se i gruppi muscolari che si alternano nelle stazioni sono sempre diversi. Comunque tale da recuperare l’eventuale eccessivo affaticamento muscolare e organico.
  • Tempo di recupero tra i giri – Completo (mediamente 3-5 minuti)
  • Numero di allenamenti settimanali – Mediamente 3 (almeno 2)

(*) Per “esaurimento” si intende l’ultima ripetizione possibile nella singola serie eseguita però correttamente. Il recupero completo tra le serie, unito alle ripetizioni non portate a totale esaurimento, limita la formazione di acido lattico e tossine e favorisce il continuo metabolismo muscolare, quindi la prevenzione all’instaurarsi di inestetismi come la cellulite.


Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

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POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI PROGRAMMI DI ALLENAMENTO CON GLI ELASTICI

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Testo e disegni di Stelvio Beraldo

Nota:
– Per organizzare una scheda completa di allenamento (metodo ed esercizi) scegliere prima la metodologia più adatta alle proprie esigenze (Tono, Forza e Ipertrofia – Vedi: PARAMETRI GENERALI DI LAVORO PER L’ALLENAMENTO MUSCOLARE).
– Se l’obiettivo è semplicemente il miglioramento del tono muscolare (“rassodamento”) si può scegliere la modalità esecutiva a “CIRCUITO“. Questo permette un notevole risparmio di tempo senza che l’allenamento perda efficacia.

Caratteristiche degli elastici come mezzo di allenamento

– Sono facilmente reperibili e di bassissimo costo, inoltre permettono di eseguire esercizi per tutti i muscoli del corpo.
– Hanno un ingombro e peso quasi nulli e possono essere trasportati facilmente in una piccola borsa.
– L’applicazione pratica degli elastici è facilmente intuibile per quegli esercizi ove l’elastico può sostituire idealmente la fune di una macchina (esercizi con le ercoline, pulley e lat machine, ecc.). In genere è sufficiente bloccare un’estremità dell’elastico su un punto fisso opposto alla direzione del movimento.
– Il carico può essere graduato utilizzando elastici a resistenza diversa oppure aggiungendo in parallelo più elastici a quello di base.
– Creano una tensione progressiva che da una fase iniziale minima aumenta man mano che gli elastici si estendono (Figura).
Questo aspetto non rende gli elastici il mezzo idoneo a stimolare lo sviluppo della forza rapida dove la massima tensione muscolare si esprime proprio all’inizio del movimento (es.: lanci, balzi, ecc.).
– Possono svolgere anche un ruolo interessante nella prevenzione delle sindromi dolorose croniche legate alle ripetizioni delle azioni tecniche specifiche che tendono a creare squilibri muscolari (es.: azione ripetuta di abduzione ed extrarotazione dell’omero al disopra dei 90° nella pallavolo, pallanuoto, tennis, baseball, lancio del giavellotto, ecc.).
– I parametri di lavoro sono gli stessi esposti per i vari tipi di forza.

SCHEDE ESERCIZI PER TUTTI I MAGGIORI GRUPPI MUSCOLARI DEL CORPO

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

3° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

2° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

3° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

SCHEDA PER 2 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Slanci della gamba avanti da stazione eretta

2° Esercizio – Slanci delle braccia da avanti in fuori da stazione eretta

3° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

4° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

5° Esercizio – Flessioni del bacino sul torace sul bacino

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

3° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

4° Esercizio – Slanci delle braccia da in fuori a avanti da stazione eretta

5° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (1° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

3° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

4° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Flessioni del bacino sul torace sul bacino

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

2° Esercizio – Slanci delle braccia da avanti in fuori da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

4° Esercizio – Slanci delle braccia da in fuori a avanti da stazione eretta

5° Esercizio – Estensioni del busto da seduto al suolo

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

2° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

3° Esercizio – Flessioni delle braccia da stazione eretta

4° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

SCHEDA PER 3 ALLENAMENTI SETTIMANALI (2° Esempio)

PRIMA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

2° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca

3° Esercizio – Flessioni degli avambracci da stazione eretta

4° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

5° Esercizio – Slanci delle braccia in fuori da seduto su panca

SECONDA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Estensioni del piede da stazione eretta

2° Esercizio – Flessioni del torace sul bacino da supino

3° Esercizio – Distensioni delle braccia in alto da stazione eretta

4° Esercizio – Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

TERZA SEDUTA DI ALLENAMENTO

1° Esercizio – Flessioni della gamba da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

3° Esercizio – Torsioni del torace sul bacino da seduto su panca

4° Esercizio – Estensioni degli avambracci da stazione eretta

5° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca


SCHEDA PER LE COSCE, GLUTEI E ADDOMINALI

(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio – Slanci della coscia indietro a gamba flessa da stazione eretta e busto inclinato

2° Esercizio – Slanci della gamba indentro da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci della gamba infuori da stazione eretta

4° Esercizio – Flessioni del torace sul bacino da supino

5° Esercizio – Slanci della gamba indietro da stazione eretta e busto inclinato

6° Esercizio – Estensioni della gamba da seduto su panca


SCHEDA PER LE BRACCIA, SPALLE, PETTO E DORSO

(Lo schema è consigliato per 2-3 volte a settimana)

1° Esercizio – Flessioni delle braccia da avanti al petto da stazione eretta

2° Esercizio – Distensioni delle braccia avanti da stazione eretta

3° Esercizio – Slanci delle braccia in fuori da seduto su panca

4° Esercizio – Flessioni degli avambracci da stazione eretta

5° Esercizio – Slanci del braccio avanti e in alto da stazione eretta

6° Esercizio – Estensioni degli avambracci da stazione eretta


COME MIGLIORARE IL TONO MUSCOLARE CON ESERCIZI IN CIRCUITO
(Miglioramento Estetico e “Rassodamento”)

  • Caratteristiche generali – Gli esercizi vengono eseguiti uno dopo l’altro per una sola serie in ogni stazione fino a terminare un giro. Poi si riprende fino a completare il numero di giri previsto.
  • Intensità del carico rispetto al massimale – Tale da permettere l’esecuzione di 25-30 ripetizioni quasi a “esaurimento” (*)
  • Numero di giri – 4-5
  • Numero di ripetizioni a stazione – Fino a quasi “esaurimento” (*)
  • Ritmo di esecuzione – Fluente e controllato
  • Tempo di recupero tra i giri – Nullo se i gruppi muscolari che si alternano nelle stazioni sono sempre diversi. Comunque tale da recuperare l’eventuale eccessivo affaticamento muscolare e organico.
  • Tempo di recupero tra i giri – Completo (mediamente 3-5 minuti)
  • Numero di allenamenti settimanali – Mediamente 3 (almeno 2)

(*) Per “esaurimento” si intende l’ultima ripetizione possibile nella singola serie eseguita però correttamente. Il recupero completo tra le serie, unito alle ripetizioni non portate a totale esaurimento, limita la formazione di acido lattico e tossine e favorisce il continuo metabolismo muscolare, quindi la prevenzione all’instaurarsi di inestetismi come la cellulite.


Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

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ALLENAMENTO IN PALESTRA E LUOGHI COMUNI: SFATIAMO 10 FALSI MITI

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di Marco Testa
Laureato in Scienze Motorie e Sportive

Il mondo dell’allenamento in palestra vive ancora troppo spesso di infondati luoghi comuni. Vediamo di sfatare 10 falsi miti, cercando di capire perché non sono veritieri.

1) ESISTONO GLI ADDOMINALI ALTI E BASSI

Assolutamente NO!
Il muscolo che viene chiamato in gergo “tartaruga” è il muscolo retto dell’addome, che origina dal processo xifoideo dello sterno e dalle cartilagini costali della quinta, sesta e settima costa, e si porta verso il basso ad inserirsi sul margine superiore del pube. La sua funzione, contraendosi, è quella di avvicinare lo sterno al pube, flettendo il tronco.
Il retto è un muscolo unico, non esistono gli addominali alti e bassi, esiste soltanto questo muscolo.
La differenza che c’è tra gli esercizi erroneamente considerati per gli addominali “alti” o “bassi”, è il punto fisso. Se il punto fisso è il pube, sarà lo sterno a muoversi e ad avvicinarsi (come nei crunch), mentre se al contrario si prenderà lo sterno come punto fisso, il retto farà avvicinare ad esso il pube (come nei crunch inversi).
Per approfondire il discorso sugli addominali e capire come andrebbero allenati vi invito a leggere quest’altro mio articolo, che fa una analisi più approfondita:
Addominali: tra speculazioni e falsi miti, cerchiamo di capire come andrebbero veramente allenati

2) I DOLORI MUSCOLARI CHE AVVERTIAMO NEI GIORNI SUCCESSIVI ALL’ALLENAMENTO SONO COLPA DELL’ACIDO LATTICO

L’acido lattico è un prodotto di scarto del metabolismo anaerobico lattacido (per approfondire i sistemi energetici vi rimando a questo articolo: I sistemi energetici: cosa sono e come funzionano) ed è il responsabile della sensazione di bruciore che si sente quando si fanno serie lunghe con i pesi o sprint superiori ai 20 secondi.
Senza entrare nel merito della biochimica dello smaltimento di questa “sostanza”, basti sapere che i soggetti allenati lo smaltiscono in tempi minori, ma che comunque per tutti non vanno oltre un’ora dalla fine dell’attività.
I dolori muscolari che si avvertono nei giorni successivi sono invece i DOMS ( delayed onset muscle soreness ), che sono dovuti a delle “microlesioni” delle fibre muscolari ed ai processi infiammatori che ne conseguono e che sono utili alla loro riparazione.

3) QUANDO SI FA “DEFINIZIONE” BISOGNA FARE SERIE PIÙ LUNGHE DI QUANDO SI FA MASSA

Questa è una pratica molto usata nelle palestre, ma non è particolarmente efficace.
Quando si fa “definizione” solitamente si è a dieta, e molto probabilmente in regime di bassi carboidrati.
Le serie lunghe sono molto “glicolitiche”, cioè consumano il glicogeno (la forma sotto la quale il glucosio, zucchero, viene immagazzinato nei muscoli e nel fegato) stivato nei muscoli.
Sappiamo però che bassi livelli di glicogeno sono uno dei fattori che inibiscono la sintesi proteica, cioè quando le riserve di glicogeno sono scarse, il corpo non “costruirà” più nuove proteine, cioè non costruirà più muscolo.
E’ risaputo come durante l’allenamento con i pesi si producano delle piccole lesioni a livello delle fibre muscolari, che devono successivamente essere riparate (meccanismo che è alla base della crescita muscolare).
Come abbiamo detto, però, se il livello di glicogeno immagazzinato è basso, la sintesi proteica è inibita, ed il corpo non “riparerà” quindi i muscoli “danneggiati”.
Quando dopo l’allenamento ci alimenteremo, il corpo darà la priorità al ricostituire le risorse energetiche, e soltanto successivamente penserà alla costruzione muscolare.
Considerando, come abbiamo detto prima, che in definizione è probabile trovarci in un regime di “bassi carboidrati” il corpo dovrà usare a scopo energetico anche le proteine che introdurremo con l’alimentazione.
L’ovvia conseguenza delle cose che abbiamo visto è che con serie molto lunghe si rischia di “bruciare” la massa muscolare faticosamente costruita nelle fasi precedenti.
Inoltre mantenere una buona base di forza (cosa che non si fa con le serie lunghe), non vi farebbe male.

4) SI DIMAGRISCE SOLO CON IL “CARDIO”

L’attività di tipo “cardio” è una di quelle che si usano per dimagrire, ma non è l’unica valida (e, a parer mio, nemmeno la più efficace).
Tipicamente poi si fa cardio in “fascia lipolitica”, cioè con una frequenza cardiaca compresa tra il 65% e il 75% della massima.
Questo tipo di allenamento è spesso giustificato da chi lo pratica ( e soprattutto da chi lo “prescrive”) con la seguente argomentazione “Per lavori in cui la frequenza cardiaca rimane tra il 65% e il 75% della massima si bruciano principalmente acidi grassi, mentre ad intensità più alte si consumano carboidrati”.
Tutto vero, ma si cade nell’errore di pensare che i sistemi energetici funzionino a “comparti stagni”, che nel momento in cui si attiva uno si spengano gli altri.
Questo è decisamente errato, infatti i sistemi energetici sono complementari, sono attivi contemporaneamente, e danno il loro contributo alla sintesi di ATP (energia, banalmente) in diverse percentuali.
C’è da considerare il fatto che per un’attività blanda (quindi in fascia lipolitica) il consumo calorico sarà molto basso, per cui anche se l’energia è ricavata per una gran parte dall’ossidazione di acidi grassi, questo “dispendio” non sarà gran cosa, a meno di non protrarre molto a lungo l’allenamento.
Invece nel lavoro ad intensità più elevate, che può essere un “interval trainng” nella corsa, ma anche lavoro con i pesi, anche se è vero che il contributo dato dall’ossidazione degli acidi grassi sarà minore, il dispendio calorico sarà di gran lunga maggiore, per cui anche se gli acidi grassi vengono utilizzati percentualmente in misura minore, si avrà un consumo assoluto maggiore.
Per fare un esempio pratico: se per un’attività “aerobica” di 20 minuti si consumano 250 Kcalorie (i numeri non sono indicativi, è solo per fare un esempio comprensibile) di cui l’80% proveniente dall’ossidazione degli acidi grassi e il 20% dai carboidrati, avrò consumato 200 Kcalorie provenienti da grassi (l’80% di 250).
Invece se per un’attività di 20 minuti ad alta intensità con i pesi di Kcalorie ne consumerò 600, di cui solo il 50% proveniente dagli acidi grassi, avrò consumato 300 calorie provenienti da grassi, per cui in assoluto di più rispetto a quelle “bruciate” con l’attività aerobica.
Inoltre attività ad alta intensità contribuiscono a creare un quadro ormonale favorevole al dimagrimento anche nelle ore successive all’allenamento.

5) SE IL PESO SULLA BILANCIA NON SCENDE NON STO DIMAGRENDO

L’obiettivo di chi vuole “dimagrire” in realtà è la “ricomposizione corporea”, cioè perdere la massa grassa in favore di quella magra.
Mi è capitato più volte di sentir dire (soprattutto dalle donne, che si fanno maggiori paranoie sulla bilancia): “Ho iniziato ad andare in palestra ma invece di perdere peso sono aumentata!”. La risposta solitamente è: “Butta via la bilancia!”.
Il peso è infatti soltanto un numero, che se preso singolarmente non ha alcun significato.
Sappiamo che il grasso ha un minor peso specifico rispetto al muscolo … Per cui il fatto che il vostro peso sia stabile o addirittura aumenti non vuol necessariamente dire che non stiate perdendo grasso!
Molto più probabilmente l’aumento di peso è dovuto all’aumento del tessuto muscolare. E ricordiamoci che il muscolo a riposo “consuma” di più rispetto al grasso … Per cui se si è più muscolosi sarà più facile dimagrire.

6) PER FARE FORZA BASTA ABBASSARE IL NUMERO DI RIPETIZIONI

Questa è un’altra cosa che si sente spesso dire nelle palestre:
“Faccio serie da 6 perchè sto facendo forza”.
Ecco, chi utilizza i classici programmi da “body building”, considera le serie da 6 già a basso numero di ripetizioni, abituato com’è a serie lunghe, dalle 8 ripetizioni in su.
Tralasciando il fatto che una serie da 6 è già lattacida, e che la forza massima andrebbe allenata con un numero di ripetizioni ancora più basso, è importante capire come non basti abbassare semplicemente il numero di ripetizioni per aumentare la propria forza.
In realtà il discorso è troppo complesso per essere affrontato bene in poche righe, ma proviamo a gettare le basi.
E’ vero che abbassando semplicemente il numero di ripetizioni inizialmente si otterranno degli adattamenti e la propria forza aumenterà, però senza una buona programmazione lo stallo arriverà presto.
Le tipologie di programmi per la forza sono molteplici e anche molto diverse tra loro.
Il concetto comune a tutti però, è che è necessaria una progressione ben strutturata per per ottenere risultati degni di nota.
In questo mio articolo troverete un esempio di progressione di base: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente.
Insomma, il messaggio che deve passare in questa sede è che non basta diminuire il numero di ripetizioni per “fare forza” ma che è importante impostare una progressione logica.

7) UN MUSCOLO NON VA ALLENATO PIÙ DI UNA VOLTA A SETTIMANA

Anche questo è un discorso molto complesso per essere affrontato in poche righe, ma ci sono cose importanti da dire: l’allenamento in mono-frequenza (cioè in cui si allena ogni gruppo muscolare una sola volta a settimana) è uno dei più usati nelle classiche schede da “fitness” o da “body building”.
Ci si rifà al concetto della super-compensazione, secondo il quale è necessario fare un allenamento pesante per un muscolo per poi lasciarlo riposare per giorni in modo che il corpo abbia il tempo di riparare i danni e ripristinare le riserve energetiche depauperate.
E siccome il corpo è “furbo”, si prepara a resistere qualora intervenisse di nuovo lo stressor (allenamento), e dunque si setta su un livello di base più alto di quello precedente, per cui si “cresce”.
Questo metodo presenta però varie problematiche:
Per crescere c’è bisogno di un certo volume di lavoro. Perciò un gesto va ripetuto molte volte in modo da essere acquisito perfettamente, per essere capaci di reclutare tutte le unità motorie disponibili.
Solo gli atleti molto avanzati hanno però un’ottima capacità di attivazione e reclutamento, perciò per i principianti l’allenamento di un muscolo una sola volta a settimana non è sufficiente a generare abbastanza volume allenante.
Inoltre, se si allena un muscolo con una frequenza bassa (cioè una sola volta a settimana) sarebbe necessario “spingere alla morte”, perché se gli allenamenti sono rarefatti, se fossero anche “leggeri” non avremmo adattamento.
E’ però dimostrato che se lo stress indotto dall’allenamento è troppo intenso non si produce una “reazione di allenamento” che quindi porta a migliorare il nostro livello, ma appunto una “reazione da stress” che manda in crisi tutto il sistema che si adopererà semplicemente per sopravvivere.
E l’ipertrofia muscolare, per quanto concerne la sopravvivenza, è molto in basso nella scala delle priorità.
Attenzione, non sto dicendo che la mono-frequenza sia sbagliata sempre o che sia il male assoluto: su certe persone, in alcuni contesti può andare bene. Ma molto spesso non è la soluzione ottimale.
Vi invito nuovamente a leggere questo articolo: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente, in cui questi concetti sono spiegati in modo più approfondito.

8) FACENDO MOLTI ADDOMINALI FACCIO ANDARE VIA LA PANCIA

Chiunque abbia provato a fare per mesi centinaia e centinaia di addominali, senza ottenere il risultato sperato, sa già cosa sto per dire.
Per gli altri: mi spiace deludervi, ma il dimagrimento localizzato non esiste (alcuni sostengono che ci sia, ma non esistono studi che indichino che sia di entità rilevante), per cui non funziona che facendo lavorare un determinato muscolo venga magicamente bruciato il grasso che lo ricopre.
Purtroppo ci sono zone in cui si tende ad accumulare maggiormente grasso (per la maggior presenza di recettori alfa-adrenergici sulle cellule adipose), ed una di queste zone, per gli uomini, è proprio l’addome!
Per perdere la pancia prima di tutto mangiare bene, e poi fare attività che portino ad un dimagrimento globale (qui rimando al punto 4, e vedrete che anche la fastidiosa pancetta se ne andrà!

9) LE DONNE NON DEVONO FARE PESI PER NON INGROSSARE TROPPO

Una delle principali paure delle donne che vanno in palestra è di ingrossare troppo usando i pesi.
Bene, se il modello che avete in mente di “donna che fa pesi” è quelle delle “donnone” sui palchi nelle gare di body building potete stare tranquille: quelle sono così soltanto grazie all’uso massiccio di steroidi anabolizzanti.
A voi, invece, fare pesi può fare solo bene, perché come ho spiegato nel punto 5, avere un po’ di tessuto muscolare in più fa in modo che voi “consumiate di più” anche a riposo, quindi sarà più facile dimagrire e restare magre.
Inoltre sarete anche più “toniche”, cosa che male non fa … oppure avete il coraggio di dire che la ragazza nella foto qui sotto è troppo muscolosa? No, solo così per sapere …

Per indicazioni su come una donna dovrebbe allenarsi in palestra rimando a questo articolo: La mia idea di allenamento al femminile.
Poi, se siete tra quelle che hanno paura di mettere su troppa massa muscolare, vi invito a leggere anche questo bell’articolo (che dice cose importanti con toni anche un po’ goliardici) di Marco Santini, pubblicato su Project Invictus: La donna il sogno e il grande incubo.

10) FACCIO GLI ESERCIZI AL MULTI-POWER PERCHÉ SONO PIÙ SICURI

In quasi tutte le palestre trovate questo macchinario, il multi-power o smith machine, in cui il bilanciere è vincolato a delle guide:
Se da un lato è vero che fare gli esercizi al multi-power vi darà una (falsa) sensazione di sicurezza perché non correte il rischio di rimanere schiacciati sotto al peso, ed è più facile “impostare” gli esercizi, c’è un lato che non state considerando: nel multi-power non è il bilanciere che si adatta alla vostra linea di movimento, ma voi che vi adattate alla sua: per cui sarà molto facile seguire traiettorie innaturali, che rischiano di essere pericoloso.
Quindi una raccomandazione: se per motivi “logistici” siete costretti ad usare il multi-power, cercate di farlo mantenendo l’impostazione tecnica dell’esercizio la più simile possibile a quella della versione con bilanciere libero!


Marco Testa

Dottore in Scienze  Motorie e Sportive – Università degli Studi di Torino
Titolare del Centro Chinesiologico Benessere  in Movimento – Savigliano (CN) (Personal Training,  Preparazione Atletica, Attività Fisica Adattata e Ginnastica Posturale).

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SPORT E STATO DI SALUTE – 4: Consigli per l’alimentazione

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SPORT E STATO DI SALUTE:

ALIMENTAZIONE

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Consigli per l’alimentazione

Considerazioni Generali
La regola fondamentale è molto semplice; non esistono alimenti che possono far vincere una gara, ma esistono molti alimenti che possono farla perdere. In questa prima parte sono esposti pochi concetti generali che è utile conoscere per impostare una corretta alimentazione in relazione agli sforzi fisici da sostenere.

1) PREPARAZIONE PRE-CAMPIONATO
Questa fase della stagione (tra Luglio e Agosto) segue un periodo di riposo atletico, per lo più totale, salvo rare eccezioni. Spesso gli atleti si presentano alla ripresa degli allenamenti in sovrappeso corporeo; in altri casi è possibile riscontrare, viceversa, un peso inferiore. È consigliabile una razione calorica leggermente più elevata ( 3000 – 3200 KCal, per i soggetti non in sovrappeso, con un modesto incremento della quota proteica (massimo 19% dell’Energia Totale Giornaliera), per assecondare la costruzione o la ricostruzione della massa magra muscolare. La quota glucidica deve rimanere intorno al 60%, pertanto ne deriva una riduzione della quota lipidica al 20% dell’Energia Totale Giornaliera. D’altro canto nel corso di allenamenti più duri è bene garantire all’organismo una buona quantità di amidi e di fruttosio (pane, pasta, riso, cereali, verdura e frutta fresca) che per la elevata digeribilità sono in grado di rifornire rapidamente i muscoli dei substrati energetici di cui necessitano specificatamente in questa fase della preparazione (glicogeno e molecole ad alta energia).

2) PERIODO AGONISTICO
In questa fase, da Settembre a Giugno, l’atleta si allena normalmente 1 volta al giorno, saltuariamente 2, per diversi giorni alla settimana. Il controllo periodico del peso corporeo, eventualmente associato al rilievo delle pliche cutanee per la determinazione della percentuale di massa grassa, rappresenta in questo periodo l’indispensabile e più pratico strumento per verificare se l’alimentazione adottata dai singoli atleti sia effettivamente adeguata, almeno quantitativamente, alle loro reali e specifiche esigenze metaboliche.

3) GIORNI DI ALLENAMENTO
Il regime nutrizionale dell’atleta deve prevedere sempre una prima colazione sostanziosa e completa in grado di sostenere l’atleta nell’eventuale impegno dell’allenamento del mattino, senza tuttavia “appesantirlo” eccessivamente. Per il pasto di mezzogiorno si ritiene più vantaggioso proporre un “piatto unico” facilmente digeribile, cui seguirà della frutta e del dolce da forno o del gelato. In tal modo l’atleta dopo il riposo pomeridiano sarà nuovamente pronto ad allenarsi nelle migliori condizioni di “ricarica” dei depositi tessutali di glicogeno e di molecole ad alta energia (adenosintrifosfato e fosfocreatina), senza peraltro aver impegnato eccessivamente i processi digestivi. Dopo l’allenamento pomeridiano è bene che l’atleta consumi una piccola merenda prevalentemente liquida, di buon contenuto energetico (energia di esclusiva provenienza glucidica, oligo e polisaccaridi) e ricca di minerali, per reintegrare in breve tempo le perdite idrosaline e bilanciare con alimenti alcalini la tendenza all’acidosi prodotta dalla fatica muscolare. Il pranzo serale rappresenta, pertanto per l’atleta nei giorni di allenamento del periodo agonistico, il pasto più importante della giornata, dal punto di vista quantitativo. Infatti, senza eccessi e nel contesto di una razione calorica giornaliera ben bilanciata, la cena sarà mediamente abbondante, ricca e variata nelle scelte, in quanto l’atleta utilizzerà il riposo serale e notturno (almeno 9 – 10 ore) per i processi digestivi e metabolici. Affinché la digestione si trovi in fase sufficientemente avanzata prima di andare a dormire, si consiglia di cenare non oltre le 20.30 e di far seguire alla cena una breve passeggiata. Per quanto riguarda più da vicino la formulazione del menù del pasto serale, preferiamo proporre come primo piatto delle minestre con verdure e/o legumi per favorire ulteriormente il riequilibrio delle perdite idro-saline e per garantire un ulteriore apporto di amidi (patate, riso, crostini di pane). Tra le pietanze l’atleta potrà scegliere a suo piacimento fonti proteiche diverse, senza comunque trascurare il pesce (almeno 2-3 volte alla settimana) ed i legumi, accompagnandoli con contorni di verdura fresca e/o cotta. Nel caso di allenamento nelle ore serali, l’alimentazione può seguire quella descritta nel prossimo capitolo per quanto riguarda una partita serale o notturna.

4) GIORNO DELLA PARTITA
Il problema nutrizionale di maggior importanza è rappresentato dalla necessità di garantire una ottima idratazione dell’organismo e di fornire all’atleta una sufficiente quantità di energia, ben ripartita nell’arco della giornata, senza che si verifichino disturbi digestivi ad evitando al contempo l’insorgere del senso di fame o di debolezza. Per tali ragioni l’alimentazione finalizzata alla prestazione in partita deve iniziare già la sera precedente il giorno della gara. Infatti se la partita si svolge nelle ore mattutine o nel primo pomeriggio le scorte muscolari di glicogeno e di fosfati ad alta energia dovranno essere realizzate fin dalla sera precedente. Solo così sarà possibile nutrire l’atleta, il giorno della gara, in maniera adeguata e valida, senza un eccessivo impegno per l’apparato gastro-enterico, spesso già intensamente sollecitato dall’ansia pre-gara. L’apporto di amidi (polisaccaridi) deve essere sufficientemente elevato, fino anche al 65-70% dell’energia totale giornaliera, evitando comunque di ingerirli nelle tre ore che precedono l’incontro e facendo sempre attenzione a non appesantire troppo di acqua le fibre muscolari (per ogni grammo di glicogeno accumulato ve ne sono circa 3 di acqua). I cibi molto stagionati e quelli che sviluppano gas dovrebbero essere evitati il giorno della partita, come pure la carne e i grassi che hanno tempi di digestione lunghi e che consumati nelle tre-quattro ore che precedono la partita possono provocare una fastidiosa sensazione di pesantezza. Tuttavia un rapporto lipo-proteico sia pure modesto (rispettivamente 20% e 12 – 15% della energia totale giornaliera) può risultare utile sia per evitare i disturbi connessi con un eccessivo “carico glicogeno” ( intorpidimento, pesantezza, disturbi digestivi), sia perché le proteine, insieme ai carboidrati e ai lipidi, contribuiscono anche esse, sia pur in minima parte, al lavoro muscolare (meno del 9 % dell’energia totale). Se l’orario di svolgimento della partita è nelle prime ore di pomeriggio (ore 15.00) si raccomanda di fare una prima colazione piuttosto abbondante e ricca tra 7.00 e le 8.00 del mattino e di pranzare tra le 11.30 e le 12.00. Il pasto di mezzogiorno sarà costituito da un buon primo piatto seguito da frutta fresca e dal dolce, limitandosi in seguito, nelle ore che precedono la partita, a sorseggiare una bibita “di attesa”. Quando invece la gara inizia più in là nel pomeriggio (ore 17.00) allora il pranzo potrà essere un po’ più completo ed equilibrato nei diversi apporti nutritivi privilegiando però sempre l’apporto glucidico. Nel corso di una partita serale o notturna, al pasto di mezzogiorno seguirà, dopo il riposo pomeridiano, una merenda leggera con un buon apporto di liquidi (the e / o succo di frutta) e di glicidi (dolci da forno, fiocchi d’avena, fette biscottate con marmellata). Dopo la partita e più in generale dopo ogni impegno muscolare, l’atleta dovrebbe evitare i cibi solidi per almeno un paio d’ore limitandosi in questo lasso di tempo a ricostituire il patrimonio idrico e minerale. Per cui l’atleta dovrebbe sorseggiare acqua e bevande debolmente alcaline appositamente preparate, come indicato precedentemente, o utilizzare preparazioni commerciali. Tra questi non vanno dimenticati i comuni succhi di frutta, preferendo quelli senza aggiunta di zucchero, opportunamente diluiti con acqua. Il latte può essere proposto come valida alternativa nelle prime ore successive la partita anche sotto forma di frullati. La cena non deve essere molto abbondante, ma leggera e debolmente alcalizzante, con prevalenza di preparazioni liquide e / o semiliquide e a ridotto apporto di proteine. Pertanto sono da preferire i piatti tipici della tradizione gastronomica italiana, quali minestroni, passate e creme di verdura e legumi, purè di patate, cui seguirà una pietanza digeribile, ad esempio crocchette di pollo o di pesce al forno, oppure un uovo sodo o alla coque, verdura cotta e frutta fresca.

5) GIORNO DOPO LA PARTITA
Anche l’alimentazione del giorno dopo la partita riveste un importante ruolo detossicante e defaticante per l’organismo dell’atleta. Infatti questa giornata deve essere sfruttata adeguatamente, anche dal punto di vista nutrizionale, per consentire da un lato il pieno recupero fisico dopo la prestazione agonistica, dall’altro la preparazione dell’organismo ad affrontare le fatiche dei giorni successivi. In generale non vi è nessuna necessità di razioni alimentari particolarmente ricche e abbondanti per “compensare” quanto speso nel corso della partita. Al contrario, nel pasto di mezzogiorno si dovrà nuovamente concedere largo spazio agli amidi, alle verdure, ai legumi, alle insalate e alla frutta fresca per consentire all’organismo di completare la ricostruzione delle scorte di glicogeno muscolare ed epatico. Solo con il pasto serale si potrà tornare ad una alimentazione più abbondante e completa con maggior apporto di lipidi (soprattutto mono – polisaturi: olio d’oliva , pesce e carni bianche) e di proteine (carni bianche o pesce , lesso o al forno, formaggio) e concedendo un bicchiere di vino a quegli atleti che ne facciano un “uso abituale” durante la settimana.

6) CONSIDERAZIONI FINALI
È utile richiamare l’attenzione sui possibili effetti negativi dovuti ad una scorretta associazione dei vari nutrienti nello stesso pasto. È buona norma evitare, nel limite del possibile, di ingerire con la stessa pietanza o nello stesso pasto cibi proteici e amidacei (in particolare la pasta), per i contrastanti effetti prodotti da questi cibi sulla secrezione gastrica, con conseguente allungamento dei tempi di digestione. Non è conveniente associare carne e latte, come pure le uova con il latte e i suoi derivati; inoltre la frutta andrebbe consumata preferibilmente a stomaco vuoto e non accompagnata da amidi e proteine, così da passare rapidamente dallo stomaco all’intestino ed evitare i negativi processi di fermentazione e di decomposizione batterica. Evitare di associare cibi proteici con i grassi, soprattutto se animali (burro e panna) e se cotti: rallentano la digestione delle proteine, come d’altronde i cibi ad alto tenore di zucchero (dolci, miele e marmellata). Zucchero e dolci pregiudicano anche la digestione degli amidi, che possono anch’essi andare incontro a sfavorevoli processi di fermentazione se consumati in associazione alla frutta. Per finire si ricorda ancora che non è conveniente associare proteine e amidi con cibi e bevande acide in quanto l’acidità di questi ultimi rallenta la digestione sia dei cibi proteici, ostacolando la secrezione dell’acido cloridrico, sia degli amidi, inattivando la ptialina salivare. Queste note sull’associazione dei vari nutrienti e del rapporto fra questi e i processi digestivi, assumono un ruolo di particolare importanza soprattutto nei giorni di partita. Infatti in tale situazione è necessario tenere conto di tutti i fattori in grado di contribuire al pieno benessere psico-fisico dell’atleta, evitando il più possibile qualunque tipo di interferenze limitanti la miglior prestazione durante la gara. Se si riuscissero a seguire gli schemi dietetici descritti nelle pagine successive, l’apporto supplementare di sali, vitamine, carnitina, ricostituenti o integratori in generale, potrebbe essere superfluo; poiché spesso, a causa di impegni di scuola, di lavoro, di famiglia, a volte a causa dell’ora di termine degli allenamenti serali ecc., l’alimentazione non sempre può essere così curata, l’utilizzo di alcune sostanze che vadano a ripristinare quelle consumate nonché di altri componenti che possano ottimizzare il recupero dopo lo sforzo fisico, può essere preso in considerazione. Un consiglio sempre utile è di non assumere bevande o cibi stimolanti poco prima dell’allenamento: tè, caffè o cioccolato nel corso dello sforzo fisico aumentano il consumo di ossigeno del cuore, aumentano la frequenza cardiaca, aumentano il metabolismo della maggior parte dell’organismo, in cambio di una piccola e transitoria sensazione di benessere o di riduzione del senso di fatica; al termine dell’allenamento, possono essere causa di nervosismo e di insonnia. Esistono 45 nutrienti essenziali per la salute dell’uomo. In mancanza degli appropriati componenti alimentari, l’organismo può non funzionare correttamente; le esigenze nutrizionali di chi pratica sport sono aumentate in proporzione all’aumento di calorie consumate ed in relazione al tipo di sforzo compiuto. Quindi, nei periodi di maggior richiesta energetica e nei periodi in cui l’alimentazione non può essere ottimale, un prodotto multi-vitaminico e multi-minerale può costituire la base di un efficace programma di integrazione alimentare. La fatica fisica crea nel nostro organismo componenti tossici ed instabili, chiamati radicali liberi, che possono danneggiare le nostre cellule; le vitamine antiossidanti “C”, “E” ed il “beta carotene” aiutano a combattere l’effetto dannoso dei radicali liberi. I minerali sono indispensabili, in particolare, per la trasmissione nervosa, per la contrazione muscolare, per la coordinazione dei movimenti, per la prevenzione dei crampi muscolari, dell’anemia ecc.; nel caso degli sportivi, il calcio, il potassio ed il magnesio devono essere assunti prima e dopo gli allenamenti e la gara in quantità sufficiente e proporzionale allo sforzo eseguito ed al sudore perso, o con la corretta alimentazione, o con opportuni integratori; il ferro, che, attaccato all’emoglobina, favorisce il trasporto dell’ossigeno ai muscoli e dell’anidride carbonica dai muscoli ai polmoni, è indispensabile in tutti coloro che abbiano una minima tendenza all’anemia. Gli aminoacidi, che sono i costituenti delle proteine, sono adoperati del nostro organismo anche come fonte di energia durante lo sforzo muscolare; la loro assunzione prima e dopo gli allenamenti e la gara è indispensabile per un rapido recupero e per i corretti processi di sviluppo muscolare che lo sport induce; anche in questo caso l’ideale sarebbe seguire l’alimentazione consigliata nelle pagine seguenti; se non si riesce, può essere utile l’impiego di particolari integratori.

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SPORT E STATO DI SALUTE – 5: Peso dello zaino e scoliosi dorso-lombare nell’età evolutiva

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Speciale: IL “CUORE D’ATLETA”

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(The “Athlete’s Heart”)

A cura di Luigi Ferritto (1) e Sergio Lupo (2)

(1) Dipartimento di Medicina Generale, Clinica “Athena” Villa dei Pini – Piedimonte Matese (CE)
(2) Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – CONI – Roma

Gli atleti agonisti con importanti ambizioni seguono per la preparazione un programma di allenamento sportivo intenso e di lunga durata che provoca sostanziali modificazioni morfologiche e funzionali dell’apparato cardiovascolare, che si instaurano progressivamente e regrediscono con l’interruzione della pratica sportiva.
L’allenamento appare il più importante dei fattori nel provocare i cambiamenti morfologici cardiaci infatti gli atleti praticanti gli sport di endurance presentano un aumento sia dei volumi che della massa del cuore, mentre negli atleti praticanti gli sport di potenza si ha solo un’ipertrofia del miocardio. Anche la funzionalità cardiaca non è esente da modificazioni. Infatti, negli atleti, è caratteristica la bradicardia sinusale, spesso con aritmia sinusale; fino a 1/3 degli atleti possono essere portatori di un blocco atrio-ventricolare di primo grado e di frequente riscontro sono anche i battiti ectopici. È importante la conoscenza della costellazione di modificazioni cardiovascolari negli atleti al fine di evitare erronee diagnosi di cardiopatia.

INTRODUZIONE

In questi ultimi decenni la cultura sportiva ha subito notevoli cambiamenti.
Gli atleti agonisti con importanti ambizioni, infatti, seguono per la preparazione, rigorose schede d’allenamento che comprendono sedute giornaliere di più ore e che portano a vari adattamenti sia a carico dei muscoli scheletrici, sia a carico del sistema cardiovascolare: proprio i cambiamenti che avvengono su quest’ultimo sono conosciuti come “Cuore d’Atleta” (1).
Il lettore, deve però prestate attenzione perché, come su detto, questi adattamenti fisiologici sono propri di atleti di elevato livello agonistico e non di atleti di basso livello o dediti ad attività ludico-ricreativa, dove l’anatomia cardiovascolare non differisce molto dal soggetto sedentario (2).

FIG. 1 – Immagine Ecocardiografica in Quattro Camere Apicale

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE IN BASE ALL’IMPEGNO CARDIOVASCOLARE

Gli esperti della Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SICSport), della Federazione Medico-Sportiva Italiana e delle altre associazioni cardiologiche italiane (ANCE, ANMCO, SIC) nella realizzazione dei Protocolli COCIS hanno redatto una classificazione nella quale le attività sportive vengono distinte in cinque categorie:
A) Impegno “minimo – moderato” (frequenze cardiache sottomassimali e caduta delle resistenze periferiche), quali jogging, marcia, ciclismo in pianura, ecc., praticati a livello non agonistico.
B) Impegno di tipo “neurogeno” (aumento della frequenza cardiaca dovuto ad importante impatto emotivo), quali automobilismo, sport di tiro, ecc.
C) Impegno di “pressione” (frequenze cardiache moderatamente elevate e significativo aumento delle resistenze vascolari e della pressione arteriosa), quali sollevamento pesi, corsa di velocità, ecc.
D) Impegno “medio – elevato” (numerosi e rapidi incrementi della frequenza cardiaca e delle resistenze periferiche vascolari, in relazione a brusche interruzioni dell’attività muscolare alternate a fasi di intenso lavoro aerobico), quali calcio, pallacanestro, tennis, ecc.
E) Impegno “elevato” (frequenze cardiache e portate massimali necessarie a sostenere un lavoro intenso e protratto), quali maratona, canottaggio, ciclismo, ecc.
Questa classificazione costituisce per il medico un utile strumento operativo per valutare il grado e l’adeguatezza degli adattamenti cardiovascolari in un soggetto praticante una determinata attività sportiva e il rischio cardiovascolare emodinamico e/o aritmogeno reale o ipotetico (3).

ADATTAMENTI CARDIACI

ECOCARDIOGRAMMA
(Si ringrazia per il filmato il Dottor Fernando DI PAOLO Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI)

Nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi gli studi che hanno contribuito ad individuare le modificazioni indotte dall’esercizio fisico sull’apparato cardiovascolare e a definire il concetto di “Cuore d’atleta”.
Tali studi, inizialmente basati su dati clinici, radiologici ed elettrocardiografici, si sono avvalsi in tempi più recenti di metodiche più innovative e sofisticate quali l’ecocardiografia coi i suoi molteplici campi di interesse e la risonanza magnetica, che hanno consentito di effettuare una valutazione non solo morfologica, ma anche funzionale dell’apparato cardiovascolare nel soggetto allenato.
Tra i fattori che inducono le modificazioni che nell’insieme caratterizzano il “cuore d’atleta”, l’allenamento appare il più importante nel provocare i cambiamenti morfologici tra cui l’incremento delle dimensioni delle camere cardiache sinistre, del setto interventricolare, della massa e degli apparati valvolari, ma influiscono anche il genotipo (fattori ereditari), l’età e l’epoca di inizio dell’attività sportiva (4).

FIG. 2

– VENTRICOLO SINISTRO

I meccanismi che provocano modificazioni della morfologia del ventricolo di sinistra negli atleti sono molteplici, ma il tipo di sport ha una particolare importanza: gli sport di resistenza (ciclismo, sci di fondo, canottaggio e canoa) hanno il maggiore impatto nell’ingrandire la cavità ed aumentare lo spessore delle pareti mentre gli atleti praticanti sport di potenza (sollevamento pesi o lanci) presentano un ispessimento delle pareti ventricolari.
Gli atleti praticanti discipline di “endurance” presentano dimensioni delle pareti e/o delle cavità ventricolari al di sopra dei limiti normali, tanto da simulare una condizione patologica, quale la cardiomiopatia ipertrofica (quando lo spessore delle pareti è > 13 mm) o la cardiomiopatia dilatativa (quando la cavità ventricolare sinistra è > 60 mm).
Il meccanismo causale di un così importante rimodellamento cardiaco è rappresentato dall’aumento della portata cardiaca (che durante sforzo supera i 30 l/min) e della pressione arteriosa sistolica (che durante sforzo supera i 200 mmHg).

FIG. 3 – Immagine Ecocardiografica in B-Mode e M-Mode (Ciclista aa. 28)

La dilatazione della cavità ventricolare sinistra negli atleti, soprattutto quelli praticanti sport di resistenza, può arrivare nel 15% dei casi sino a 70 mm, che verosimilmente rappresenta il limite fisiologico dell’ingrandimento indotto dall’allenamento (valori medi ottenuti da autori diversi sono compresi tra 54 mm e 63 mm). L’ingrandimento della camera ventricolare avviene in modo globale ed omogeneo, per cui la normale geometria ventricolare non è alterata, così come lo spessore delle pareti che è normale o aumentato (5, 6). Nella cardiopatia dilatativa, anche se le dimensioni assolute della cavità ventricolare possono presentare valori simili all’atleta, non raramente il diametro traverso diastolico supera i 70 mm, si verifica un rimodellamento geometrico del ventricolo che tende ad assumere un aspetto globoso, lo spessore delle pareti può essere normale, con il rapporto h/r (spessore relativo) usualmente ridotto (< 0.30) ed è presente una disfunzione contrattile del miocardio (4).
Gli atleti praticanti sport di potenza (sollevamento pesi o lanci) presentano un ispessimento delle pareti ventricolari, che è conseguenza del carico di pressione cui vanno incontro durante l’allenamento (la pressione sistolica supera abitualmente i 200 mmHg, talora anche i 300 mmHg), mentre la cavità ventricolare sinistra non si modifica sensibilmente (7).

FIG. 4 – Immagine Ecocardiografica in Asse Corto del Ventricolo di sinistra

Generalmente l’ispessimento delle pareti ventricolari negli atleti ben allenati non supera i 15 mm (2% degli atleti), che rappresentano il limite dell’ipertrofia fisiologica indotta dall’allenamento (valori medi ottenuti da autori diversi sono compresi tra 12 mm e 13 mm). Nel cuore d’atleta la distribuzione dell’ipertrofia è simmetrica e regolare anche se i diversi segmenti del miocardio ventricolare possono non essere ispessiti in modo uguale (il setto anteriore mostra generalmente il massimo ispessimento) ma le differenze sono modeste (< di 2 mm) e nell’insieme l’ipertrofia risulta simmetrica ed omogenea (8). Al contrario, nei pazienti con cardiopatia ipertrofica, l’ipertrofia è tipicamente asimmetrica e, anche se il setto interventricolare è la regione più spesso coinvolta dall’ipertrofia, esiste una eterogeneità morfologica e non sono rari i casi in cui il massimo ispessimento interessa solo altri segmenti del ventricolo (6).
Gli atleti praticanti sport di squadra, infine, presentano variazioni della morfologia cardiaca usualmente più lievi, a ragione del carico emodinamico più modesto (7).
Caratteristiche del ventricolo sinistro nel “Cuore d’atleta” sono delle trabecole fibrose o fibro-muscolari tese tra le sue pareti, definite false corde tendinee per differenziarle dalle vere corde: generalmente sono tese tra setto interventricolare e parete laterale, in vicinanza dell’impianto dei muscoli papillari (2).

ECOCARDIOGRAMMA ATLETA CANOTTAGGIO
(Si ringrazia per il filmato il Dottor Fernando DI PAOLO Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI)

– FUNZIONE SISTO-DIASTOLICA DEL VENTRICOLO SINISTRO

Una delle caratteristiche particolari del Cuore d’Atleta è che all’aumento della massa miocardica fa riscontro l’assoluta normalità degli indici funzionali.
La Funzione sistolica espressa mediante la frazione di eiezione ventricolare sinistra del “Cuore d’Atleta”, misurata ecocardiograficamente o con altre metodiche, risulta nella norma (F.E.% 60-65) (2) mentre la funzione diastolica è nettamente aumentata e migliorata negli atleti, tanto che il riempimento ventricolare appare già completo in protodiastole.
Il ventricolo nel “Cuore d’Atleta” esprime un elevato coefficiente di distensibilità nella fase protodiastolica in cui sembra completarsi quasi interamente il riempimento ventricolare stesso: non è raro che durante l’esercizio la velocità del flusso transmitralico superi quella transvalvolare aortica (9).
Tutti gli studi sulla funzione diastolica nel cuore fisiologicamente ipertrofico hanno dimostrato velocità massime d’incremento delle dimensioni del ventricolo sinistro e di assottigliamento parietale normali o superiori alla norma, con un ampio volume di riempimento ventricolare protodiastolico e, in condizioni di riposo, un contributo marginale della sistole atriale (rapporto E/A>2). Il miglioramento dei parametri di funzionalità diastolica si associano ad un aumento delle dimensioni e delle performance ventricolari.
Il rilasciamento isovolumetrico è prolungato nelle forme patologiche d’ipertrofia, mentre è sempre nell’ambito della normalità nell’ipertrofia fisiologica (4).

– ATRIO SINISTRO

Anche l’atrio sinistro, che riceve il sangue ossigenato dai polmoni, non è esente da modificazioni morfologiche. Infatti negli atleti di fondo non è difficile evidenziare un ingrandimento superiore alla norma (valori medi ottenuti da autori diversi sono compresi tra 36 mm e 42 mm) (10).

– CAVITÀ CARDIACHE DI DESTRA

Analogamente le camere cardiache di destra subiscono un aumento proporzionato del volume; molti studi dimostrano che negli atleti di endurance si verifica un aumento del volume di circa il 25% e della massa di circa il 37%, rispetto a soggetti sedentari (11). L’ecocardiografia standard ha evidenziato come anche il ventricolo destro partecipi al processo di ingrandimento del “Cuore d’Atleta”, con aumento delle dimensioni interne e dello spessore della parete libera. La complessità della struttura tridimensionale del ventricolo destro, associata alla sua caratteristica dinamica di contrazione non concentrica ma prevalentemente longitudinale, alla localizzazione retrosternale della camera cardiaca e alla cooperazione dinamica con il setto interventricolare, determina notevoli difficoltà nell’analisi della cinetica globale e segmentarla di tale ventricolo con l’ecocardiografia tradizionale.
La partecipazione delle sezioni destre del cuore è testimoniata anche dall’incremento consensuale nell’atleta di endurance del calibro della vena cava inferiore, con normale collassabilità inspiratoria, fenomeno strettamente correlato all’ingrandimento dei diametri cavitari del ventricolo di destra (4).

– RIGURGITI VALVOLARI

La prevalenza di rigurgiti valvolari negli atleti è molto alta, infatti il 90% presenta un jet di rigurgito ad almeno una valvola e il 20% presenta un jet di rigurgito a tre valvole (12).
Questi rigurgiti valvolari “fisiologici” sono possibili in corrispondenza di tutte e quattro le valvole cardiache, ma con frequenza estremamente variabile e in assenza di alterazioni strutturali (2)

FIG. 5 – Immagine Ecocardiocolordoppler di Rigurgito Mitralico di grado insignificante (rigurgito fisiologico)

Questo fenomeno sembra legato all’aumento del tempo di allenamento e associato al fisiologico ingrandimento delle camere cardiache e generalmente non ha alcun significato emodinamico (13, 14, 15).
Raramente un ecocardiografista esperto non è in grado di effettuare una diagnosi differenziale tra un rigurgito valvolare fisiologico e patologico.
Nei rigurgiti “fisiologici”:
– è assente qualsiasi alterazione strutturale valvolare,
– non si osservano fenomeni di turbolenza ed “aliasing” al Doppler,
– l’area di rigurgito è limitata alla zona mediana immediatamente sottovalvolare, con rilievo del segnale Doppler fino e non oltre a 1-2 cm da essa (2, 16).

– INFLUENZA DEI FATTORI COSTITUZIONALI NEL RIMODELLAMENTO CARDIACO

Le dimensioni cardiache sono il risultato non solo dell’influenza dello sport praticato ma anche delle caratteristiche costituzionali dell’atleta e del grado di risposta cardiaca all’allenamento.
È noto da tempo che le dimensioni cardiache sono in relazione con le dimensioni corporee in tutti i mammiferi. Nell’uomo esistono i nomogrammi che permettono di predire le dimensioni cardiache in base al rapporto tra peso corporeo, superficie corporea, statura ed età (6).
L’età rappresenta un altro fattore determinante le dimensioni cardiache, è comune osservare come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta si accompagna ad un aumento progressivo delle dimensioni cardiache (in particolare dello spessore delle pareti ventricolari). Ciò sembra legato ad un aumento delle dimensioni corporee ed al progressivo incremento dei carichi di lavoro negli allenamenti effettuati dagli atleti (17).
Anche il sesso ha influenza sull’adattamento morfologico cardiaco.
Le atlete, quando paragonate ai maschi della stessa età e praticanti le stesse discipline sportive, presentano dimensioni minori sia della cavità (circa – 10%) che dello spessore delle pareti ventricolari (circa – 20%). Queste differenze sono legate ad una serie di fattori, tra cui i principali sono la taglia corporea (e la percentuale di massa magra) mediamente più piccola nelle donne, l’aumento più modesto della portata cardiaca e della pressione arteriosa sistolica durante lo sforzo e, non ultimo, il più basso livello di ormoni androgeni naturali (18,19). Le differenze nella morfologia cardiaca tra atleti ed atlete hanno notevole importanza clinica: infatti gli uomini possono sviluppare una ipertrofia delle pareti ventricolari sino a 15 o 16 mm, mentre al contrario le donne raramente superano gli 11 mm. Pertanto, il problema della diagnosi differenziale tra “Cuore d’Atleta” e cardiomiopatia ipertrofica non si pone usualmente nelle atlete (7).
Recentemente è stato suggerito che un ruolo importante nel rimodellamento cardiaco possa spettare anche ai fattori genetici (20, 21).
Sebbene tale ipotesi sia assai attraente, al momento esiste una conferma solo per quanto riguarda l’enzima ACE (che controlla il livello della pressione arteriosa e può presentarsi nelle isoforme D/D, I/I e I/D) ed altri enzimi del sistema renina-angiotensina-aldosterone. È stato dimostrato che i soggetti che hanno il pattern ACE di tipo D/D e I/D , all’esercizio fisico, rispondono con un aumento della massa ventricolare sinistra significativamente maggiore (rispettivamente 42 g e 38 g) in confronto a quelli con pattern I/I (2 g) (22).

– ADATTAMENTI PERIFERICI

È logico che anche il sistema circolatorio, costituito da vasi arteriosi e venosi, debba adattarsi a questa nuova realtà. In altri termini la circolazione deve essere potenziata al fine di consentire lo scorrimento di flussi sanguigni così elevati senza “rallentamenti”.
A seguito dell’allenamento di resistenza, si ha un aumento delle arterie coronarie che nutrono il cuore. Il cuore dell’atleta, aumentando il suo volume e la massa muscolare, ha bisogno di un maggior rifornimento di sangue e di una maggiore quantità di ossigeno (23).
L’aumento del calibro delle coronarie costituisce un altro degli elementi che differenziano l’ipertrofia fisiologica del cuore da quella patologica legata alle malattie cardiache congenite o acquisite. Negli atleti c’è la possibilità di visualizzare i tratti iniziali dell’arteria coronaria di destra e sinistra e di misurarne il calibro, in modo non invasivo mediante l’ecocardiografia, e in alcuni casi anche di evidenziarne la biforcazione in discendente anteriore e circonflessa. Tale fenomeno nell’atleta è dovuto all’aumento del calibro stesso delle coronarie, proporzionale all’aumento della massa miocardica, e al prolungamento della diastole dovuto alla bradicardia (4).
I vasi arteriosi e venosi di medio e grosso calibro aumentano le loro dimensioni (“vasi d’atleta”): questo fenomeno è particolarmente evidente nella vena cava inferiore, il vaso che riporta al cuore il sangue proveniente dai muscoli degli arti inferiori, utilizzati molto nei vari sport.
A carico della microcircolazione, gli adattamenti più importanti riguardano naturalmente i muscoli (particolarmente i muscoli più allenati).
I capillari, attraverso i quali avvengono gli scambi tra sangue e muscolo, sono distribuiti in maggior misura attorno alle fibre muscolari rosse, lente, a metabolismo aerobico (fibre ossidative), che hanno bisogno di una maggiore quantità di ossigeno (23).
Nell’atleta di resistenza, con l’allenamento si realizza un aumento in assoluto del numero di capillari e del rapporto capillari/fibre muscolari.
Tale fenomeno è conosciuto con il nome di “capillarizzazione” e grazie ad esso, le cellule muscolari vengono a trovarsi nelle migliori condizioni per sfruttare a pieno le aumentate disponibilità di ossigeno e substrati energetici. L’aumento della superficie capillare e della capacità di vasodilatazione delle arteriole muscolari, fa sì che i muscoli riescano ad accogliere quantità di sangue veramente notevoli senza che aumenti la pressione (24).

– TRAINING E DETRAINING

In numerosi studi, la valutazione ecocardiografica dell’ipertrofia ventricolare sinistra ha dimostrato che, sia nel corso del periodo di allenamento (training), che dopo la sua interruzione (detraining), possono verificarsi modificazioni molto rapide delle dimensioni e dell’ipertrofia del ventricolo sinistro.
In tempi relativamente brevi, sia i fondisti (osservati per 7 settimane), che i nuotatori (osservati per 10 settimane), hanno presentato rapide modificazioni sia delle dimensioni che dell’ipertrofia ventricolare, con aumenti delle dimensioni cavitarie sinistre sino a 15 mm al termine dello studio.
Durante la fase di detraining, sia i nuotatori che i fondisti hanno evidenziato un progressivo ridimensionamento delle dimensioni telediastoliche delle cavità cardiache sinistre.
Non è ancora accertato se le più evidenti modificazioni osservate negli atleti di resistenza regrediscano rapidamente, ma è possibile che, dopo un lungo periodo di adattamento, tali modificazioni regrediscano molto più lentamente (25).
Tuttavia in studi recenti si è evidenziato che il rimodellamento cardiaco in seguito a decondizionamento è più evidente negli atleti che praticano attività sportiva da meno anni rispetto agli atleti che praticano attività sportiva da più anni, infatti in questi persistono una sostanziale dilatazione ed ispessimento delle pareti delle camere anche dopo il periodo di detraining (26).

ESAME OBIETTIVO

La Pressione Arteriosa sistemica differisce di poco tra gli atleti allenati a sport di endurance e le persone normali non allenate. I polsi carotidei negli atleti, specie quelli praticanti sport di endurance, sono iperdinamici, fenomeno verosimilmente dovuto alla bradicardia e all’aumentata gittata sistolica. L’impulso ventricolare sinistro è spostato, ingrandito e di tipo iperdinamico. È frequentemente presente un terzo tono (dovuto al riempimento ventricolare rapido protodiastolico); è meno comune un quarto tono (più facilmente udibile con l’aumento del tempo di riempimento diastolico e un torace sottile).
Un soffio sistolico eiettivo sul margine sinistro dello sterno, di intensità 1-2/6, può essere auscultato fin nel 50% degli atleti e spesso diminuisce d’intensità al passaggio dalla posizione supina a quella ortostatica (27).

VALUTAZIONE DEL RITMO CARDIACO DELL’ATLETA

Lo studio dell’elettrocardiogramma dell’atleta ha sempre appassionato i cardiologi fin dalle prime interpretazioni dell’elettrocardiografia.
Molte sono le modificazioni dell’elettrocardiogramma descritte negli atleti e spesso considerate innocente effetto dell’allenamento, tuttavia alcune modificazioni, quali l’aumento marcato di voltaggio delle onde R o S, un sopraslivellamento del tratto ST, l’inversione dell’onda T, la presenza di onde Q profonde, potrebbero suggerire la presenza di una cardiomiopatia ipertrofica o cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Al momento attuale il significato clinico di tali alterazioni in atleti peraltro sani, non è ancora ben definito, non è chiaro cioè se tali anomalie ECG siano la prima espressione di una cardiomiopatia che si svelerà in un tempo successivo, oppure siano semplice espressione del rimodellamento morfologico cardiaco indotto dall’allenamento. In realtà solo una piccola percentuale di atleti che mostrano alterazioni marcate dell’ECG presentano, alla verifica ecocardiografica, anomalie, mentre la maggioranza di essi sono risultati “falsi positivi”(7) .

FIG. 6 – Prevalenza di alcune Bradiaritmie nel gruppo di Atleti e nel gruppo di Controllo (sedentari)

Numerosi sono stati gli studi epidemiologici condotti sulla prevalenza delle diverse aritmie cardiache negli sportivi.
Tra le aritmie più frequenti negli atleti rispetto alla popolazione sedentaria si evidenzia: le bradicardie sinusali, i ritardi di conduzione atrioventricolare e le tachiaritmie.

– BRADICARDIA SINUSALE

La bradicardia sinusale è l’espressione peculiare dell’elettrocardiogramma dello sportivo ed è talora caratterizzata da valori a riposo anche inferiori ai 40 bpm.
È più frequente negli atleti praticanti sport di resistenza ad elevato livello agonistico.

FIG. 7 – Bradicardia Sinusale (43 bpm) in atleta

Generalmente la bradicardia sinusale, se non è accompagnata da sintomatologia sincopale e se è normalizzata dall’esercizio fisico, viene inquadrata nel cosiddetto adattamento “ipervagotonico” all’allenamento fisico intenso e, nella maggioranza dei casi, non pone problemi di idoneità allo sport agonistico.
Molti studi hanno documentato che un allenamento intenso e duraturo è in grado di modificare l’equilibrio simpatovagale in senso vagale, inducendo la predominanza della componente parasimpatica. Tale effetto è particolarmente evidente in quelle regioni cardiache che maggiormente risentono della prevalenza del tono vagale, come il nodo del seno ed il nodo atrioventricolare. È probabile che alcune bradicardie molto marcate siano l’espressione anche di una componente genetico – costituzionale e vadano seguite attentamente nel tempo. Le bradicardie estreme dell’atleta devono essere distinte dalle bradicardie espressione di una iniziale disfunzione sinusale, soprattutto in età adulta e avanzata, nella quale l’evenienza di una malattia del nodo del seno è cronologicamente più probabile (28).
Per una diagnosi differenziale tra Bradicardia estrema e iniziale disfunzione sinusale nell’atleta è utile ricordare che nelle bradicardie “fisiologiche” si evidenzia:
– Assenza di pause sinusali maggiori di 3,5 secondi
– Scomparsa della bradicardia durante test da sforzo e dopo disallenamento
– Assenza di sintomi di tipo sincopale.

– RITARDI DELLA CONDUZIONE ATRIOVENTRICOLARE

L’ipervagotonia indotta dall’allenamento può essere considerata il primum movens patogenetico anche per queste forme di bradiaritmia.

FIG. 8 – Blocco Atrio-Ventricolare di 1° grado

Si tratta generalmente di blocchi atrioventricolari di 1° grado o di 2° grado tipo Mobitz 1, con espressione tipicamente notturna e con completa normalizzazione dopo test da sforzo massimale o dopo periodo di disallenamento.
Una particolare attenzione deve essere posta ai casi di blocco atrioventricolare già evidente in giovane età che non si associano ad un intenso condizionamento fisico o ai casi presenti in età adulta, soprattutto se si tratta di blocco atrioventricolare di grado avanzato od associato a blocco di branca (28).

– TACHIARITMIE: ARITMIE SOPRAVENTRICOLARI

La prevalenza dei battiti prematuri sopraventricolari nell’atleta è molto variabile (intorno al 30%) da casistica a casistica e generalmente non assume rilevanza clinica né compromette l’idoneità all’attività sportiva agonistica.
Di interesse maggiore sono le varie forme di tachicardia parossistica, di flutter o di fibrillazione atriale parossistica. Nello sportivo tali tachiaritmie rappresentano un importante problema, in seguito al cardiopalmo che provocano, soprattutto quando tale sintomo accade durante lo sforzo fisico. Per fortuna questi episodi sono molto rari nello sportivo, con una prevalenza del 1%.
Il sintomo del cardiopalmo nell’atleta è sostenuto dalle seguenti aritmie: tachicardia da rientro atrioventricolare (50%); fibrillazione atriale (25%); flutter atriale (13%); tachicardia da rientro atrioventricolare da via anomala occulta e tachicardia atriale (6,2%).
La fibrillazione atriale, anche se rara negli atleti, assume un particolare rilievo epidemiologico nell’atleta sintomatico per cardiopalmo. Essa può essere correlata sia ad un ipertono neuro – adrenergico e, quindi, scatenata dallo sforzo fisico, sia concomitante ad un forte input vagale. Generalmente, la fibrillazione atriale “vagale” è in relazione al grado di allenamento e scompare dopo un congruo periodo di disallenamento. Negli atleti che presentano episodi di fibrillazione atriale deve essere esclusa una cardiopatia, un distiroidismo e la presenza di pre-eccitazione cardiaca (6).
Particolare attenzione deve essere posta alla Sindrome di Wolff-Parkinson-White nell’atleta e al rischio ad essa connesso di poter determinare frequenze ventricolari elevatissime, inefficaci dal punto di vista emodinamico, con conseguente fibrillazione ventricolare e morte improvvisa. Questa eventualità tragica è correlata ad elementi intrinseci al fascio anomalo, alla situazione cardiaca generale e alla potenzialità aritmogena del gesto atletico (6).

– TACHIARITMIE: ARITMIE VENTRICOLARI

Le aritmie ventricolari nell’atleta apparentemente sano rappresentano una delle tematiche più controverse nell’ambito della cardiologia dello sport. Tale problematica può essere riassunta in alcuni punti fondamentali:
– La prevalenza di battiti ectopici ventricolari isolati nello sportivo è molto frequente ed è stimabile tra il 35% e il 50%.
– È spesso difficile identificare un substrato organico come causa dell’aritmia, anche nelle forme più maligne.
– Non esistono ancora studi longitudinali per poter stabilire un follow-up adeguato.

FIG. 9 – Extrasistolia Ventricolare

Sono sempre più frequenti gli studi che documentano la presenza di un substrato organico associato all’aritmia, come minime anomalie a carico dell’infundibolo ventricolare destro, miocarditi in fase di remissione, cardiopatia aritmogena del ventricolo destro ed altre forme minori di cardiopatia. In tal senso lo sforzo fisico è generalmente inquadrabile come fattore scatenante od aggravante l’aritmia.
Sulla base di queste osservazioni è utile proporre un iter valutativo dell’atleta con aritmie ventricolari, articolato nei seguenti punti:
– scrupolosa ricerca di una cardiopatia organica associata all’aritmia
– attento studio aritmologico degli atleti sintomatici per sincope o cardiopalmo
– cautela nell’indicazione e prescrizione di metodiche invasive negli atleti aritmici asintomatici, nei quali manca un vero end-point elettrofisiologico, a causa della difficoltà di attribuire ad una aritmia inducibile, potenzialmente aspecifica, un rischio reale di morte improvvisa
Vale la pena sottolineare che tra le forme più pericolose rientrano proprio quelle aritmie ventricolari che, per assenza di ripercussioni sulla performance, consentono di praticare lo sport ad alto livello, esponendo l’atleta ad un reiterato rischio.
Negli atleti andranno considerate in modo benigno quelle forme “occasionali” di aritmie ventricolari, non ripetibili e non associate allo sforzo fisico.
Una delle forme di più frequente riscontro nell’atleta è l’aritmia ventricolare ad origine dal cono di efflusso della polmonare od infundibolare destra che assume il caratteristico aspetto a “tipo blocco di branca sinistro”. Questa aritmia è spesso cancellata dallo sforzo fisico, è raramente associata ad una cardiopatia ed ha una prognosi benigna (6) .

EVENTI POTENZIALMENTE TEMIBILI NELL’ATLETA

– MORTE IMPROVVISA DA SPORT

Per Morte improvvisa (MI) da esercizio fisico si intende una morte repentina ed inaspettata, non traumatica che si verifica in relazione temporale con l’attività sportiva, in genere entro un’ora dall’inizio dei sintomi.La prevalenza della MI risulta più elevata nei maschi, nei soggetti in età adulta/avanzata e nei pazienti con cardiopatia anche se clinicamente silente. Verosimilmente, la minor prevalenza della MI durante l’esercizio fisico nelle donne rispetto agli uomini trova spiegazione nella scarsa partecipazione delle prime ad attività fisiche ad impegno elevato cardiovascolare e nella minore espressione fenotipica di alcune cardiopatie di origine genetica o aterosclerotica nel sesso femminile.
Anche il tipo di esercizio ha importanza nella prevalenza della MI: nei pazienti con cardiopatia nota l’incidenza di MI risulta più bassa durante l’attività fisica di intensità moderata e controllata. Nonostante l’attività fisica, sia nel giovane che nell’anziano, aumenti le probabilità di MI di origine cardiovascolare rispetto allo stato di riposo, il rischio assoluto di MI indotto dall’esercizio rimane, comunque, basso (in Italia l’incidenza di MI nella popolazione generale giovanile risulta pari a 2.62/100000 nei maschi e pari a 1.07/100000 nelle femmine).
Le patologie, anche silenti, dell’apparato cardiovascolare rappresentano la causa della stragrande maggioranza di MI da esercizio ed incidono in maniera diversa in base all’età dei soggetti, infatti mentre nei giovani al di sotto dei 35 anni prevalgono le cardiopatie congenite o di origine genetica (cardiomiopatia ipertrofica, origine anomala delle arterie coronarie, cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro), nei soggetti in età adulta/avanzata la causa più frequente è rappresentata dall’aterosclerosi coronarica.
La patogenesi della morte improvvisa è legata prevalentemente ad un disturbo del ritmo cardiaco (fibrillazione ventricolare, blocco atrio-ventricolare completo, prolungato arresto sinusale), mentre risultano meno frequenti le cause emodinamiche, quali la rottura di un aneurisma aortico o l’embolia polmonare (29).

– SINDROMI CORONARICHE ACUTE

Una percentuale variabile dal 4% al 18% avviene durante o subito dopo un’attività fisica intensa ed il periodo più a rischio è quello compreso tra la fine dell’esercizio e l’ora immediatamente successiva.
Il rischio di infarto miocardico acuto è sensibilmente minore negli individui che si allenano regolarmente e durante attività fisica bassa o moderata, mentre aumenta nei soggetti già cardiopatici.
Verosimilmente, uno dei meccanismi attraverso cui l’esercizio può favorire il verificarsi di una sindrome coronarica acuta è la rottura di una placca aterosclerotica vulnerabile, in seguito allo stress emodinamico, che innescherebbe fenomeni trombotici e vasospastici (29).

SCREENING CARDIOLOGICO PREVENTIVO

L’esercizio fisico può scatenare eventi acuti cardiovascolari tra i quali i più temibili sono la morte improvvisa e le sindromi coronariche acute. La probabilità che si verifichino eventi cardiovascolari durante esercizio fisico è più elevata nei pazienti affetti da cardiopatia, nei soggetti in età adulta/avanzata, in quelli sedentari e con fattori di rischio cardiovascolare e quando l’attività fisica è praticata ad intensità elevata.
La probabilità, invece, è minore quando l’attività fisica è praticata a bassa intensità e nei soggetti che si allenano regolarmente. Il meccanismo attraverso cui l’attività fisica abituale esercita questo effetto protettivo nei confronti degli eventi acuti cardiovascolari ed in particolare della morte improvvisa, è legato probabilmente ad una maggiore stabilità elettrica del miocardio, con riduzione del rischio di aritmie ventricolari fatali. Allo scopo di ridurre il rischio di eventi cardiaci avversi, quindi, risulta importante eseguire un adeguato screening preventivo ed avviare i soggetti ad un graduale e progressivo condizionamento fisico, soprattutto se hanno cardiopatia nota, età avanzata, o fattori di rischio coronario.
L’ECG, insieme con la storia clinica, rappresenta il primo gradino di ogni indagine non invasiva, allo scopo di identificare malattie cardiache a rischio di instabilità elettrica.
Il “golden standard” nella diagnosi della maggior parte delle malattie strutturali del cuore è l’ecocardiografia, che è un eccellente mezzo di diagnosi non invasiva per lo studio sia della morfologia che della cinetica ventricolare sinistra (30).
Ogni individuo, quindi, che si accinge ad iniziare una attività fisica regolare dovrebbe essere sottoposto, preventivamente, ad una attenta valutazione cardiologia che deve essere ancora più accurata in caso di atleti, visto i grossi carichi di lavoro effettuati.
È pensiero comune che attraverso un adeguato screening preventivo, si possa ridurre la probabilità di eventi cardiovascolari avversi, in modo da godere dei benefici dell’attività fisica senza incorrere nei rischi ad essa associati.
Scopo dello screening preventivo è quello di evidenziare l’esistenza di cardiopatie clinicamente silenti in soggetti apparentemente sani, nonché in caso di cardiopatia clinicamente accertata, stratificare il rischio associato alla pratica dell’attività sportiva ed attivare gli interventi terapeutici necessari (29).

CONCLUSIONI

Il cuore, essendo un muscolo, subisce delle variazioni come risposta funzionale alle sollecitazioni dell’allenamento. Grazie ai meccanismi dell’anabolismo proteico, in seguito ad un allenamento costante si ha una prevalenza dell’anabolismo sul catabolismo, con un conseguente aumento delle strutture fondamentali del cuore, le miofibrille, e quindi, anche condizionato dall’età e dal sesso, l’allenamento induce un ingrandimento delle dimensioni cardiache ed un aumento della massa cardiaca (6).
Negli ultimi anni si è verificato un enorme incremento della popolarità di molti sport. Ne è derivato un aumento del numero di soggetti che giungono all’osservazione del medico presentando gli effetti cardiovascolari dell’allenamento.
La conoscenza delle modificazioni cardiovascolari negli atleti è essenziale per evitare erronee diagnosi di cardiopatia.

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ALLENAMENTO MUSCOLO DELTOIDE

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Testo e disegni di Stelvio Beraldo

IMMAGINE DA: http://medicinapertutti.altervista.org/argomento/muscolo-deltoide

L’articolazione scapolo-omerale si caratterizza per la capacità di permettere in maniera molto ampia i movimenti del braccio su tutti i piani spaziali.
Questo è possibile per la presenza di una modesta cavità glenoidea della scapola (praticamente la testa dell’omero è più poggiata che inserita) è una capsula articolare lassa. Pertanto il ruolo di stabilità e centralità articolare è deputato ai muscoli che fanno parte della cuffia dei rotatori (Sovraspinato, Sottospinato, Piccolo rotondo, Sottoscapolare) e assume importanza determinante per la stabilità e funzionalità articolare. I movimenti determinati dalla cuffia dei rotatori vedono sempre la sinergia del Deltoide.
Se viene compromessa l’azione della cuffia dei rotatori l’omero e la sua testa vengono spinti fuori dall’articolazione (sublussazione) verso l’alto (verso l’acromion della scapola) e verso avanti. La posizione verso l’alto provoca una riduzione di spazio che causa una compressione tendinea, mentre lo spostamento in avanti porta i tendini del Sovraspinato e Sottospinato a contatto (sfregamento) della rima post-superiore della cavità glenoide (sindrome da impingement).
Questa patologia, definita “conflitto sotto acromiale” è tipica delle discipline sportive che comportano una sistematica azione di abbassamento del braccio dall’alto in basso (lancio del giavellotto, tiro in porta nella pallanuoto, schiacciata e battuta nella pallavolo, ecc.). Questo gesto tende a potenziare in maniera selettiva i muscoli agonisti che abbassano il braccio e lo ruotano all’interno e a determinare nel tempo uno scompenso di forza sui muscoli antagonisti che sollevano il braccio in alto e lo ruotano all’esterno (vedi: Prevenire la patologia della cuffia dei rotatori della spalla).
Allenare in maniera corretta il muscolo deltoide significa anche coinvolgere adeguatamente tutti i muscoli del cingolo scapolo-omerale. Solo in questo modo viene garantita la stabilità e funzionalità ottimale di questa regione.

Percentuale di fibre lente e veloci mediamente presente nel muscolo Deltoide
(da Pierrynowski e Morrison integrata con Johnson e coll.)

%ST %FTa %FTb

60

40

Azione del muscolo deltoide

SPALLA:
a) anteposizione (fasci anteriori)
b) retroposizione la spalla (fasci posteriori).

BRACCIO:
c) abduzione (fino a 90°)
d) anteposizione (fino a 60°, fasci anteriori)
e) retroposizione (fasci posteriori)
f) estensione orizzontalmente da avanti in fuori (fasci posteriori)
g) flessione orizzontale da in fuori a avanti (fasci anteriori)
h) rotazione in dentro (fasci anteriori)
i) rotazione in fuori (fasci posteriori).

Movimenti del braccio che coinvolgono dinamicamente anche il muscolo deltoide

1) Slanci delle braccia in fuori:
– da 0° a 90°: Deltoide, Sopraspinato. Se si va oltre entrano in azione il Gran dentato, Trapezio (fasci superiori e inferiori) che agiscono sulla rotazione della scapola che trascina l’omero da 90° a 150°.
2) Slanci delle braccia in avanti da supino su panca inclinata a 45°:
– da 0° a 60°: Deltoide (fasci anteriori), Coracobrachiale, Bicipite brachiale (capo breve), Gran pettorale (fasci superiori). L’intrarotazione finale del braccio consente un maggiore avvicinamento dei capi estremi di inserzione dei fasci anteriori del deltoide.
– da 60° a 120°: Trapezio (fasci superiori e inferiori), Gran dentato. Agiscono sulla rotazione rotazione della scapola che trascina l’omero.

3) Slanci delle braccia da in fuori a avanti (fly): Gran pettorale, Deltoide (fasci anteriori), Coracobrachiale, Bicipite brachiale (capo breve), Gran dentato e Piccolo pettorale (antepositori della spalla).
4) Slanci delle braccia da in fuori a avanti su panca inclinata a 40-45° (incline fly): Deltoide (fasci anteriori e parzialmente, quelli superiori), Gran pettorale (fasci superiori), Coracobrachiale, Bicipite brachiale. Gran dentato (antepositore della spalla), Trapezio (fasci superiori e inferiori. Agisce sul la rotazione della scapola che trascina l’omero) e Sternocleidomastoideo (elevatore della spalla).

5) Slanci delle braccia da avanti in fuori (deltoid raise): Deltoide (fasci posteriori), Gran dorsale, Grande rotondo, Piccolo rotondo, Sottospinato, Romboide e Trapezio (retropositori della spalla).
6) Slanci delle braccia indietro: Gran dorsale, Deltoide (fasci posteriori), Grande rotondo, Romboide e Trapezio (retropositori della spalla). L’extrarotazione finale del braccio consente un maggiore avvicinamento dei capi estremi di inserzione dei fasci posteriori del deltoide.

Muscoli che intervengono nello slancio del braccio in fuori e in alto

Muscoli che intervengono nello slancio del braccio in avanti e in alto

fino all’orizzontale: Deltoide (De) e Sopraspinato (So)
oltre l’orizzontale: Gran dentato (Gd) e Trapezio (Tr) (fasci superiori e inferiori) che ruotano esternamente la scapola. Di conseguenza il braccio viene portato fino circa 150°
la verticale viene raggiunta grazie ai muscoli che inclinano lateralmente il tronco.
fino a circa 60°: Deltoide (De) (fasci anteriori), Coracobrachiale (Co) e Gran pettorale (Gp) (fasci superiori)
oltre i 60°: Gran dentato (Gd) e Trapezio (Tr) (fasci superiori e inferiori) che, ruotano esternamente la scapola. Di conseguenza il braccio viene portato fino a circa 120°
la verticale viene raggiunta grazie ai muscoli che estendono il tronco.

Alcuni esercizi di stretching, specifici per la regione scapolo-omerale

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

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LA FORZA DELLA FORZA

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a cura di Giulio Rattazzi

Power

Tutto è forza. Essa si manifesta ovunque: quando solleviamo un peso esercitiamo forza, quando ci muoviamo esprimiamo forza, lo stesso quando stiamo in equilibrio, e persino quando stiamo fermi.

forza1

La forza è espressione di vita
Credo che non sia realmente possibile definire, classificare e misurare la forza nelle sue svariate, infinite, manifestazioni. La forza è un concetto molto complesso, non riducibile al solo ambito della fisica. Basti pensare che è generata dall’intenzione, è creazione organizzata in modo funzionale alle intenzioni del suo attore, nell’espressione della forza è custodita l’essenza della persona.
Qualcuno potrebbe chiedere “perché” affermi questo e “come” fai a dimostrarlo?
I “perché” solitamente introducono domande a cui rispondono i filosofi, i quali, però, spesso hanno difficoltà a dimostrare “come” un fenomeno avvenga; allora ci rivolgiamo alla Scienza, che può comprovare il “come”, ma fa fatica a risalire al perché.
Io credo che se realmente si vuole comprendere un fenomeno rilevante, come è nel nostro caso la forza, bisogna considerarlo nella sua complessità, risulterebbe fuorviante prendere in esame un singolo aspetto come se fosse separato da tutti gli altri.

forza2
Un aforisma Zen dice: “Per guardare un pesce bisogna osservare l’acqua”. Nel nostro caso: “Per guardare la forza bisogna osservare la vita del nostro atleta”.
In altre Parole:
«Cosa vedi in questo calice di vino rosso?» domanda un commensale al sociologo Edgar Morin. Egli risponde: «Vedo le particelle dell’atomo, vedo i nuclei dell’elio, vedo la vigna che ha prodotto quest’uva e poi il Mediterraneo, l’origine della vita e molto altro ancora. Vedo la nascita dell’universo perché vedo le particelle che si sono formate nei primi secondi. Vedo un sole antecedente il nostro poiché i nostri atomi di carbonio si sono forgiati in seno a quell’astro che è esploso. Poi quel carbonio si è legato ad altri atomi di carbonio in quella sorta di pattumiera cosmica, i cui detriti, aggregandosi, formeranno la terra. Vedo la composizione delle macromolecole che si sono assemblate per far nascere la vita. Vedo le prime cellule viventi, lo sviluppo del mondo vegetale, l’addomesticamento della vite nei Paesi mediterranei. Vedo i baccanali e i festini. Vedo la selezione dei vitigni, una cura millenaria attorno alle vigne. Vedo infine lo sviluppo della tecnica moderna che oggi permette di controllare con strumenti la temperatura della fermentazione nelle cantine. Vedo tutta la storia cosmica e umana in questo bicchiere di vino e, beninteso, anche la storia specifica del Bordolese.»
In sostanza, per comprendere bisogna essere un po’ scienziati e un po’ filosofi. Fanno parte di questa categoria le professioni nobili, tutte quelle che sono a stretto contatto con l’umano, e l’allenatore vi rientra a pieno titolo.
Antonio Damasio, neuroscienziato di fama mondiale, nell’indagare la nascita della coscienza e la percezione di sé che ne consegue, ha individuato due zone nel tronco encefalico come luogo anatomico dove si verifica la creazione di mappe delle strutture corporee, in altre parole l’area dove il corpo incontra la mente.forza3
Soffermiamoci sulle implicazioni di questa scoperta
L’aspetto sul quale è necessario riflettere è che queste due zone si trovano magnificamente interconnesse, in uno strettissimo legame, dal quale emerge l’indissolubile rapporto tra mente e corpo, per cui non è possibile avere una mente cosciente se non esiste interazione tra corteccia cerebrale e tronco encefalico e non è possibile avere una mente cosciente se non esiste interazione tra il tronco encefalico e il corpo.
Il corpo funge, in un certo senso, da mediatore tra il cervello e la rappresentazione del mondo esterno. Tale vincolo tra mente e corpo si comporta come un processo ologrammatico ricorsivo, dove la mente influenza il corpo che a sua volta influenza la mente, così come ogni azione, ogni movimento, ogni espressione di forza del corpo porta con sé l’unicità della persona.
Ormai da diversi anni, per lavoro e per mio diletto, elaboro software e strumentazioni dedicate allo studio del movimento umano e spesso mi sono trovato a osservare tracciati di accelerazioni di test ed esercizi eseguiti da atleti. Con il tempo e l’esperienza ho imparato che da un semplice tracciato accelerometrico – come per esempio il sollevamento di un bilanciere oppure l’esecuzione di un balzo – è possibile capire molte più cose di quello che si possa pensare, al di là del semplice valore numerico di forza, accelerazione, velocità, lavoro, potenza, ecc.
Dall’analisi ripetuta delle accelerazioni, dopo un po’ si cominciano a comprendere meglio aspetti anatomico-funzionali dell’atleta, fino addirittura a coglierne, col tempo, anche dettagli caratteriali ed evolutivi.
D’altronde, questa non è una novità: da moltissimo tempo esiste uno studio, la grafologia, che si prefigge di dedurre alcune caratteristiche psicologiche e comportamentali di un individuo attraverso l’analisi della sua grafia. E cos’è la calligrafia se non una registrazione di movimento nella quale è impressa, come in un processo ologrammatico, l’immagine della persona?

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Come onde sismiche, i tracciati accelerometrici riflettono peculiarità e caratteristiche uniche appartenenti esclusivamente al loro autore ed è lo stesso principio per cui un computer, pur essendo in grado di eseguire perfettamente la “Sinfonia n. 9” di Beethoven, non è in grado di trasmettere le stesse emozioni di un pianista in carne e ossa.

Insomma: dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei.

Ed ecco che nella forza, la forza generata da un soggetto vivente, scopriamo sempre anche una componente estetica.
Balzac lo sosteneva già nel 1833 nel suo saggio “Teoria del camminare”, dove leggiamo: “[…] il movimento, oltre a velocità, accelerazione, forza, ecc., cioè oltre a quantità, esprime anche forma, stile, armonia, cioè delle qualità” (Théorie de la démarche, Honoré de Balzac, 1833).
Ma la Scienza come si pone a riguardo? È possibile misurare la qualità, è possibile misurare l’estetica del movimento? Forse no, forse questo non sarà mai possibile, tanto è vero che competizioni sportive, come la danza o la ginnastica artistica vengono valutate dall’uomo con parametri che mirano all’oggettività, ma che non possono escludere un’interferenza soggettiva dei membri della giuria.
Però, nonostante questo limite, vorrei porre l’attenzione su alcune considerazioni.
In fisica la forza è uguale alla massa per l’accelerazione. Alla luce di questi nuovi assunti la parola “massa” e la parola “accelerazione” si arricchiscono di ulteriori significati: nella massa che si muove, che accelera, che esprime forza, c’è il soggetto vivente. Quella massa esiste con la persona, perciò potremmo descrivere la forza esercitata dal vivente come l’espressione della stretta relazione tra corpo, mente e movimento.
Ma l’estetica della forza è veramente un concetto soggettivo impossibile da misurare e quantificare, oppure racchiude anche una componente oggettiva?

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È opinione comune che il giudizio di bellezza sia qualcosa di soggettivo. Però conveniamo tutti col fatto che gli occhi azzurri, piuttosto che gli occhi neri, o il naso alla francese, siano generalmente molto apprezzati.
Potremmo presupporre che l’estetica conservi qualcosa di oggettivo? Quindi, forse, nell’estetica, intesa in senso lato, vi è anche oggettività?
In tal caso, nella forza muscolare, dove dimora la bellezza oggettiva?
Sempre Balzac diceva: “[…] il movimento umano consta di un’articolazione di tempi interconnessi che si confondono; se li separate nettamente si instaura infallibilmente la disarmonia e la spigolosità tipica del movimento delle bambole meccaniche”.
Io credo che la bellezza oggettiva della forza sia intrinseca alla capacità di essere funzionale al suo scopo.
Ma è possibile misurare l’estetica oggettiva della forza che in realtà si traduce e si identifica nella forza funzionale?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiamare in causa il concetto di efficienza, che nel nostro caso chiameremo efficienza muscolare.

Cos’è l’efficienza?
L’efficienza è la capacità di azione o di produzione, con il minimo di scarto, di spesa di risorse e di tempo impiegati. Il termine varia ampiamente, a seconda delle diverse discipline e delle diverse attività considerate.
L’efficienza può essere espressa come il risultato in percentuale rispetto a ciò che potrebbe essere il risultato ideale, ponendo questo come 100%.
Due atleti, anche gemelli, eseguendo un balzo o sollevando un bilanciere, potrebbero far registrare gli stessi valori di forza, ad esempio 1000 Newton; ma la strada per ottenere i 1000 Newton è sempre compiuta per percorsi completamente differenti, anche da uno stesso atleta in due balzi diversi eseguiti con l’obiettivo di risultare uguali.
Misurando con un accelerometro l’andamento delle accelerazioni – quindi della forza – prima di spiccare il volo durante l’esecuzione di un balzo, oppure durante il sollevamento di un bilanciere, idealmente ci dovremmo aspettare una parabola quasi perfetta, però questo non avviene mai!

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Perché?
Osservando il grafico notiamo sempre delle cadute di accelerazione per poi assistere al verificarsi di riprese: si tratta, dunque, di andamenti sempre altalenanti.
Queste flessioni di accelerazione fanno perdere fluidità e funzionalità al gesto; l’esperienza mi dice che questo succede perché l’atleta ha subito, anche in tempi molto remoti, degli infortuni, oppure perché egli ha una scarsa qualità del proprio controllo. È evidente che in questi casi la forza espressa perde tantissimo del suo valore.

Ma in che modo si disperde quel potenziale di forza che ci saremmo auspicati?
Fino a oggi la forza muscolare, intesa da un punto di vista puramente fisico, è stata sempre considerata come mono-dimensionale, però noi sappiamo che il movimento è tridimensionale.

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Infatti, se facciamo ricorso ad un accelerometro triassiale, oltre all’asse verticale dell’andamento della forza notiamo che vi sono anche dei movimenti latero-laterali e antero-posteriori. Secondo la fisica – anche se poi vedremo che biomeccanicamente questo non è possibile – il tracciato ipotetico di un balzo verso l’alto, preferibilmente monopodalico, oppure il tracciato accelerometrico ipotetico del sollevamento di un bilanciere, idealmente dovrebbe essere un’asse perfettamente verticale senza la presenza di alcuno scostamento latero-laterale e antero-posteriore. Cosa sono questi scostamenti? Gli scostamenti sono ciò che in fisica si definisce “rumore”.
In generale il rumore è un segnale non desiderato, di origine naturale o artificiale, che si sovrappone all’informazione trasmessa o elaborata in un sistema.
A seconda dei campi di applicazione il termine assume significati più specifici.

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Insomma il rumore (nel nostro caso potremmo chiamarlo rumore muscolare) durante il gesto atletico, è la fonte di disturbo che non consente di esprimere al meglio il proprio potenziale, che fa perdere di funzionalità o meglio di efficacia – e dunque di estetica – il movimento.
Ogni atleta possiede un grande potenziale, ma spesso non riesce a esprimerlo al meglio perché limitato nella capacità del suo controllo, che si manifesta con l’insorgenza di rumore muscolare.
Vi siete mai chiesti come mai un atleta solleva un carico di pesi superiore se utilizza un bilanciere guidato da binari rispetto a quando utilizza un bilanciere libero, nonostante nel primo caso ci sia anche la componente-attrito che contrasta l’esecuzione del gesto?
Il perché sta nella capacità delle catene cinetiche impiegate di essere stabili durante i movimenti che vincono la gravità. Quando solleviamo un peso, oltre ai muscoli fasici addetti al movimento, intervengono in compensazione anche i muscoli stabilizzatori, che appunto servono a stabilizzare il corpo, per evitare che una cattiva stabilità del corpo si traduca nell’insorgenza del rumore muscolare.

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La misurazione del rumore muscolare, in sostanza, si traduce nella misurazione dei piccoli spostamenti di compenso latero-laterali e anteroposteriori rispetto all’asse longitudinale, perfettamente verticale. La misurazione del rumore rappresenta un’informazione molto importante perché indica l’entità della dispersione della forza: quanto più alto sarà il valore del rumore muscolare, tanto più il nostro atleta avrà difficoltà a esprimere il proprio potenziale.

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Come è possibile misurare il rumore muscolare e conseguentemente l’efficienza muscolare che ci indica la capacità di un atleta di sfruttare il suo potenziale?
Premetto che spesso le attuali strumentazioni, che si basano su accelerometri, restituiscono soltanto il valore massimo istantaneo di forza e raramente il reale valore della forza applicata per tutta l’esecuzione dell’esercizio.
Nel nostro caso parleremo del valore reale di forza applicato durante tutto l’intervallo utile per indicare meglio la capacità di estrinsecare forza da parte dell’atleta.
Abbiamo già accennato al fatto che durante l’esecuzione del movimento, ad esempio un balzo monopodalico, vi sono spostamenti latero-laterali e antero-posteriori che ne disturbano la fluidità.
Di fatto la valutazione del rumore muscolare si traduce nel calcolo dell’area – o meglio del volume di lavoro – eccedente intorno all’asse verticale ideale durante tutto il tragitto utile a esprimere forza.

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Individuato il momento in cui l’atleta comincia a muoversi per eseguire il balzo monopodalico (ma lo stesso discorso vale per qualsiasi esercizio che abbia come scopo quello di vincere la forza di gravità), per tutto l’intervallo utile per svolgere l’esercizio fino a quando l’atleta non stacca i piedi da terra, si calcola, per ogni istante, sia il lavoro espresso sull’asse verticale, sia il lavoro disperso durante il gesto atletico sugli altri 2 assi.
Per effettuare queste misurazioni è possibile utilizzare attualmente il software IJumpV2Free©, realizzato dall’autore e scaricabile gratuitamente dal sito www.demotu.it.

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Dal momento in cui l’atleta comincia a eseguire l’esercizio:
– Per ogni accelerazione utile in G (in cui viene espressa la forza finalizzata all’esecuzione dell’esercizio) si moltiplica il valore accelerometrico di ciascun asse per 9,81, per ottenere il valore in m/s2 .
– Per conoscere la velocità per ogni istante si prende Il valore accelerometrico appena calcolato in m/s2, lo si moltiplica per il tempo di frequenza dello strumento, che nel nostro caso è 0,01 secondi. Considerando che la frequenza dello strumento è di 100 Hz, significa che ogni valore viene restituito per ogni centesimo di secondo. Ogni valore calcolato viene sommato al precedente.
– Su ogni asse, per calcolare lo spazio percorso per ogni istante, nell’esempio 0,01 sec (1 centesimo di secondo), applichiamo la formula del moto uniformemente accelerato: V*t + ½ at2 . È importante che i valori istantanei siano calcolati in forma assoluta perché il nostro scopo sarà quello di conoscere il lavoro realmente eseguito.
Per ogni asse calcoliamo la forza istantanea in forma assoluta, che è uguale all’accelerazione istantanea per la massa del soggetto. Calcoliamo il lavoro istantaneo per ciascun asse x, y, z per ottenere il valore del lavoro per ogni istante. Moltiplichiamo la forza di ciascun record per il valore dello spazio istantaneo corrispondente a quello specifico record.
Infine, per ogni asse sommiamo tutti i valori istantanei del lavoro per ottenere il lavoro ad essi relativo dell’esercizio eseguito.
A questo punto avremo calcolato:
– Il lavoro totale sull’asse Y, che ho identificato come asse longitudinale
– Il lavoro totale sull’asse X, che ho identificato come asse trasversale
– Il lavoro totale sull’asse Z, che ho identificato come asse sagittale dei movimenti
Quindi, il rumore muscolare corrisponde al lavoro compiuto sia sull’asse X latero-laterale e sia sull’asse Z antero-posteriore.

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È evidente che, ragionando secondo una traiettoria ideale, il tragitto percorso dovrebbe tracciare una linea perfettamente longitudinale senza scostamenti sugli altri 2 assi: per questo motivo il lavoro dell’asse X e il lavoro dell’asse Z dovrebbero essere entrambi pari a 0. Sappiamo che, in linea di principio, questo non sarà mai possibile, perché l’organismo umano, biomeccanicamente parlando, non è in grado di compiere un tracciato in linea perfettamente retta.
Infine, con tutti i dati che abbiamo a disposizione possiamo calcolare l’indice di forza efficiente, che corrisponde alla capacità di un atleta di saper esprimere il proprio potenziale di forza durante un balzo oppure durante il sollevamento di un peso con il bilanciere.

La formula finale di calcolo dell’indice di forza efficiente (ideata insieme all’ingegner Marco Zambotto del Politecnico di Torino) sarà data dal lavoro sull’asse longitudinale diviso il lavoro sull’asse lungitudinale + i valori del lavoro corrispondente agli altri 2 assi, il tutto moltiplicato per 100:

formulaforza

IFE=Ly/(Ly+Lx+LZ) *100
IFE = indice di forza efficiente
Ly = Lavoro espresso sull’asse longitudinale
Lx = Lavoro espresso sull’asse x, trasversale
Lz = Lavoro espesso sull’asse z, sagittale

Se teoricamente il lavoro degli assi di disturbo sarà uguale a 0, significherà che il nostro atleta sarà capace di esprimere il proprio potenziale al 100%. Quindi quanto maggiore sarà l’indice di forza efficiente in percentuale, tanto sarà maggiore la capacità da parte dell’atleta di esprimere il proprio potenziale.
Non dimentichiamo che questi calcoli si basano su un modello di perfezione del movimento sul piano longitudinale che, come abbiamo detto, non è biomeccanicamente possibile. Un modello biomeccanico unico che, in parole più semplici si può definire tecnica di esecuzione.
Ma ogni individuo è “un unico e irripetibile che si muove in modo sempre differente”, come sosteneva lo scienziato Nikolaj Bernstejin.

individuo

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Non possiamo pensare di rispettare senza eccezione le simmetrie del gesto, l’organismo persegue sempre l’adeguamento migliore possibile a una complessità di problematiche.
Ogni persona avrà un suo andamento ideale che cambia, si adatta e si riorganizza di volta in volta, a seconda di una miriade di circostanze imprevedibili, per questo la sfida finale sarà quella di costruire un sistema che possa tener conto del movimento individualizzato, individuale del nostro atleta in quel determinato istante.
In ogni caso è chiaro che, conoscendo l’attuale indice di efficienza muscolare, per cercare di ridurre il rumore muscolare otterremo come risultato movimenti molto più economici; quindi sarà possibile migliorare la forza muscolare evitando di aumentare l’entità dei sovraccarichi che, spesso possono comportare un concreto rischio di infortuni.
Per questo motivo, ritornando al caso dei due diversi atleti, essi possono far registrare 2 valori di forza identici, ma indici di forza efficiente completamente differenti: da questo punto di vista l’atleta con un rumore muscolare superiore risulterà meno abile a controllare il movimento, anche se, potenzialmente, potrebbe essere più “forte” dell’altro.

forza16Invece migliorando il suo controllo, con la riduzione del rumore muscolare attraverso opportune esercitazioni, potrebbe trovarsi nella situazione e nella capacità di esprimere maggiori livelli di forza.

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Bibliografia

  1. Suzuki, Shunryu: Mente Zen – Mente di Principiante – Astrolabio Ubaldini Edizioni, 1977
  2. Morin, Edgar: Metodo Vol.1, La Natura della Natura – Milano, Raffaello Cortina Edizioni, 2001
  3. Damasio, Antonio R.: Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello cosciente – Milano, Adelphi, 2012
  4. Balzac, Honoré De: Théorie de la démarche humaine – Paris, 1833
  5. Bellotti Pasquale, Zanon Sergio: Il movimento dell’uomo. Storia di un concetto – Torgiano Pg, Calzetti-Mariucci, 2008, pp. 58-65.

Sitografia

  1. Damasio, Antonio R.: Comprendere la coscienza www.youtube.it, TedItalia, 2012,http://www.youtube.com/watch?v=mraK3EwczHE
  2. Wikipedia, l’enciclopedia libera: Efficienza http://it.wikipedia.org, 2011, http://it.wikipedia.org/wiki/Efficienza
  3. Wikipedia, l’enciclopedia libera: Rumore – http://it.wikipedia.org, 2013, http://it.wikipedia.org/wiki/Rumore
  4. Bernstejin, Nikolaj: Il problema dell’interrelazione tra coordinazione e localizzazione – Arch. Biol. Nauk, 38, 1935

Materiale fornito ai corsi universitari della Facoltà di Scienze Motorie http://www.demotu.it/wordpress/il-movimento-e-complesso-e-complesso-luomo/di Torino per la materia d’insegnamento Filosofia Morale, Prof. Dott. Pasquale Bellotti) – Scaricabile alla pagina web:
http://www.demotu.it/wordpress/il-movimento-e-complesso-e-complesso-luomo/

Note:
Giulio Rattazzi, IJumpV2Free©, (SIAE) Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, numero progressivo: 008344, ordinativo: D007543, 03-04-2012, ottenibile dal sito web: www.demotu.it
Marco Zambotto – Ingegnere Elettronico e Dottore di Ricerca in Ingegneria Elettronica e delle Comunicazioni – Attualmente impegnato in attività di progetto e formazione tecnico – scientifica. Link al sito: www.gammatemp.com

Chechi

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MONITORARE L’ALLENAMENTO SPORTIVO CON UN NUOVO SEMPLICE METODO STATISTICO

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Prefazione di Roberto Trinchero*
Un tempo sui 100 metri di 10.5 secondi è un tempo alto o un tempo basso? Dipende.
Se a farlo è Usain Bolt nel pieno della sua forma fisica e nel periodo migliore della sua attività agonistica è sicuramente un tempo alto. Al contrario, per la maggior parte di coloro che non praticano atletica a livello professionistico un tempo simile sarebbe il migliore ottenibile nella propria vita. Questo semplice aneddoto ci insegna che in analisi dei dati (nelle scienze motorie come in altre discipline) non esistono grandezze assolute ma solo grandezze relative, utili per comparare l’andamento di fenomeni analoghi riferiti a più soggetti (comparazione sincronica: ad esempio le prestazioni di un gruppo di atleti che concorrono in una gara) o allo stesso soggetto in tempi differenti (comparazione diacronica: ad esempio le prestazioni dello stesso atleta nel tempo). In questo secondo caso però ciascuna singola prestazione assume un senso solo in relazione all’insieme complessivo delle prestazioni dell’atleta e, visto che l’insieme delle prestazioni si arricchisce con il passare del tempo, il “senso” di ogni singola prestazione passata cambia continuamente. Possiamo essere sicuri, senza timore di smentita, che vi è stato un momento della vita di Usain Bolt in cui egli ha gioito per aver fatto un tempo di 10.5 secondi sui 100 metri, ma la sua crescita personale ed atletica ha fatto cadere quel momento nel dimenticatoio perché quella che, in quell’istante, è stata la miglior prestazione della sua vita è stata ampiamente superata. L’interessante proposta formulata da Giulio Rattazzi nel presente articolo ci aiuta a sistematizzare e a formalizzare in termini statistici questa forma di “oblio”. Attraverso la tecnica del ricalcolo dei punti Z ci aiuta a descrivere l’evoluzione delle prestazioni di un’atleta, assegnando un significato alle nuove prestazioni sulla base delle prestazioni precedenti ma anche riassegnando significato alle prestazioni precedenti sulla base di quelle attuali. In tal modo è possibile stimare le potenzialità “medie” di un soggetto in un certo tipo di competizione e descriverne l’evoluzione. E’ una tecnica che apre prospettive interessanti non solo nelle scienze motorie ma in tutti quegli ambiti del sapere in cui è necessario studiare l’evoluzione temporale di fenomeni che fluttuano intorno ad “attrattori” ignoti a priori ma stimabili sulla base delle rilevazioni stesse. Se l’analisi dei dati implica il contrasto e il confronto tra situazioni, la tecnica illustrata si propone come una promettente modalità per la comparazione diacronica e per la reinterpretazione, mediante un’analisi a posteriori, delle tappe evolutive di un fenomeno.

*Roberto Trinchero insegna Pedagogia Sperimentale e Metodologia della Ricerca Educativa presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino.

Pánta rhêi, “tutto scorre”

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Prefazione dell’autore
Dice Eraclito, attraverso Platone: “che tutto si muove e nulla sta fermo” per cui, confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, osserva che “non potresti entrare due volte nello stesso fiume”.
Il ricalcolo dei punteggi “z” costituisce un metodo statistico riadattato per la misurazione e la valutazione dei sistemi complessi che si rifà, in fondo, all’archè, al principio – così celebre – del “divenire” di Eraclito.
Ogni fenomeno scientificamente misurabile si accomuna a tutti gli altri per la natura del cambiamento, non esiste qualcosa nell’intero universo che non muti, che non cambi: per questo motivo, ritengo che, se si vogliono confrontare e riportare a un linguaggio comune tutti i fenomeni, la natura del cambiamento, attraverso la sua misurazione, costituisca il linguaggio comune con il quale bisogna cimentarsi. Ma non solo: nello stesso momento, Parmenide sosteneva, in quelli che, giunti a noi, riferiamo come i suoi frammenti, che:
(I) “Gli altri dall’uno in rapporto all’uno. Se l’uno è, gli altri dall’uno, in quanto ad esso partecipi, cioè in quanto parti del Tutto, si troveranno ad essere allo stesso tempo infiniti (in quanto molteplici) e limitati (in quanto parti). Essi cioè saranno un insieme molteplice composto di unità, trovandosi ad essere tra di loro simili e dissimili (157b6-159b1) (I)
(II) “Gli altri dall’uno considerati in sé. Se l’uno è, gli altri dall’uno considerati in sé stessi come separati dall’uno, non parteciperanno dell’uno e pertanto, privi dell’uno, non potranno essere composti di unità, e quindi non saranno molti (159b2-160b1)” (II)
Questo stesso concetto ripeterà completandolo, con altre parole, Blaise Pascal quando dice:

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(1) “Poiché tutte le cose sono causate e causanti, adiuvate e adiuvanti, mediate e immediate, e tutte si tengono insieme attraverso un legame naturale che collega le più lontane e le più differenti, ritengo impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto nonché conoscere il tutto senza conoscere particolarmente le parti” (1).
Il “divenire” di Eraclito e l’interconnessione fra le cose sono certamente principi universali a ogni cosa e nulla che sia presente nell’universo vi è escluso, da una parte la natura mutevole, comune a tutte le cose, dall’altra l’interconnessione e i collegamenti con le quali i fenomeni sono legati.
Quindi, riassumendo ed integrando, Il ricalcolo dei punteggi “z” si basa prevalentemente su questi due principi: da una parte il divenire, il cambiamento delle cose dall’altra le relazioni che legano i fenomeni fra loro.
La sfida, forse pretenziosa, del metodo statistico, del ricalcolo dei punteggi “z”, si fonda sulla base di questi principi, principi universali intrinseci dei sistemi complessi che purtroppo, credo, difficilmente possono essere affrontati attraverso il metodo scientifico di Gallileo Galilei. Il ricalcolo dei punteggi “z” sono un metodo statistico che mira a ricomporre il puzzle della complessità, dove c’è bisogno che i fenomeni vengano ricomposti e ricostituiti riunendo le parti elementari, includendo gli impedimenti esterni ed accidentali, studiando i comportamenti dei componenti, ma riferendosi al sistema di appartenenza, in definitiva osservando il mutamento del sistema nella sua globalità.
Con questi presupposti forse si potrebbe approdare a un’idea più realistica dell’universo, a un’idea che prende una parte, quella stessa parte studiata con metodo scientifico, e la reintegra nel tutto.
Il ricalcolo dei punteggi “z” ha la presunzione di costituire una sfida, un nuovo paradigma una provocazione che tenta di superare il riduzionismo scientifico.
Gli andamenti dei punti Z è un sistema di valutazione in continuo mutamento, infatti all’inserimento di ogni nuovo dato, la valutazione non è mai uguale a se stessa, rispecchia il continuo mutare delle cose, non solo per quanto riguarda il divenire ma anche per quanto riguarda il divenuto, infatti l’inserimento di ogni dato, come in ogni processo ricorsivo, permette di rivalutare, per tutto il tempo dedicato dall’inizio dello studio, l’evoluzione dei fenomeni, quindi di tutto il sistema in esame alla luce di nuove informazioni. Poiché sempre tutto scorre, pur restando, pur permanendo.

Introduzione
(III ) La distribuzione normale standardizzata è una distribuzione normale particolarmente utile nelle operazioni di stima statistica.
Essa presenta media uguale a 0 e scarto tipo pari a 1. Una qualsiasi distribuzione normale può essere trasformata in una distribuzione normale standardizzata attraverso la formula:

punteggiz1

dove:
X è l’ascissa del punto osservato della distribuzione normale di partenza.
µ è la media della distribuzione normale di partenza.
σ è lo scarto tipo della distribuzione normale di partenza.
La nuova distribuzione è anche chiamata distribuzione dei punti z (o punti standard). Un valore di z riflette sempre di quanti scarti tipo al di sotto o al di sopra della media si trova un numero considerato.
Per esempio, se una persona raggiunge in un test un punteggio di 70 con una distribuzione dei punteggi avente media 50 e scarto tipo 10, egli avrà un punteggio di due scarti tipo sopra la media. Trasformando i punteggi del test in punti zeta, un punto z pari a 2 significa che il punteggio di partenza era superiore alla media di 2 scarti tipo. (III)

Quindi:
“Catturare” l’evoluzione dei fenomeni con il ricalcolo dei punteggi “z” (a)

Come direbbe un noto giornalista, la domanda sorge spontanea:
è possibile utilizzare il ricalcolo dei punteggi “z” per altre applicazioni?
La risposta è Sì.
Come?
Con l’andamento ricalcolo dei punteggi “z”.
Il ricalcolo dei punteggi “z” è un metodo statistico rivisitato per il controllo dell’allenamento sportivo e per la valutazione funzionale dell’atleta. Non solo: l’applicabilità del ricalcolo dei punteggi “z” è spendibile in svariati settori come la medicina, l’economia (econometria), il monitoraggio di processo di un’azienda, in sostanza per qualsiasi sistema complesso affrontato secondo una visione complessa.
Individuati gli indicatori per ciascuna qualità del sistema osservato e i loro rispettivi test di misurazione, è possibile calcolare, per ogni test, il punto Z di tutti i dati rilevati per ogni seduta, dalla prima all’ultima misurazione.

Per maggiore chiarezza vi riporto un esempio pratico del metodo del ricalcolo dei punteggi “z”.
Ammettiamo di voler monitorare l’andamento delle prestazioni di un velocista che pratica i Mt 100. La prima cosa che bisogna chiedersi è quali siano i test che consentono di indagare le qualità che concorrono alla prestazione dei Mt 100 (non bisogna impazzire a cercare di capire quali siano i test fortemente correlati all’attrattore principale, perché poi, come vedremo di seguito, il ricalcolo dei punteggi “z”, nel tempo, ci consentirà di rilevarli senza sforzo).
Ovviamente, per primo sceglieremo il tempo dei Mt 100, che assume il ruolo di attrattore principale; di seguito verranno tutti gli altri test, come ad esempio i primi 30 metri, i primi 50, i metri 200, ecc. Potremmo introdurre altri test meno correlati all’attrattore principale ma sicuramente influenti al successo della prestazione, come ad esempio test di forza esplosiva, di forza reattiva, ecc.
Una volta individuati i test ritenuti adeguati (anche se, come già detto, in un secondo momento potremmo scoprire che alcuni hanno poca rilevanza per il controllo continuo della prestazione) al monitoraggio dell’attrattore (nel nostro caso i metri 100), dopo la seconda seduta è già possibile calcolare il punto Z, però prima bisogna fare a priori una considerazione sulla caratteristica dei risultati dei test. Infatti, indipendentemente dal tipo di test utilizzato, i dati raccolti per il calcolo del punto Z si dividono in 2 categorie: i dati dei test a miglioramento crescente e i dati dei test a miglioramento decrescente.
Per dati dei test a miglioramento crescente si intendono quegli elementi per cui più alto è il valore, migliore sarà la prestazione, come ad esempio laddove si misura lo spazio (il salto in lungo, il lancio del giavellotto. ecc.). Per i dati dei test a miglioramento decrescente, viceversa, minore è il valore, migliore sarà la prestazione, come per tutte le prove misurate con il tempo: minore è il tempo, migliore è la prestazione.
Considerando che il punto Z sia una distribuzione normale standardizzata, per rendere tutti i valori dei punti Z confrontabili è necessario che questi siano calcolati secondo le seguenti modalità.
Per i dati a miglioramento crescente la formula da applicare è quella che abbiamo già visto prima:

z=(X-μ)/σ

Mentre per i dati a miglioramento decrescente la formula da applicare è la seguente:

z=(μ-X)/σ

Per entrambe le formule:
X è l’ascissa del punto considerato della distribuzione normale di partenza
µ è la media della distribuzione normale di partenza
σ è lo scarto tipo della distribuzione normale di partenza.

Supponiamo di avere la seguente distribuzione di risultati per diversi test differenti (i risultati dei test sono solo d’esempio, frutto della fantasia dell’autore):

punteggiz4bis

Dopo la seconda seduta di valutazione avvenuta nel novembre del 2012, come anticipato prima, è già possibile effettuare il primo ricalcolo dei punteggi “z”. Prendendo in esame il test dei metri 100, che assume anche il ruolo di attrattore principale, considerando che si tratta di un test con risultato a miglioramento decrescente, applichiamo la formula:

z=(μ-X)/σ

Quindi calcoliamo la media e la deviazione standard tra i primi 2 risultati

#1 = 10,85 e #2 = 10,90:
Media = 10,875
Dev. Standard (σ) = 0,035355

Grazie ai due valori appena ottenuti è quindi possibile calcolare il punto Z per ogni risultato, sia per il primo rilevamento sia per il secondo.

Z(1)= (10,875-10,85)/0,035355=0,707107

Z(2)= (10,875-10,90)/0,035355=-0,70711

punteggiz7

Ovviamente lo stesso procedimento che abbiamo effettuato per il test dei metri 100 è applicabile a tutti gli altri risultati di tutti i test.
Le peculiarità del ricalcolo dei punteggi “z” si cominciano a notare con l’inserimento di nuovi risultati. Nel nostro esempio, con la raccolta dei dati durante la terza seduta di valutazione, è evidente il cambiamento di tutto lo scenario, perché ogni punto Z viene ricalcolato alla luce dei nuovi risultati. Per questo il nuovo permette di riconsiderare tutto lo storico, quindi la valutazione non è mai statica ma si tratta di un processo ricorsivo dinamico.

Ritornando al nostro esempio, i nuovi risultati saranno:

punteggiz8

Dalla tabella precedente emerge come i nuovi risultati cambino il punto Z per le stesse sedute di valutazione considerate in precedenza.
È importante dire che se ci si limita a osservare l’andamento di un solo indicatore non è possibile comprendere realmente le peculiarità di un sistema. Soltanto calcolando tutti i punti Z di tutti gli indici, come mostrato nell’esempio riportato nella tabella seguente, è ipotizzabile comprendere l’evoluzione del sistema interessato.

punteggiz9

Per maggiore comprensione nel grafico sottostante è riportato su assi cartesiani l’andamento dei punti Z per ogni indicatore:

punteggiz10

Come già detto, il ricalcolo dei punteggi “z” è un metodo ricorsivo dinamico che riconsidera e rivaluta un sistema in continuo cambiamento alla luce di nuove informazioni. Una valutazione di un indicatore ritenuta oggi positiva non è detto che rimanga tale per il futuro, così facendo osserveremo il reale andamento di un sistema e magari potremmo azzardare qualche ipotesi sulla sua evoluzione.
Non solo: grazie all’osservazione del punto Z è possibile individuare un indicatore principale, che prende il nome di attrattore, e osservare come tutti gli altri indicatori cambiano in funzione di esso. Da tutto questo è facile estrapolare le correlazioni esistenti tra attrattore e ciascun indicatore secondo le seguenti considerazioni:
Alla crescita dell’attrattore, come si comportano gli altri indicatori?
Alla decrescita di un attrattore, come si comportano gli altri indicatori?
Gli scenari possibili sono tre:
Quando migliora l’attrattore, migliora anche l’indicatore
Quando decresce l’attrattore, decresce anche l’indicatore
Quando peggiora l’attrattore, aumenta l’indicatore
Più volte si ripete uno dei tre scenari possibili, tanto più è ipotizzabile che esista una relazione positiva o negativa tra l’attrattore e quel determinato indicatore. Individuata una correlazione positiva (o negativa) tra attrattore e indicatore, si potrebbe ulteriormente approfondire l’indagine prendendo gli indicatori maggiormente correlati con l’attrattore principale e rendere quello specifico indicatore a sua volta un attrattore, per cercare di capire quali siano le qualità che agiscono sull’indicatore-attrattore che influenza l’attrattore principale. In questo modo è anche possibile ricostruire, come un puzzle, una tassonomia naturale, relazioni e sottosistemi che costituiscono il sistema osservato.
Arrivati a questo punto, con ulteriori applicazioni si potrebbero aprire nuovi scenari, perché se si conoscono le azioni esercitate sul sistema durante la sua evoluzione e se si conoscono gli indicatori, è possibile ipotizzare quali azioni maggiormente influenzano il sistema generale affinché esso possa crescere e quali invece non hanno nessuna rilevanza, e possono essere ritenute superflue, inutili da riprodurre.
Inoltre, con l’esperienza e l’osservazione vi potrebbe essere la possibilità di indagare come le sollecitazioni delle condizioni iniziali producano variazioni a lungo termine sull’evoluzione del sistema.
Un’ultima considerazione da effettuare è l’osservazione della deviazione standard di ciascun indicatore. Quanto più elevato è il suo valore, tanto più è presumibile che la qualità dell’indicatore osservata sia migliorabile; quanto più piccolo è il suo valore, tanto quella qualità è difficile da allenare. Concetto molto importante per l’allenamento sportivo.
In definitiva, il ricalcolo dei punteggi “z” è un metodo che aiuta a capire verso quali direzioni sta avanzando un sistema osservato.
Ho ideato il ricalcolo dei punteggi “z” con l’intento di cercare di ricongiungere e comprendere le relazioni tra gli elementi che partecipano all’evoluzione di un sistema. La Scienza per sua costituzione ha da sempre indagato qualsiasi fenomeno, in modo oggettivo ma frammentato. Per questo, per qualunque disciplina, si è spesso incapaci di riconoscere il nesso tra le parti e la totalità; per questo sorge la difficoltà di esplorare e di cogliere le cose nel loro contesto, nel loro complesso, nel loro insieme.
È importante sottolineare che questa modalità di operare non completa la comprensione di un fenomeno. Edward Norton Lorenz (2), con i suoi studi sul clima, insegnò che non sempre i cambiamenti climatici sono prevedibili. Minime variazioni dei parametri iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema (fenomeno che prese il nome di effetto farfalla) (1). Oltre a tutto, le variabili che agiscono su un sistema sono infinite, impossibili da controllare, e per quanto ci si sforzi rimarremo sempre circoscritti all’interno di una complessità definita ristretta. Soprattutto quando si vuole indagare l’essere umano, non commettiamo l’errore di considerarlo soltanto come un fenomeno biologico, perché esso è nel contempo, fisico, biologico, psichico, culturale, sociale, storico (3) e anche molto, molto di più.

Alcune riflessioni:

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La metafora che si potrebbe utilizzare per capire meglio questi concetti è quella di una tela bianca sulla quale s’intende dipingere: un’indagine scientifica di tipo tradizionale mira a disegnare solamente pochi punti, ben collocati e ben definiti sulla tela che però non consentono di capire bene l’immagine d’insieme perché i punti sono disuniti fra loro, mentre uno studio realizzato con il ricalcolo dei punteggi “z” mira a ricollegare i vari punti disegnati, punti che però non rimangono statici ma che sono in movimento e quindi legati gli uni agli altri, punti i quali consentono di vedere, come in un film, l’immagine in movimento che muta, che cambia. Io credo che questo sia un tentativo per comprendere meglio (comunque di più) il fenomeno che stiamo studiando.
In altre parole potremmo immaginare una ragnatela dove ogni filo che la costituisce rappresenta una qualità indagata, quindi, il movimento di quel filo come in un opera dell’artista olandese Teo Jansen non è soltanto un elemento a se stante, disconnesso da tutto il resto, ma il suo movimento influisce su tutti gli altri elementi del sistema di cui esso ne fa parte.

Solitamente per studiare un cambiamento vengono usate le percentuali, che però danno una dimensione del cambiamento limitata nel tempo, esse considerano soltanto la situazione attuale con la precedente e non il tutto, come avviene il ricalcolo dei punteggi “z”, l’andamento del cambiamento dall’inizio dell’analisi del sistema fino all’ultima rilevazione.

Pánta rhêi “tutto scorre” è un principio che – come già detto – si rifà al cambiamento e al divenire dei fenomeni.
La domanda che mi pongo è: Il divenuto è mutabile ? Ciò che è trascorso rimane immutabile nel tempo oppure anch’esso subisce continue mutazioni?
A considerare il ricalcolo dei punteggi “z”, sembrerebbe che anche il divenuto sia mutabile, sia destinato a cambiare, a modificarsi, a subire trasformazioni o almeno si trasformi la considerazione che si ha di esso: infatti, è una costante riflessione quella per cui il significato che attribuiamo oggi a un fenomeno non è mai lo stesso che attribuivamo tempo addietro allo stesso fenomeno.

Note
(a) Il titolo dell’articolo è stato ideato dal Prof. Roberto Trinchero

Sitografia
(I): http://it.wikipedia.org/wiki/Parmenide_(dialogo)
(II): http://it.wikipedia.org/wiki/Parmenide_(dialogo)
(III): http://www.cisi.unito.it/progetti/leda/cap7a.htm

Bibliografia

  1. Edgar Morin: La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero – Milano, Cortina Editore, 2000
  2. Edward N. Lorenz: Predictability: Does the Flap of a Butterfly’s Wings in Brazil Set Off a Tornado in Texas? – 1972
  3. Edgar Morin: I sette saperi necessari all’educazione del futuro – Raffaello Cortina, Milano, 2001

 

L’Autore
Mi chiamo Giulio Rattazzi.
Mi sono occupato di diverse attività relative alle Scienze Motorie tra queste:
Allenamento sportivo, preparazione atletica,istruzione, formazione giovanile, riabilitazione, ricerca universitaria, management, pubblicazioni scientifiche, divulgazione scientifica, programmazione informatica, sviluppo e invenzioni di tecnologie, consulenze scientifiche, insegnamento, disabilità, didattiche innovative, valutazione funzionale dell’atleta con invenzione di metodo statistico (Catturare l’evoluzione dei fenomeni con il ricalcolo dei punteggi “z”) e ideazione di software dedicati, ideatore e realizzatore di DeMotu.

Giulio Rattazzi, IJumpV2Free©, (SIAE) Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, numero progressivo: 008344, ordinativo: D007543, 03-04-2012, ottenibile dal sito web: www.demotu.it

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DALLE SCIENZE MOTORIE ALL’ALLENAMENTO SPORTIVO

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Dalle Scienze Motorie all’Allenamento Sportivo

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Carlo Varalda

Dalle scienze motorie all’allenamento sportivo riassume le conoscenze acquisite e le esperienze maturate negli anni da Carlo Varalda in qualità di tecnico sportivo e di ricercatore.
Uno strumento di lavoro sia per i tecnici che si avvicinano al mondo del fitness e dell’allenamento sportivo, sia per chi ha già intrapreso questo percorso professionale.
Tutto ciò che emerge dai più recenti studi delle scienze motorie viene trasferito nella pratica applicativa del mondo dello sport e del fitness.
Si parte dall’anatomia e dalla fisiologia, dalle qualità fisiche dello sportivo, dalla teoria e dalla metodologia dell’allenamento e dalla valutazione funzionale, argomenti affrontati in maniera chiara ed esauriente, per poi analizzare lo strappo e lo slancio della pesistica, gli esercizi in sala pesi con macchine, bilancieri, manubri e cavi, l’allenamento aerobico e gli attrezzi del cardiofitness, i vari tipi di stretching e la pesistica paralimpica.
Numerose illustrazioni accompagnano il testo, fornendo esempi visivi di quanto descritto.

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